Carlo Govoni
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La salute non è tutto, ma senza salute, tutto è niente. (Arthur Schopenhauer)
Health is not everything, but without health, everything is nothing. (Arthur Schopenhauer)
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Prenotare una visita è un gesto semplice che potrebbe risultare molto importante
Booking a check-up is a simple thing that could be very important
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E' possibile prenotare una visita in qualsiasi momento con una semplice telefonata al 3358040811
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Benvenuti
Welcome!
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Dott. Carlo Govoni
Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia
Tel. 3358040811 dal lunedì al venerdì preferibilmente dalle 10,30 alle 12,00
NO SMS NEL SITO NON C'E' PUBBLICITA'
Definizioni sull'anatomia, fisiologia e sulle malattie dell'apparato vestibolare per capire meglio il linguaggio dei medici otoneurologi o vestibologi. In questo sito esiste anche una analoga pagina denominata definizioni di otologia alla quale si rimanda per quanto attiene più propriamente all'apparato uditivo.
Acufene: percezione di un ronzio o di un rumore fastidioso che non è presente nell'ambiente. E' questo più propriamente un sintomo otologico e si rimanda alla pagina dedicata alle definizioni in otologia. L'acufene però caratterizza anche non poche malattie dell'apparato vestibolare.
Sinonimi di acufene: tinnito, ringing, scampanio.
Acustico (nervo): è l'ottavo nervo cranico, però si ritene più corretto chiamarlo nervo vestibolo-cocleare, in quanto è formato da due distinti fasci nervosi: il nervo cocleare e il nervo vestibolare. Quest'ultimo è il nervo che veicola tutte le afferenze provenienti dall'apparato vestibolare.
Il nervo vestibolo-cocleare è formato dall'unione del nervo cocleare (10)
col nervo vestibolare (9).
Coloro che sentono poco (ipoacusici) sono molti, si parla di oltre sei milioni in Italia, si tratta in massima parte di persone anziane. Col passare dell'età la diminuzione dell'udito è fisiologica.
Leggi tutto: Quando una protesi acustica può migliorare l’udito?
L’impianto cocleare, proposto già negli anni sessanta, dopo una continua evoluzione, è oggi un dispositivo elettronico strutturalmente molto preciso che ha la funzione di stimolare elettricamente il nervo cocleare.
E’ noto che l’orecchio sul piano funzionale si divide in tre parti: orecchio esterno, orecchio medio, orecchio interno (o coclea) e nervo cocleare (Fig. 1).
Fig. 1 - Le tre parti in cui si divide l'orecchio.
L'orecchio esterno (external ear) serve per raccogliere le onde di pressione sonora e convogliarle verso la membrana timpanica (tympanic membrane).
L’orecchio medio (middle ear) è costituito da una parte meccanica denominata apparato di trasmissione. E’ formato dalla membrana timpanica e dalla catena dei tre ossicini (martello, incudine e staffa). L’orecchio medio serve per trasformare le onde sonore (onde di rarefazione e compressione dell’aria) in una vibrazione di tipo meccanico. Queste vibrazioni attraverso la staffa e la membrana della finestra ovale, raggiungono la coclea. Le vibrazioni sonore determinano una compressione ed una decompressione sui liquidi endococleari (perilinfa ed endolinfa).
L’orecchio interno (inner ear), ai fini della funzione uditiva, si identifica con la coclea. La coclea è un organo importantissimo, è interamente scavata all’interno della rocca petrosa (parte dell’osso temporale) e svolge una funzione fondamentale: la trasduzione meccano-elettrica. Sappiamo che staffa e membrana della finestra ovale sollecitate dai suoni, provocano vibrazioni. All’interno c’è un liquido denominato perilinfa e per effetto dei suoni questo subisce variazioni di pressione. All’interno della coclea c’è un complesso sistema di membrane dove scorre anche un secondo liquido: l’endolinfa. Schematicamente nella coclea è presente un duplice sistema di liquidi separati da delicate membrane. Il liquido più abbondante è la perilinfa. La sollecitazione sonora di tipo meccanico che proviene dall’orecchio medio comporta oscillazioni di tipo pressorio prima sulla perilinfa e poi sull’endolinfa. L’endolinfa è in contatto con la parte più interessante della coclea: l’organo di Corti.
Leggi tutto: Impianto cocleare: una soluzione chirurgica per la sordità profonda
Uno dei più recenti progressi in medicina è l'evoluzione degli impianti cocleari: una importante soluzione protesica per le ipoacusie neurosensoriali gravi e profonde e anche per alcune neuropatie uditive.
