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Dott. Carlo Govoni

Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia

Tel. 3358040811    

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Testi

Oggi molte persone lavorano stando per molte ore al giorno con un telefono acceso in mano o con una cuffia attraverso la quale ascoltano quasi in continuazione. Alcuni lavorano come liberi professionisti, altri come dipendenti. Tra questi ultimi ci sono gli operatori di call center e i centralinisti.

Ho notato che molti di questi lavoratori si rivolgono agli otorinolaringoiatri ed esternano le loro preoccupazioni. Quasi tutti pensano che lo stare molte ore accanto ad apparecchi elettroacustici possa essere dannoso.
Innanzitutto occorre precisare che non ci sono prove che l’uso prolungato (6-8 ore al giorno) di apparecchi telefonici sia tradizionali, che tipo cordless o telefoni cellulari o impianti Wi-fi sia dannoso per l’udito.  Questa è una considerazione di tipo statistico, però spesso il paziente non chiede allo specialista di ragionare in termini statistici ma esige una risposta personale. Infatti per chi lavora sempre al telefono poco importa se la sua attività non è considerata dannosa per il 99,0% della popolazione. L’importante è che non sia dannosa per lui.
Il problema da generale diventa personale. Si deve capire se l'uso prolungato di apparecchi telefonici è dannoso.

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Un problema sociale e clinico interessante è la perdita dell'olfatto nei lavoratori che hanno contratto il Covid-19 a causa della loro attività lavorativa. Ecco il contenuto di una intervista fatta dalla giornalista Nina Sicilia al dott. Carlo Govoni che è andata in onda su Odeon TV (Odeon 24) e sul canale 177 del digitale terrestre il giorno 12 maggio 2021 alle ore 19:00.

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Che rapporto c'è tra  Covid-19 e perdita dell'olfatto?

Il virus Covid-19 si trasmette principalmente con l'aria. Tramite le goccioline di Flügge.

Raggiunge il naso e si localizza nella sua porzione superiore.

2021 02 covid 19 aree olfattive orl govoniFigura 2 - Localizzazione dei recettori (in rosso) e del bulbo olfattorio (in giallo).

L'infezione dal naso raggiunge facilmente le vie respiratorie inferiori: trachea, bronchi e polmoni. Il virus Covid-19 può aggredire anche il naso e restare localizzato nella parte più alta, dove ci sono i recettori olfattivi, e manifestare in quella sede i suoi effetti.

Il virus Covid-19 ha carattere neurotropo, cioè va a localizzarsi nelle cellule nervose e può percorrere il nostro organismo seguendo i nervi.

Nella parte più alta delle fosse nasali c'è un osso molto importante, si chiama etmoide e si trova in mezzo agli occhi. I recettori sono localizzati nelle aree indicate in rosso nella figura 2. Dai recettori si staccano fibre molto sottili che attraversano due lamine finemente perforate dette lamine cribre. Raggiungono così il bulbo olfattorio. Da lì percorrono tutta la via olfattiva, raggiungono la corteccia cerebrale frontale dove ci sono le aree specifiche per il riconoscimento delle sostanze odorose e la memoria olfattiva.

Riporto un articolo pubblicato sul settimanale "La VOCE di REGGIO EMILIA" del 6 dicembre 2019 nella rubrica LA NOSTRA SALUTE.

L'importanza di avere una buona respirazione attraverso il naso.

Il 20 marzo del 1800 Alessandro Volta annunciò l’invenzione della pila alla Royal Society di Londra. Per rendere visibile il fenomeno dell’elettricità aveva fatto degli esperimenti grazie ai quali riusciva a far muovere le zampe ad una rana. Tra i fisici ci fu entusiasmo per questa scoperta, ma non per la gente comune. Molte persone videro lo scienziato comasco come il classico “inventore pazzo” e hanno pensato “quale futuro potrà mai avere uno strumento che allarga le gambe di una rana morta?” Per fortuna al mondo ci sono state altre persone che hanno intuito le enormi potenzialità dell’energia elettrica.  Dovettero passare anni ma presto ci fu l’invenzione del telegrafo con i fili (Weber, Gauss e Morse 1833), il telefono (Meucci e Bell 1870), la lampadina (Edison 1879) e poi un elenco interminabile di altre applicazioni dell’elettricità. Da circa due secoli possiamo dire che la nostra società grazie alla corrente elettrica sta vivendo una evoluzione continua, tutt’ora in pieno sviluppo.

