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Dott. Carlo Govoni

Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia

Tel. 3358040811 dal lunedì al venerdì preferibilmente dalle 10,30 alle 12,00   

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Testi

La medicina è una disciplina che si sviluppa sia in senso scientifico che in senso artistico; queste considerazioni sono perfettamente applicabili all'otorinolaringoiatria. Ritengo che uno dei più grandi uomini che hanno saputo coniugare arte e scienza sia stato Leonardo da Vinci (1452 - 1519).   Il 2 maggio 2019 è stato il 500° anniversario della sua morte ed ho scritto questo articolo per ricordare il grande scienziato ed artista toscano. 

Leonardo da Vinci 1490 vitruvian man

 L’uomo vitruviano è uno dei più noti disegni di Leonardo da Vinci.

 

Molti si chiedono che cosa raffigura questo enigmatico disegno. Per comprenderlo occorre fare riferimento al trattato “De Architectura” di Vitruvio (I° sec. a.C.). Un problema che ha interessato gli scultori e gli architetti dell’antichità è stato quello di codificare le proporzioni del corpo umano. I primi a porsi questo problema furono gli scultori greci del V° secolo a.C.  Gli scutori  realizzarono statue di uomini, spesso atleti, rappresentando così il loro concetto di proprozioni ideali. Vitruvio affrontò il medesimo problema descrivendolo.

Il problema delle proporzioni del corpo umano ha sempre interessato gli artisti per diverse ragioni.

a) per avere un ideale di uomo (o di donna) a cui fare riferimento. La ricerca della bellezza ideale è propria dell'arte classica greca.

b) per dare le giuste proporzioni agli spazi architettonici. Questo è stato il problema che si pose Vitruvio. 

Leonardo da vinci nel 1490 cercò di rappresentare gli ideali di Vitruvio con questo disegno. Al di sopra del disegno Leonardo ha scritto:

Vetruvio architetto mette nella sua opera d’architettura che lle misure dell’homo sono della natura disstribuite in quessto modo.

Cioè, che 4 diti fa un palmo e 4 palmi fa un piè; 6 palmi fa un cubito, 4 cubiti fa un homo, e 4 cubiti fa un passo, e 24 palmi fa un homo; e cqueste misura son ne’ sua edifizi.

Se ttu apri tanto le gambe che ttu chali da chapo 1/14 di tua alteza, e apri e alza tanto li bracci che colli lunghi diti tu tochi la linia della sommità del chapo, sappi che ’l cientro delle stremita delle aperte membra fia il bellicho.

E llo spatio che ssi truova infra lle gambe fia triangolo equilatero.

leonardo da vinci autoritratto torino libreria reale 1510 1515

 

 

Ossigenoterapia iperbarica è un mezzo di cura molto utile per il trattamento di malattie di tipo ischemico e in particolare per la perdita uditiva denominata ipoacusia improvvisa. 
L’ipoacusia è un sintomo (per sintomo si intende quello che percepisce il paziente), si tratta di una diminuzione dell'udito. Il fenomeno è semplice: una persona che ha un udito normale, improvvisamente, avverte di sentire meno da un orecchio con sensazione di orecchio pieno (fulness), a volte percepisce anche un acufene, cioè un ronzio o un sibilo. 
Per calo uditivo improvviso si intende una perdita che si realizza nell’arco di pochi minuti o al massimo di qualche ora, comunque si tratta sempre di un evento che si instaura in tempi molto brevi.  In queste pagine si esclude la perdita uditiva in consenguenza di un trauma cranico, oppure da perforazione della membrana timpanica oppure dopo uno scoppio o percezioni di rumori molto intensi (trauma acustico acuto).
La perdita uditiva improvvisa di cui parlerò colpisce un orecchio soltanto (è sempre monolaterale). I casi di perdita uditiva bilaterale improvvisa esistono, ma sono eccezionali.
 
audiometria covid 19 lieve vaccino carlo govoniEsempio di audiogramma di una persona normoacusica che ha subìto
una ipoacusia improvvisa lieve nell'orecchio destro (linea rossa) 
 
