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Dott. Carlo Govoni

Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia

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Testi

L'udito è il più importante senso che l'uomo possiede.

L'udito non è solo il senso che permette di ascoltare i suoni, è il senso che dà all'essere umano la facoltà di sviluppare il linguaggio parlato. Solo con lo sviluppo del linguaggio si sviluppa il pensiero umano. 
E' vero che il linguaggio si può sviluppare anche in forma scritta o in modalità visivo-gestuale, però la potenza del linguaggio parlato, quindi la modalità verbo-acustica, è nettamente superiore alle altre.

Gli uomini pensano nella lingua in cui sono abituati a parlare.

L'udito rappresenta quindi il senso più importante perchè l'uomo, con l'udito, comunica col linguaggio parlato e sviluppa pienamente il suo pensiero.

Non esiste altro senso così strettamente correlato allo sviluppo del pensiero. Tatto, olfatto e gusto sono percezioni sensoriali finalizzate a fornire determinate informazioni che ci permettono di conoscere l'ambiente che ci circonda. La vista è sempre un senso importante che ci integra con l'ambiente ma le sole immagini non sono altrettanto importanti come le parole. La vista è importante perché attraverso la lettura ci permette di aggiungere al linguaggio parlato anche il linguaggio scritto.
La scrittura è un mezzo espressivo, ma è difficile da realizzare. Per scrivere sono indispensabili la vista, la luce, una buona manualità, uno strumento per scrivere e un supporto su cui farlo. Il linguaggio è semplicissimo da concretizzare, basta avere un buon udito e aver sviluppato il linguaggio. L'articolazione dei fonemi, la loro emissione e la loro comprensione sono eventi automatici per l'uomo che vive in una comunità.
Il classico schema che vede il nostro cervello come un computer dotato di afferenze ed efferenze sarebbe molto limitato se le efferenze fossero solo quelle scritte. Il nostro cervello, o più propriamente il nostro pensiero, si sviluppa attraverso le afferenze uditive e le efferenze linguistiche.

Riporto altre tre considerazioni che sottolineano l'importanza del senso dell'udito [da Carlo Govoni, "La sordità infantile", 1994, Parma, pag. 55].
1 - La quantità di informazioni che raggiungono l'encefalo attraverso il nervo vestibolo-cocleare (o nervo acustico) è notevole. E' questo uno dei più grossi nervi cranici: ha un diametro tra 2 e 5 mm e contiene circa 25.000 fibre nervose.

2 - I messaggi sonori raggiungono l'orecchio da qualsiasi direzione dello spazio e soprattutto non trovano validi ostacoli nel loro cammino.

3 - L'apparato uditivo, a differenza di tutti gli altri sistemi sensoriali, è attivo 24 ore su 24, senza che si possano riscontrare veri e propri momenti di riposo. 

Gli acufeni (ovvero i ronzii) nelle orecchie sono un enigma: hanno molte cause, ma alcune come il diabete, l'ipertensione, l'ipercolesterolemia e l'uso continuativo di farmaci meritano una trattazione speciale.

Esistono diversi studi che prendono in considerazione l'associazione di malattie generali con gli acufeni. La mia tesi è che gli acufeni sono un sintomo che si accompagna a quasi tutte le malattie dell'orecchio ed anche non poche malattie extraotologiche. Tra le malattie che non riguardano l'orecchio ci sono malattie che provocano danni alla microcircolazione oppure danni alla coclea. La coclea si rivela un organo molto sensibile a queste sollecitazioni patologiche. La difficoltà del sangue a circolare all'interno della coclea si manifesta in due modi: diminuzione dell'udito e acufene. Il danno uditivo è più spesso un deficit monolaterale di tipo neurosensoriale che interessa maggiormente le frequenze acute. L'acufene è quasi sempre un sibilo a tonalità acuta presente solo nell'orecchio interessato dalla diminuzione uditiva. Esiste anche un problema ancora difficile da chiarire. La presenza di un acufene che parte dalla coclea, percorre le vie nervose centrali e viene percepito dalla corteccia cerebrale come suono fastidioso. Se il fenomeno dura per molto tempo (acufene cronico) il fastidio supera la coclea e si stabilizza a livello corticale.

