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Dott. Carlo Govoni

Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia

Tel. 3358040811    

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Testi

Un importante corso sugli apparecchi acustici e sulle protesi acustiche impiantabili si è tenuto a Milano - Milan - nei giorni 23 e 24 ottobre 2014. In questo corso è stato affrontato il tema della selezione dei pazienti, la tecnica chirurgica e i controlli e follow-up dei soggetti operati. Molto spazio è stato dato alle flow charts per affrontare parecchi problemi otologici.

Si è parlato del BAHA, del dispositivo semi-impiantabile Vibrant Soundbridge e dei dispositivi totalmente impiantabili "carina" ed Envoy Esteem. Si è discusso anche delle problematiche connesse agli impianti cocleari.

Molto interessanti gli interventi del prof. Robert Tyler sulla gestione dell'acufene monolaterale e sulla iperacusia.

E' noto che le persone quando sono sottoposte ad eventi particolarmente stressanti sia sul piano fisico che psicologico molto facilmente presentano strani sintomi soggettivi come gli acufeni. Occorre valutare bene questi casi perchè si tratta di circostanze poco frequenti e si tratta di situazioni extraotologiche. In questi casi non c'è danno uditivo, o qualora ci fosse, questo è perfettamente in linea con l'età o con l'attività lavorativa svolta dalla persona.
Una diagnosi differenziale importante è distinguere i casi dove l'evento stressante (un lutto, una perdita del lavoro, un incidente, ecc.) è sorto in un momento dove l'acufene non c'era e solo dopo l'evento si è manifestato. Questi sono i veri casi dove si può parlare di acufene da stress.
Occorre tener separati acufene e stress. Porre molta attenzione a quei casi dove la situazione stressante si è verificata successivamente alla comparsa dell'acufene. In questi casi il problema può essere benissimo otologico e semplicemente il vivere con l'acufene ha reso problematica l'esistenza. In questi casi lo stress è da considerare una complicanza.

Molti pazienti presentano una serie di distrubi come la difficoltà a concentrarsi, la paura di una malattia, sono spesso irritabili, pensano di avere la testa vuota. Tra questi alcuni vanno incontro a fenomeni di depressione. Tutti questi fenomeni quando sono prolungati nel tempo portano ad un logorio non sempre ben percepito dal soggetto. Questo è lo stress. In queste persone può comparire l'acufene. Solitamente se si interroga bene il paziente si riesce a capire che c'è una correlazione tra stress e acufene. La situazione ambientale peggiora, per esempio aumentano le difficoltà a concentrarsi e l'acufene peggiora. Quando il soggetto si sente rilassato quasi non avverte l'acufene. Un acufene con queste caratteristiche, in un soggetto con percezione uditiva normale, è un acufene da stress.

L'acufene da stress quasi sempre è a sede indefinita, cioè il paziente dice di avere un fischio in entrambe orecchie o un fischio nella testa. Raramente colpisce un orecchio solo e sempre quello. Solitamente non c'è correlazione tra esame audiometrico tonale e acufene. Più facile è il riscontro di una concomitante iperacusia, cioè una maggiore sensibilità ai suoni rispetto alle persone normoudenti.

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Per Apparato Uditivo Centrale si intendono le vie nervose centrali, i nuclei per l'elaborazione dei messaggi sonori e la loro successiva elaborazione, percezione e memorizzazione a livello corticale.
Ricordo che il suono inteso come onde di rarefazione e compressione del mezzo è stato trasformato in segnale elettrico dalla coclea (n.1 della figura). A livello di coclea avviene la trasduzione meccano-elettrica, cioè la trasformazione del suono in un segnalle elettrico. Questo segnale percorre le fibre del nervo cocleare (VIII° nervo cranico - n. 2 nella figura). Quando si parla di apparato uditivo centrale non dobbiamo più pensare ad un suono come onda sonora (vedi che cos'è un suono?) ma il suono è solo un segnale elettrico.

Il nervo cocleare si forma all'interno della coclea, percorre il condotto uditivo interno ed esce dall'osso temporale attraverso questo condotto. Attraversa l'angolo ponto-cerebellare e penetra nel ponte (ponte di Varolio - parte del tronco encefalico). All'interno del nostro cervello le fibre raggiungono i nuclei cocleari. Le fibre nervose provenienti da un orecchio (per esempio il destro) si portano ad entrambi i nuclei cocleari (n. 3 nella figura). Avviene un fenomeno importante: il meccanismo di fusione del messaggio sonoro (detto anche fusione binaurale). Noi ascoltiamo i suoni con entrambe le orecchie e le percezioni sonore avvengono separatamente, però al nostro cervello giunge un solo suono, proprio grazie a questo meccanismo di fusione.
Ogni nucleo cocleare si divide in due parti: nucleo cocleare ventrale e nucleo cocleare dorsale.

