L’attività libero professionale dei medici è una parte fondamentale e insostituibile nell’assistenza sanitaria di tutti gli italiani.
L’assistenza, come è noto, è in gran parte erogata dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che risponde al dettato dell’articolo 32 della Costituzione “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.”
L'azione fondamentale, cioè quella della tutela individuale della salute, è tra i compiti del SSN. Questo principio costituzionale si scontra con la realtà: non è possibile raggiungere tempestivamente tutti i cittadini. Pertanto al SSN si affianca l’attività sanitaria privata. Questa è costituita da una importante rete di cliniche private e medici liberi professionisti che prestano la loro opera nelle strutture private, nei poliambulatori e in numerosi studi medici personali. Il vantaggio per la popolazione di questo doppio sistema è innegabile.
Il SSN può essere visto come una macchina che funziona a ritmo continuo, con limitate possibilità di incrementare l’attività in caso di emergenze. Inoltre è poco adatto ad ascoltare le esigenze di coloro che desiderano un trattamento più personalizzato. E' noto a tutti che il SSN presenta un fenomeno, quello delle liste d'attesa, che in alcuni casi rende il servizio lento e non idoneo a fronteggiare le richieste dei cittadini più esigenti. L'attività privata, in molti casi, non ha liste d'attesa; ogni richiesta viene soddisfatta in poco tempo, spesso non più di 7-10 giorni.
L’attività libero professionale ha una funzione complementare al sistema. E’ in grado di offrire prestazioni di secondo livello in tutte le occasioni. La forza dei medici che lavorano nel settore privato è quella di poter incrementare immediatamente l’attività in relazione alle esigenze dei pazienti. Altro aspetto importante dell'attività privata è quello di formulare un secondo parere.
Chi legge può pensare che l’attività privata sia molto onerosa per i pazienti-utenti. Questo è solo in parte vero. Esistono molte Assicurazioni private che possono mitigare queste spese. Non è raro trovare queste forme di assistenza sanitaria integrativa inserite nei contratti di molti lavoratori e, come ho specificato in un apposito articolo, esistono lavoratori o loro famigliari che potrebbero avere una Assicurazione Privata ma non la utilizzano per semplice distrazione.
Le persone e anche le istituzioni fanno fatica a comprendere le difficoltà che esistono nel gestire la libera professione sanitaria. Ricordo una vecchia frase di Sir Winston Churchill che spiega i tre punti di vista della gente nei confronti dell’impresa privata. Alcuni la vedono come una tigre feroce da uccidere e altri come una vacca da mungere. La realtà è che l’attività privata è come “un robusto cavallo che tira un carro molto pesante.”
Quando si parla di libera professione del medico il discorso è quasi sempre riferito ai medici universitari o ospedalieri che agiscono, a pagamento, all’interno degli ospedali (libera professione intramoenia). Il mio pensiero è stato sempre contrario all’attività intramoenia. All’interno dell’ospedale il medico dovrebbe lavorare solo per l’interesse della struttura, come dipendente e non come libero professionista. Questa istituzione [intra-moenia] dell'attività libero-professionale crea non poche disfunzioni: è noto che l'equipe medica di una Struttura Operativa ha interesse che ci siano lunghe liste di attesa. Tante volte non è necessario liste lunghissime, in molte specialità una attesa di 15/20 giorni per una visita è sufficiente a far dirottare diverse persone verso la libera professione. Per esempio se una persona ha epistassi, cioè un sanguinamento dal naso, è inutile una visita dopo 20 giorni. Qualcuno può pensare che esistono i servizi di pronto soccorso. Ma spesso quando queste persone arrivano al pronto soccorso ricevono un rapido trattamento e un invito a rivolgersi ad uno specialista, seguendo le normali prenotazioni oppure viene indirizzato, a volte in modo non esplicito, presso quei medici che fanno attività intra-moenia.
Ciò che appare assurdo è che attraverso la libera professione intra-moenia il medico dipendente del SSN arriva a guadagnare spesso anche il doppio dello stipendio. Se poi pensiamo che una buona quota di quanto viene pagato direttamente dal paziente (mediamente il 30%) va alla struttura esiste un duplice interesse. Sia il medico che la struttura ospedaliera traggono buoni profitti dall'attività libero professionale, tutto questo va a scapito dell'attività istituzionale.
I pazienti devono sapere che rivolgersi ad un pronto soccorso di un piccolo ospedale per problemi otorinolaringoiatrici può costituire un problema. E' possibile uscire dal pronto soccorso semplicemente con il consiglio di rivolgersi ad un otorinolaringoiatra.
Ha ragione Sir Winston Churchill, l'attività esclusivamente privata è molto simile al lavoro di un cavallo che tira un carro pesantissimo. Tutto questo avviene anche con la concorrenza da parte del servizio pubblico, che ritarda i compiti istituzionali (lunghe liste d'attesa) per favorire una attività privata intra-moenia. La libera professione privata è importante nella società. E' molto utile che sul territorio ci siano medici in grado di eseguire visite per fronteggiare urgenze, per chiarire situazioni che altri medici hanno lasciato indefinite, o per confermare terapie o altri consigli. Tutto questo non ad orari fissi, senza liste di attesa, ma in un sistema che ha la capacità di dilatarsi in caso di necessità. Questa è l’attività del medico libero professionista.
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