In rari casi il deficit neurosensoriale è limitato alle frequenze gravi.

Ritengo che sia molto frequente il danno sulle frequenze acute perché queste sono analizzate dai recettori (cellule ciliate) del giro basale della coclea. Questo è il punto più debole dove è più frequente il riscontro di disfunzioni. 

2021 novembre 08 acufeni govoni

 

In uno studio pubblicato su Journal of General Internal Medicine (2013) si è visto che 70.000 donne seguite per 20 anni che assumono regoalrmente acido acetilsalicilico (6 o 7 giorni alla settimana) come antiinfiammatorio o analgesico hanno il 16% di possibilità di manifestare un acufene. Non è così per chi assume acido acetilsalicilico a basso dosaggio (non più di 100 mg/die) come anticoagulante non hanno questo problema.

 

In medicina si usano molto spesso le parole apparato e sistema, pensiamo che siano sinonimi, non è così, hanno significati diversi.

L'apparato è formato da organi vicini tra loro e deputati alla stessa funzione. Per esempio parliamo di apparato escretore per comprendere i reni, gli ureteri, la vescica e l'uretra. Si tratta di organi ben diversi, però tutti finalizzati alla filtrazione del sangue, produzione di urina e la sua escrezione dal corpo. Per quanto riguarda il distretto testa-collo che è un argomento ampiamente trattato in questo sito, si nomina spesso, per esempio, l'apparato uditivo. Per apparato uditivo intendiamo l'insieme costituito dalle due orecchie, dalle vie nervose uditive fino alla corteccia cerebrale. Nelle orecchie sono comprese le due coclee dove si trasformano i suoni in segnali elettrici. I segnali elettrici percorrono le vie nervose e così possono raggiungere le aree cerebrali uditive per la comprensione dei suoni ed anche per la loro memorizzazione.

 

2021 novembre 08 acufeni govoniIl percorso di un suono: dall'orecchio al cervello.
Questo è l'apparato uditivo.

 

Altro apparato molto noto è quello masticatorio. La masticazione è una funzione che non dipende solo dai denti, ma da un apparato complesso formato dai denti che sono inseriti sulla mandibola e sulle ossa mascelari, la cavità orale e le secrezioni salivari prodotte da ghiandole salivari maggiori (parotidi, sottomandibolari e sottolinguali), la lingua e tutta la muscolatura utile per i movimenti mandibolari. Come si può capire da questi esempi un apparato comprende organi ben diversi tra loro come muscoli, ghiandole, nervi, ecc. Il concetto fondamentale che definisce un apparato è che i vari organi che lo costituiscono svolgono la stessa funzione e sono anche in continuità anatomica 

Il concetto di sistema è più complesso: esiste sempre la medesima finalità funzionale come per gli apparati, ma manca la continuità anatomica. Un sistema verso il quale ho fatto spesso dei riferimenti è il sistema di orientamento spaziale. Viene indicato sistema di orientamento spaziale l'insieme di tutti gli organi che servono per il mantenimento della posizione eretta, per le funzioni statiche (come lo stare seduti) e per le funzioni dinamiche come stare in piedi, correre e camminare. Si è visto che il sistema di orientamento spaziale comprende gli apparati vestibolare, visivo e propriocettivo. Questi apparati hanno caratteristiche peculiari e sono privi di continuità anatomica. Tutto il sistema è coordinato dal sistema nervoso centrale ed in particolare dai nuclei vestibolari.

connessioni afferenti efferenti nuclei vestibolari rilievoIl sistema di orientamento spaziale

 

In questo sito troverete articoli dedicati ad un argomento che ritengo di estremo interesse per capire che cos'è l'uomo. L'uomo ha due apparati (uditivo e fonatorio) indispensabili per interagire e il sistema nervoso centrale. Tutto questo sistema è fondamentale per lo sviluppo del pensiero. Il sistema che unisce apparato udivo, apparato fonatorio e sistema nervoso centrale prende il nome di sistema otoneurolaringologico

 

In sintesi: sia il sistema che l'apparato sono un insieme di organi che cooperano per svolgere la stessa funzione. Nell'apparato gli organi sono in continuità anatomica, mentre nel sistema manca la continuità anatomica. 