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Sempre nel ponte si trova il complesso olivare superiore. Anche qui i complessi olivari sono due per ciascun lato: laterale e mediale. Interessante è l'azione del complesso olivare laterale che è in grado di percepire i diversi caratteri del suono, soprattutto la differenza d'intensità. Analaogo interesse riveste il complesso olivare mediale che è in grado di analizzare le differenze temporali con cui il suono ha raggiunto le due orecchie. Grazie a queste due azioni il nostro cervello è in grado di localizzare la provenienza di un suono.
Ipotizziamo che un suono venga da destra, questo raggiunge prima l'orecchio destro e poi il sinistro (analisi temporale svolta dal complesso olivare superiore mediale). Inoltre le onde sonore a destra saranno un poco più intense rispetto a quelle che raggiungono l'orecchio sinistro, questo perchè l'orecchio sinistro risente dell'azione mascherante della testa. Questa differenza d'intensità viene analizzata dal complesso olivare superiore laterale.
La capacità di localizzare la provenienza di un suono è una delle funzioni principali dell'ascolto binaurale.

A questo punto il segnale elettrico sonoro percorre la via del lemnisco laterale. Queste vie sono ben distinte in destra e sinistra e non ci sono fibre di interconnessione. I lemnischi arrivano al collicolo inferiore. I collicoli sono quattro, i due superiori servono per integrare le informazioni visive, mentre gli inferiori (destro e sinistro) hanno la funzione di integrare le informazioni provenienti dal nucleo cocleare dorsale e dal complesso olivare.

Dal collicolo inferiore le fibre che trasportano le informazioni sonore arrivano al talamo. Il talamo è un importante centro nervoso per le vie sensitive. Dal talamo partono fibre per attivare la corteccia cerebrale, inoltre questo organo svolge una funzione associativa tra diverse aere della corteccia cerebrale. La sensibilità acustica dal collicolo inferiore raggiunge il corpo genicolato mediale. Quest'ultimo è un nucleo che si trova nella parte posteriore del talamo. Ricordo l'esistenza del corpo genicolato laterale il quale ha funzioni visive. 

Dai corpi genicolati mediali partono le fibre nervose che raggiungono la corteccia uditiva. Viene chiamata corteccia uditiva primaria la zona dove arrivano direttamente i segnali elettrici provenienti dall'apparato uditivo. Brodmann ha suddiviso le varie zone della corteccia cerebrale in aree, quelle che ricevono i segnali acustici sono le aree 41 e 42 di Brodmann (indicate col n. 4 nella figura).

Nelle aree 41 e 42 arrivano le sensazioni acustiche dopo un lungo percorso e dopo essere state trasformate in segnali elettrici dalla coclea.

 

 

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Per compenso vestibolare s'intende il meccanismo spontaneo attraverso il quale un soggetto che ha perso completamente la funzione di un labirinto recupera l'equilibrio utilizzando il labirinto sano. E' questo un fenomeno che ha quasi del miracoloso e lo si osserva molto bene dopo gli interventi di distruzione labirintica o di neurectomia vestibolare.
Quando a causa di un atto chirurgico il paziente perde la funzione di un labirinto compaiono sintomi importanti di tipo vestibolo-oculomotorio e di tipo vestibolo-spinale. Il paziente ha una vertigine rotatoria intensa, nistagmo spontaneo orizzontale rotatorio che batte verso il lato sano, tendenza a deviare e a cadere verso il lato dove ha perso il labirinto. Il paziente ha quindi difficoltà a mantenere la posizione eretta e a camminare.
La sintomatologia descritta è imponente nei primi giorni, poi si riduce progressivamente per intensità. Nelle settimane e nei mesi successivi arriva a scomparire. La scomparsa dei sintomi con la ripresa del senso dell'equilibrio è dovuta al fatto che il labirinto sano assume la funzione di apparato regolatore dell'equilibrio e riesce, nell'arco del tempo indicato, a sostituire o meglio "a compensare" il labirinto totalmente deficitario. In pratica un labirinto arriva a svolgere la funzione vestibolare che avevano i due labirinti.
Il compenso vestibolare è un esempio della plasticità del sistema nervoso centrale.
La funzione più importante di questo meccanismo è svolta dai nuclei vestibolari. 

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Solitamente è il ristagno di secrezioni catarrali a determinare questo sintomo. Una buona respirazione nasale ed una buona fluidità delle secrezioni catarrali sono importanti per eliminare questo problema. Per quanto attiene la respirazione nasale sono importanti i decongesionanti, ma non sempre questi portano ai risultati desiderati.

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