Ogni trasformazione comporta delle insidie: la spinta verso il nuovo e la forza dell’originalità a tutti i costi devono mettere in guardia ognuno di noi.   Questo pericolo era già stato intuito da Alessandro Manzoni (1785 – 1873) che scrisse:  “Non sempre tutto ciò che è nuovo è progresso”.  

Chi opera nel settore sanitario ha il dovere di stare al passo coi tempi. Le innovazioni sono continue, ma non tutte le novità costituiscono un passo avanti. Migliorare la salute e in particolare fare progressi nella chirurgia è molto difficile. Nella mia vita mi sono stati presentati strumenti che sembravano meravigliosi e poi nell’arco di un lustro sono scomparsi. Il medico deve essere aperto alle innovazioni, ma soprattutto deve analizzarle con senso critico. Ricordo che circa dieci anni fa in una clinica della Versilia vidi utilizzare per la prima volta le radiofrequenze per il trattamento dell’ipertrofia dei turbinati. Quel collega utilizzava un lungo ago e migliorava sensibilmente la respirazione dei suoi pazienti. In quel periodo io, come tutti gli otorinolaringoiatri, eseguivo quell’atto chirurgico con forbici apposite e pinza bipolare. C’erano sanguinamenti ed era indispensabile l’utilizzo dei tamponi. Era un intervento che facevo mal volentieri. I pazienti miglioravano, ma lo stamponamento costituiva un vero problema. Quando vidi operare con le radiofrequenze capii subito che questa tecnica meritava una conoscenza approfondita. Iniziai a cercare cliniche che mi potessero mettere a disposizione questo strumento e feci i primi interventi. Presto capii che la corrente elettrica in forma di radiofrequenze era un’autentica innovazione. Pensai che nel nuovo ci può essere il vero progresso.

 

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Con la diffusione del virus SARS-Cov2 tutti i medici hanno posto molta più attenzione al senso dell'olfatto e del gusto. Prima questi sensi erano considerati secondari perché le loro carenze o le loro alterazioni erano molto rare. 
Prima dell'arrivo del SARS-Cov2 non ricordo un caso di alterazione dell'olfatto o del gusto dove nella storia clinica di questi pazienti non ci sia stato un evento traumatico a carico della testa o una lesione endocranica visibile con TAC o Risonanza Magnetica. La perdita dell'olfatto o del gusto durante o dopo un periodo influenzale era un fenomeno sconosciuto. Con l'avvento di questa malattia tutto è cambiato. Questi sintomi hanno assunto un'importanza notevole e dobbiamo sempre indagarli.

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Passo ora a definire i principali termini in materia di gusto e olfatto.

Anosmia   E' la perdita totale e completa del senso dell'olfatto. L'anosmia è espressione di un danno grave, e molte volte irreversibile. Solitamente sono interessati i recettori olfattivi oppure le vie nervose. Quando è da causa virale si tratta di virus neurotropi, cioè virus che hanno affinità per il sistema nervoso e pertanto si localizzano nella via nervosa olfattiva. Quando l'ostacolo è nelle fosse nasali (esempio poliposi nasale, rinite, ecc.) si parla di anosmia di trasmissione. Quando sono coinvolti i recettori oppure il danno riguarda il sistema nervoso centrale si parla di anosmia di percezione

Iposmia   E' la riduzione della capacità olfattiva. Più spesso si tratta di una attenuazione della percezione olfattiva che può essere persistente oppure temporanea. 

Disosmia  E' una espressione generica che comprende tutte le alterazioni della percezione olfattiva, sia l'anosmia che l'iposmia.

Cacosmia  E' la percezione di cattivi odori laddove non ci sono. A volte è un segno di malattie nasali oppure disfunzioni centrali lungo la via olfattiva.

Fantosmia   E' la percezione di un odore che non c'è. In pratica si tratta di una allucinazione olfattiva ed è espressione di un danno encefalico (cioè a carico sel sistema nervoso centrale).

Parosmia   Errata identificazione di un odore. Nei soggetti affetti da Covid-19 con turbe olfattive la parosmia è un sintomo piuttosto frequente. Spesso viene associato alla carne: un buon odore di carne viene percepito come carne marcia.

 Analogo discorso si deve fare per le turbe del gusto.

Ageusia  Assenza del senso del gusto. E' questa una situazione molto rara, più spesso è una ipogeusia o altre forme di alterazione del gusto.  

Disgeusia s'intende una qualsiasi alterazione del gusto. Queste possono essere quantitative, cioè riduzione del senso del gusto, e qualitative, cioè percezioni gustative abnormi o parageusie (vedi anche cattivo sapore in bocca). Come tutti i sensi, anche il senso del gusto, col passare degli anni tende ad un decremento fisiologico.