Nei giorni dal 14 al 17 novembre 2018 presso il G.B. Mangioni Hospital di Lecco (LC) si terrà un importante corso teorico-pratico sugli impianti cocleari organizzato dal direttore del reparto di otorinolaringoiatria dott. Gianfranco Niedda. Come già detto in altri articoli presenti in questo sito l'impianto cocleare è sato proposto negli anni ottanta, ma è nell'ultimo decennio che questi impianti sono stati perfezionati e oggi molte persone possono contrastare efficacemente la loro ipoacusia e migliorare la loro comunicazione. Nelle persone adulte affette da grave ipoacusia bilaterale l'impianto è visto come un'importante conquista. Oggi le indicazioni si sono allargate alle gravi ipoacusie monolaterali e anche a selezionati casi di Malattia di Menière.
Impianto cocleare NAIDA - parte da impiantare
All'estrema destra l'elettrodo che dovrà essere inserito nella coclea
Leggi tutto: Lecco - G.B. Mangioni Hospital - impianti cocleari: corso pratico avanzato
L'oto-microscopia (o microotoscopia) è una indagine diagnostica che utilizza un microscopio binoculare per vedere ingrandito il condotto uditivo esterno fino alla membrana timpanica. Il primo vantaggio è il maggiore ingrandimento rispetto agli otoscopi a batteria. Il secondo vantaggio è costituito dal fatto che l'otomicroscopio è dotato di un sistema che lo fa star fermo con un proprio sostegno (stativo) e pertanto il medico ha le mani libere. Questo si vede bene nella terza immagine. Il fatto che la parte utilizzata per la visione stia ferma è molto utile. Con una mano il medico può rendere più rettilineo il condotto facendo trazione sul padiglione e con l'altra può compiere piccole manovre. Sotto visione microscopica sono possibili numerose manovre nella massima sicureza e l'operatore ha una maggiore precisione nella visione dei dettagli e negli interventi. La manovra dell'otomicroscopia non è invasiva, non provoca dolore, è incruenta. Al paziente si chiede solo di stare fermo. Normalmente il tempo di esecuzione è breve, meno di dieci minuti. Però nei casi complicati i tempi possono prolungarsi.
Non esistono limiti di età. Per esempio è possibile fare l'otomicroscopia anche in un neonato che sonnecchia sul lettino. E' quasi impossibile farla nei bambini dai due a cinque anni, irrequieti, che non hanno alcuna intenzione di stare fermi. Il fatto che il soggetto stia fermo è un requisito fondamentale, in quanto bastano piccoli movienti per rendere le immagini sfuocate. Una visione non perfettamente a fuoco è inutile. Alcuni scrivono sul WEB che l'otomicroscopia si fa quando c'è dolore nell'orecchio. Non è vero. L'otoscopia col microscopio si può fare sempre, l'unica condizione è che per alcuni secondi il soggetto deve stare fermo.
Otomicroscopio - oculari
Il corpo dell'otomicroscopio.
Il microscopio che si utilizza è un biomicroscopio che consente 6 - 10 - 16 ingrandimenti. E' uno strumento ben diverso dal microscopio tradizionale che si utilizza per vedere i microorganismi come i batteri o i lieviti. La caratteristica fondamentale è la visione binoculare e l'illuminazione coassiale. Con questo sistema quando si mette a fuoco lo strumento anche l'illuminazione è perfetta per il campo di manovra (il condotto uditivo) che si vuole esplorare.
Otomicroscopio completo di stativo.
In questo articolo con otomicroscopia o microotoscopia (MOS) intendiamo la manovra a scopo diagnostico che viene eseguita in ambulatorio. L'otomicroscopia è anche il primo passo che si esegue per iniziare un intervento chirurgico dell'orecchio. L'oto-Microscopia è spesso correlata alla Video-Otoscopia. Quest'ultimo esame non è altro che una mirco-otoscopia dove lo strumento è stato collegato ad una videocamera per la registrazione delle immagini.
Otoscopia con otoscopio a batteria.
Nella foto qui sopra si vede una otoscopia eseguita con otoscopio a batteria. E' questo lo strumento più pratico in uso nell'ambulatorio otorinolaringoiatrico, come si può vedere una mano è sempre necessaria per reggere lo strumento, pertanto le possibilità di fare manovre endoauricolari sono molto ridotte. Altra differenza sostanziale con la microotoscopia sono gli ingrandimenti. Con un otoscopio a batteria si ha una visione di 1,5 - 2 ingrandimenti.
Cosa si vede con l'otomicroscopia?
Si vede il fondo del condotto uditivo e soprattutto la membrana timpanica come in questo disegno.
Membrana timpanica orecchio destro.
Le iniezioni endotimpaniche si fanno in otomicroscopia?
Una procedura terapeutica che alcuni medici propongono sono le iniezioni endotimpaniche. Il meccanismo è semplice: con un lungo ago si perfora la membrana timpanica e si inietta il farmaco. Questa manovra, perché possa avvenire in sicurezza, deve avvenire con controllo microscopico.
In verde l'ago utilizzato per l'iniezione - 8 - membrana timpanica:
1 - condotto uditivo esterno.
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- L'otoscopia (visione della membrana timpanica)
- L'impedenzometria (una valutazione oggettiva della flessibilità della membrana timpanica)
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