La causa dell'ipoacusia improvvisa che trova beneficio dall'ossigenoterapia è un deficit nella circolazione ematica (del sangue) della coclea. Le cellule ciliate, cioè i recettori uditivi vanno in estrema sofferenza, e da qui la diminuzione dell’udito. Attraverso la camera iperbarica il paziente respira ossigeno puro ad una pressione superiore a quella atmosferica. Durante la seduta di ossigenoterapia l’ossigeno contenuto nel plasma aumenta da 12 a 15 volte. Circolano globuli rossi più carichi di ossigeno. In questo modo l’ossigeno può diffondersi facilmente nei tessuti ischemici. Nel caso dell’ipoacusia improvvisa l’ossigeno aumenta all’interno della coclea. I recettori cocleari (cellule ciliate) che erano sofferenti a causa della riduzione dell’apporto sanguigno (ischemia) ricevono sangue che contiene una maggiore quantità di ossigeno. Questo spesso si dimostra sufficiente per contrastare la sofferenza delle cellule ciliate e riattivarle in senso funzionale. Le cellule riacquistano la loro funzione, cioè quella di inviare segnali al cervello in risposta ai suoni. Con parole più semplici: l'ossigenoterapia migliora l’udito. 
 
 fidenza camera iperbarica govonicarlo parma
 

Il 18 aprile 2015 si è svolto a Salvarola Terme (prov. Modena) un incontro di aggiornamento tra specialisti otorinolaringoiatri e medici di medicina generale. Si incontreranno gli spec. ORL delle provincie di Modena e Reggio con i medici di base della zona. Promotore dell'incontro è il direttore sanitario dell'istituto termale dott. Mahmoud Aboumerhi.
Gli argomenti trattati sono stati numerosi, attuali e molto interessanti.

sassuolo convegno modena 2015

Con il miglioramento delle tecniche di Risonanza Magnetica Nucleare mirata sui nervi cocleare, vestibolare e facciale è sempre più frequente la diagnosi di conflitto neuro-vascolare in persone che soffrono per un acufene.

Non è raro che nella risposta del neuroradiologo il paziente legga una definizione alquanto sibillina: conflitto neurovascolare.

La prima osservazione da fare è analizzare le caratteristiche dell'acufene in rapporto al conflitto. Se l'acufene è omolaterale al conflitto, cioè è avvertito in un solo orecchio e questo è quello dove è stata posta diagnosi di conflitto neuro-vascolare, allora il caso merita un particolare approfondimento. In particolare se l'acufene ha caratteristiche pulsanti sincrone col battito cardiaco.
Se si verifica il contrario, per esempio, il conflitto è stato diagnosticato a destra e il paziente percepisce uno strano ronzio a sinistra è evidente che i due eventi non hanno alcuna relazione. Sono dubbi anche quei casi dove il paziente pensa di avere un acufene "nella testa" o in entrambe le orecchie e il conflitto viene evidenziato dal radiologo in un solo orecchio. 

Che cos'è il conflitto neurovascolare?

Si tratta di una interferenza, o più spesso una compressione di un vaso arterioso o venoso, verso un nervo cranico. Si tratta di una malattia peculiare della base cranica. In questa pagina si parla di acufeni e pertanto il discorso è limitato ai conflitti a carico dei nervi cranici VIII°(acustico o vestibolo-cocleare) e VII° (facciale). Questi nervi escono dall'osso temporale, percorrono il condotto uditivo interno e l'angolo ponto-cerebellare affiancati. Nella terminologia medica l'insieme di questi nervi è anche detto: pacchetto acustico-facciale. I conflitti neuro-vascolari possono interessare diversi nervi cranici, i più noti sono quelli col nervo vestibolo-cocleare (VIII°); col facciale (VII°), col trigemino (V°) e col glosso-faringeo (IX°). Sono più frequenti i conflitti che coinvolgono il nervo facciale e il nervo trigemino.

Come ho scritto nel titolo mi concentrerò sui conflitti che generano acufeni (o tinnitus), cioè ronzii nelle orecchie, pertanto è sempre interessato il pacchetto acustico-facciale. Qui il nervo interessato è il vestibolo-cocleare (VIII°), chiamato anche nervo stato-acustico.