L'organo del gusto è costittuito da gruppi di cellule a forma di fiasco (gemme gustative) situate nelle papille della lingua. Nella lingua sono presenti papille circumvallate (o vallate), foliate e fungiformi. In tutti i tipi di papille sono state trovate gemme gustative. Ogni gemma gustativa è formata da diverse cellule. La forma è grossolanamente sferica. Ogni cellula ha forma allungata, più grande al centro dove c'è il nucleo. Appoggiano su una membrana basale e qui avviene il contatto con le terminazioni nervose. L'estremità distale sta al di sotto dell'epitelio di rivestimento delle papille linguali.

Sul piano quantitativo si riconosce la disgeusia e l'ageusia. La prima è una diminuzione nella capacità di percepire i gusti, mentre la seconda è l'assenza di gusto. Esiste anche l'ipergeusia, cioè il sentire i sapori con una intensità superiore alla norma. Si tratta di un sintomo particolarmente raro.

Di più facile riscontro sono le disgeusie qualitative: per esempio la percezione di un sapore metallico, oppure tutto ha un sapore cattivo.

I sintomi che più spesso si associano alla disgeusia sono l'iposmia, l'anosmia e la disosmia. A volte il paziente con carenze olfattive si accorge di queste perdite proprio quando mangia.

Gusto ed olfatto sono due sensi correlati e quasi sempre la causa della disgeusia è la perdita della funzione olfattiva. Per questo si rimanda a specifici articoli sulla funzione olfattiva presenti in questo sito.

E' abbastanza facile comprendere che le malattie che alterano le prime vie respiratorie possono determinare alterazioni del gusto: riniti acute e croniche, poliposi nasale, rinite cronica ozenatosa, riniti allergiche, sindromi influenzali e infezione da Covid-19 (Coronavirus Sars-CoV-2).

Altre cause sono da ricercarsi nelle malattie della bocca: candidosi (o micosi) linguale, glossiti (infiammazioni della lingua), stomatiti e secchezza della bocca. Una forma di secchezza ben nota è la sindrome di Sjogren, dove c'è una vera atrofia delle ghiandole salivari e lacrimali. La secchezza della bocca spesso colpisce gli anziani e tutti coloro che bevono poco o che si sottopongono a trattamenti prolungati di ossigenoterapia. Altro fenomeno che altera la percezione gustativa è l'abuso del tabacco, sia in forma di tabacco da masticare (oggi in disuso) che nel fumo di sigaretta.

La disgeusia può essere l'effetto di trattamenti terapeutici. Ho già citato l'ossigenoterapia che provoca secchezza, però questa è facilmente risolvibile idratando bene il soggetto. Più difficili da risolvere sono le disgeusie in seguito a radioterapia, a chemioterapia, a trattamenti antidepressivi, a carenze di Zinco e di vitamina PP. 

 

 

 

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La perdita dell'olfatto e le turbe del gusto nell'infezione da Covid-19.

 

 

 

 

 

 

 

Dopo un incidente automobilistico bisogna fare alcune azioni importanti per tutelare la salute nostra e di chi ci sta vicino.

1 – State calmi, rendetevi conto delle vostre condizioni fisiche e delle altre persone coinvolte.
     Se ci sono situazioni di estrema emergenza chiamare soccorsi e prendere le decisioni del caso.
     Se non c’è estrema emergenza pensare ai danni subiti, chiamare un ambulanza o, nei casi più lievi, un amico o un parente.

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Pronto Soccorso
–  Presentarsi nel tempo più breve ad un Pronto Soccorso di un ospedale pubblico. Andare al Pronto Soccorso per i trasportati e per chi è alla guida è importante ai fini di una futura richiesta di risarcimento. Andare in prima istanza dal medico di famiglia o da uno specialista di propria fiducia è sconsigliabile. Subito la visita al Pronto Soccorso, poi la integrate con altre visite.

3 – Terminati gli accertamenti verificate che sul verbale del Pronto Soccorso sia scritto ciò che voi avete dichiarato al medico.

4 – Nel caso che il verbale sia carente o nelle ore o nei giorni successivi compaiono altri sintomi che prima non avevate, ritornate al Pronto Soccorso. Se i sintomi sono lievi riferiteli al medico di famiglia e passate al successivo punto 5 -.

 

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del 07/02/2024 c'è un articolo 
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Carlo Govoni è stato intervistato da Sara Gelli.

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