 

 

 

 

 

 

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Il russare non è una malattia, è un fenomeno molto fastidioso che in alcuni casi può essere un sintomo di problemi clinici di una certa rilevanza. Russare è un sintomo particolare, fastidioso solo per coloro che dormono accanto ad una persona che russa. Quasi sempre non comporta alcun problema per la persona che russa. Però questo problema va affrontato come qualsiasi altro sintomo. Se è un semplice fastidio potrà essere un fenomeno trascurabile; ma se il fenomeno si associa ad apnee nel sonno o ad altri disturbi respiratori allora si dovranno valutarne le cause perché il paziente potrebbe avere anche una patologia importante.

Il russare ha rilevanza sociale, infatti esistono persone che hanno difficoltà a dormire con il proprio partner o con gli amici. Il russare è anche correlabile ad una eccessiva stanchezza e alla necessità di dormire.

 stanchezza riposo russare govoni pixabay

Sul piano fisiologico il russare è un fenomeno che avviene con maggiore facilità quando la persona dorme stando in posizione orrizzontale. I motivi che portano al russamento sono restringimenti eccessivi lungo la via respiratoria ed anche una flaccidità delle mucose che rivestono tali vie. Spesso è coinvolta la mucosa che costituisce il palato molle o che riveste altre parti del faringe, questa subisce un eccessivo rilassamento ed entra in vibrazione generando un rumore. Il meccanismo è poi accentuato da numerosi fattori quali l'attività espiratoria, la presenza o meno di restringimenti a carico delle vie aeree superiori, la morfologia del naso, dell'orofaringe e della laringe. A carico del naso i restringimenti più tipici sono le deviazioni del setto e le ipertrofie dei turbinati. A carico dell'orofaringe si riscontrano restringimenti a livello di palato molle, tonsille palatine e tonsille linguali. Il coinvolgimento della laringe lo ritengo più raro: qui possono esserci edemi o flaccidità (ptosi) delle corde vocali. Il fenomeno del russare è un evento a genesi multifattoriale e pertanto difficile da comprendere e da inquadrare.

1 - Esistono persone che semplicemente russano quando dormono. Hanno un sonno ristoratore e non hanno alcun problema fisico. Non sono stanche durante il giorno. In questi casi non si può parlare di malattia, ma si tratta di un sintomo fastidioso soprattutto per gli altri.
2 - Esistono persone che durante il sonno russano e passano brevi periodi di scarsa ossigenazione ed anche di apnea. Queste persone per periodi variabili, anche della durata di un minuto, trattengono il respiro e fanno questo più volte in un'ora di sonno. E' questo il segno clinico della Sindrome dell'Apnea Ostruttiva nel Sonno [OSAS - Obstructive Sleep Apnea Sindrome ].

I casi che ho indicato al punto 2 sono quelli dove il russamento costituisce una malattia. In questi casi si parla di roncopatia.

 

apnee nel sonno govoni woman pixabay

 

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Nell'anno accademico 2017 / 2018 presso l'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma si è tenuto il primo Master di secondo livello in Vestibologia. Al master hanno partecipato alcuni specialisti in otorinolaringoiatria che si dedicano con particolare passione alle malattie dell'equilibrio. La soddisfazione dei discenti è stata unanime. Si è anche creato un gruppo di studio che si incontrerà di nuovo a Roma. Il corso è stato magistralmente organizzato e diretto dal prof. Giovanni Ralli del dipartimento Organi di Senso del Policlinico Umberto I°.

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 Il dott. Carlo Govoni ha partecipato attivamente a questo Master ed ha conseguito il titolo.

 

orecchio quattro parti govoni ottimo bravo otorino

Il sistema vestibolare comprende quella parte dell'orecchio interno denominata "labirinto"
e le vie nervose vestibolari a partenza dal nervo vestibolare.

 

Il 21 febbraio 2020 si è tenuto a Roma un incontro di studio al quale hanno partecipato molti specialisti che hanno conseguito questo Master. Tra questi anche il dott. Carlo Govoni.

I partecipanti al Master il 2 marzo 2024 si sono incontrati a Roma per un nuovo aggiornamento scientifico. C'è stato un interessante incontro di studio: Novità in Vestibologia. 

 

 

 



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