Per comprendere meglio il problema è necessario fare alcune precisazioni di carattere anatomico sul nervo vestibolo-cocleare. Questo nervo decorre unitamente al nervo facciale e l'insieme prende il nome di pacchetto acustico-facciale (è indicato con 2 nella figura sottostante)

Il contatto tra un vaso (quasi sempre arteria cerebellare anteriore-inferiore) ed il nervo vestibolo-cocleare è una possibile causa di acufeni pulsanti. Questa arteria tende a formare un'ansa (4) che si appoggia sul pacchetto acustico facciale (2) e in molti casi proprio da quest'ansa si diparte l'arteria uditiva interna (3). Un' altra caratteristica di questo tipo di conflitto sono gli attacchi ricorrenti di vertigini, questi si verificano quando il contatto tra vaso arterioso e nervo riguarda il nervo vestibolare. Si hanno attacchi di vertigine di breve durata, spesso associati ad acufeni (vestibular paroxysmia).

angolo ponto cerebellare anatomia didascalieVisione dell'angolo ponto-cerebellare destro secondo la via d'accesso retrosigmoidea.
1: nervo trigemino;  5: tronco basilare;  6: nervi misti 
Altri numeri nel testo.

 

Le varianti anatomiche rispetto al disegno sono numerose. Nel disegno si vede il pacchetto acustico facciale penetrare nell'osso temporale attraverso il meato acustico interno. In alcuni casi l'ansa (4) dell'arteria cerebellare anteriore inferiore è più lunga e penetra all'interno del meato acustico interno (o condotto uditivo interno). Coloro che presentano questa variante è più facile che vadano incontro ad acufeni.

Come è già stato detto il nervo vestibolo-cocleare decorre affiancato al nervo facciale, pertanto è relativamente frequente che un vaso arterioso possa esercitare un contatto e una pressione anche sul nervo facciale (VII° nervo cranico). In questi casi il sintomo tipico è lo spasmo di un ramo del nervo facciale, detto anche emispasmo del facciale. Sono presenti spasmi facciali che interessano sempre un solo lato del viso. I muscoli più spesso interessati in queste contrazioni anomale sono l'orbicolare dell'occhio o i muscoli delle labbra. Qui possono essere coinvolti diversi vasi arteriosi come il tronco basilare, l'arteria cerebellare anteriore inferiore oppure l'arteria cerebellare posteriore inferiore.

 

Trattamento del conflitto neuro-vascolare (ottavo nervo cranico).

Sappiamo che il conflitto neuro-vascolare che interessa l'ottavo nervo cranico è una malattia rara e qualcuno, a mio parere in modo semplicistico, propone l'intervento chirurgico. Si tratta di un intervento di otoneurochirurgia estremamente complesso. La via d'accesso è dietro al padiglione auricolare. Sono descritte due vie: via retrosigmoidea a minima (Bremond) e via sub-occipitale. Quando attraverso una accurata risonanza magnetica nucleare viene posta la diagnosi di conflitto, raramente (o forse mai) si deve proporre al paziente uno degli interventi suddetti dove si spiega che spostando l'arteria o la vena e interponendo materiale idoneo si risolve il problema. Io sono dell'idea che è importante una accurata valutazione del caso sia clinico che radiologico e poi decidere cosa fare. La decisione migliore è spesso aspettare e ripetere le indagini diagnostiche a distanza di anni.

 

 

 

 

 Se hai letto questo articolo ti potrebbero anche interessare:

- Che cosa si intende per acufene? (intervista Gazzetta di Parma - 2021)

 

- Rapporti tra acufeni e disfunzioni cranio - cervico - mandibolari 

 

 .

 

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Otorinolaringoiatria tra Territorio e Ospedale è il titolo di un interessante convegno che si è svolto presso le Terme della Salvarola, in provincia di Modena.

E' un questa una manifestazione che da anni raccoglie nei mesi di maggio o di giugno tutti gli otorinolaringoiatri delle zone di Modena e Reggio Emilia. E' una occasione per incontrarci, per scambiare opinioni e per un proficuo arricchimento culturale. Il corso si è svolto il 10 giugno 2023 presso la sala meeting dell'Hotel Terme della Salvarola.

L'incontro è iniziato con una lezione magistrale sul Neurinoma del nervo acustico, e dopo si è parlato della bedside examination nelle vertigini acute.

Molto interessante la relazione sulle complicanze dell'otite media acuta che ha anticipato qualche argomento che verrà affrontato il 6 ottobre 2023 in un convegno che si terrà a Carpi (MO) sul colestatoma dell'orecchio medio e sulle otiti croniche colesteatomatose.

In questi convegni è spesso presente il dott. Cunsolo che ama stupire con le sue relazioni di carattere umanistico/scientifico. Il 10 giugno ha tenuto una relazione "La tuba non è un tubo."

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