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Dott. Carlo Govoni

Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia

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Testi

A Venezia si è tenuto un interessante convegno su patologia subacquea, sulla vertigine, sulle rinosinusitii croniche e sulla chirurgia estetica e funzionale del naso. Il convegno è stato nei giorni 6 e 7 ottobre 2017 presso le sale dell'Arsenale Militare.  Il convegno è stato organizzato da AIOLP (Associazione Italiana Otorinolaringoiatri Libero Professionisti).
La prima sessione è stata dedicata all'importanza della tuba di Eustachio e ai problemi inerenti l'attività subacquea. Un approfondimento sarà dedicato alla patologia otobarotraumatica.
Dopo si è parlato delle problematiche otoneurologiche con particolare riferimento al neurinoma dell'acustico, alle vertigini e alle protesi acustiche impiantabili.

Sappiamo che se uno tossisce per qualche minuto si pensa subito ad un cibo o a una bevanda che "è andata di traverso". Più esattamente l'alimento anzichè seguire la via dell'esofago è passato in trachea. La tosse è il riflesso naturale per tenere libera la trachea.
Se si tossisce per uno o due giorni si pensa ad una influenza.
Se si tossisce per una settimana si pensa ad una bronchite o ad una allergia.
Se si tossisce per oltre un mese la preoccupazione cresce, siamo di fronte ad una tosse cronica ed avanza il pensiero del tumore.

Il cancro che esordisce con una tosse cronica, per fortuna, è molto raro. Vediamo ora di affrontare razionalmente il problema. Per tosse cronica intendiamo una tosse che si protrae per almeno quattro settimane. Si tratta di una circostanza abbastanza diffusa ed è uno dei principali motivi che spingono i pazienti dal medico.

Le malattie croniche, e tra queste anche quelle che provocano tosse cronica, come laringiti, tracheiti e bronchiti, possono trarre beneficio dai trattamenti termali. Nel settembre 2017 le terme della provincia di Trento hanno dedicato una giornata alle problematiche respiratorie. 

 

 

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Il Tinnitus Handicap Inventory sono 24 domande a cui il paziente dovrà rispondere per capire la gravità dell'acufene da cui è affetto. Alla serie di domande si dovrà necessariamente rispondere con una di queste tre opzioni: SI', QUALCHE VOLTA oppure NO. Se desiderate fare questo test è bene che voi scriviate su un foglio o sul computer la risposta che avete dato a ciascuna di queste domande.
Ecco le domande.

In questo articolo troverete le risposte alle domande del Tinnitus Handicap Inventory (questionario per chi soffre di acufeni). Se non avete fatto il test è inutile continuare a leggere e siete invitati a ritornare all'articolo sul Tinnitus Handicap Inventory.

A tutte le domande a cui avete risposto  SI' assegnate punti 4 
A tutte le domande a cui avete risposto  QUALCHE VOLTA date punti 2 
A tutte le domande a cui avete risposto  NO non assegnate alcun punto. 

Sommate i risultati ottenuti.

ACUFENE LIEVISSIMO (fino a 16). E' un acufene che si avverte solo nel silenzio.
ACUFENE LIEVE (da 18 a 36). Provoca occasionali turbe del sonno.
ACUFENE MODERATO (da 38 a 56). Acufene che si avverte anche nel rumore.
ACUFENE SEVERO (da 58 a 76).  Acufene che interferisce col sonno e con le normali attività quotidiane.
ACUFENE CATASTROFICO (da 78 a 96).  Acufene che impedisce lo svolgimento delle normali attività

Questa valutazione è quella proposta dagli autori del test. Lo scopo è quello di fornire un grading clinico all'acufene.

Do una interpretazione personale a questo test.
Non ritengo corretto fare domande al paziente del tipo «pensa che guarirà?»  Nessuno può sapere il futuro e a domande di questo tipo il paziente esprime solo il suo carattere, se è ottimista risponderà di sì e se pessimista risponderà di no. Pertanto sono dell'opinione che le risposte alle domande  8 e 22 non andrebbero considerate. Se tolgo due domande modifico la valutazione finale nel seguente modo.

ACUFENE LIEVISSIMO (fino a 12). E' un acufene che si avverte solo nel silenzio.
ACUFENE LIEVE (da 14 a 32). Provoca occasionali turbe del sonno.
ACUFENE MODERATO (da 34 a 52). Acufene che si avverte anche nel rumore.
ACUFENE SEVERO (da 54 a 70).  Acufene che interferisce col sonno e con le normali attività quotidiane.
ACUFENE CATASTROFICO (da 72 a 88).  Acufene che impedisce lo svolgimento delle normali attività.

La rsiposta alla domanda 8 la ritengo espressione del carattere pessimista o ottimista del soggetto esaminato. La risposta alla domanda 22 non è da prendere in considerazione per capire il tipo di acufene, ma la considero interessante qualora la risposta sia stata SI'. Questa risposta esprime un concetto importante: il paziente è convinto che l'acufene sia il segno che è affetto da una malattia grave, che lo condurrà a morte, e i medici non sono in grado di comprendere il problema.
Purtroppo nella medicina non ci sono mai concetti assoluti, ma questa interpretazione è del tutto fuori luogo. Esistono delle malattie importanti che si caratterizzano per la comparsa di un acufene, ma oggi abbiamo mezzi tecnici, in particolare la TAC e la RMN, che consentono di escludere queste situazioni.

L'errore che commettono molti è concentrarsi sui tentativi per convivere con l'acufene e non cercarne le cause. Il passo veramente importante che le persone affette da acufene devono fare è affidarsi ad un medico competente. Ho spiegato che trattandosi di un fenomeno acustico lo specialista più idoneo è l'otorinolaringoiatra.

Trovo del tutto errato andare dall'agopuntore, dall'osteopata, acquistare in un negozio di audioprotesi un mascheratore per acufeni, andare da uno gnatologo, sottoporsi ad un trattamento laser o sottoporsi a diete particolari. La prima cosa da fare è rivolgersi ad un otorinolaringoiatra e fare prove audiologiche. Se sulla base di queste prove e delle prime indicazioni terapeutiche è bene che il paziente ritorni dallo specialista otorino, in questa seconda occasione si prenderanno in considerazione eventuali accertamenti radiologici.

Riprendendo le risposte al test ritengo che siano molto importanti le risposte alle domande 1, 2, 7, 9, 12 e 13. Fate la somma delle vostre risposte a queste sei domande. Se il risultato sarà inferiore o uguale a 6 ritengo che l'acufene sia poco invalidante, se il risultato è da 8 a 14 sicuramente siamo di fronte ad un acufene che modifica la qualità della vita. Se il risultato sarà compreso tra 16 e 24 significa che l'acufene è invalidante, costituisce un problema importante e modifica notevolmente la vostra vita.

Sulle risposte alle restanti domande dò un po' meno valore in quanto esprimono interpretazioni soggettive. Per esempio la domanda 3 - L'acufene la rende infelice? comporta una valutazione che non ha alcun rapporto con il problema clinico. Una persona può avere un acufene che gli consente di svolgere una vita normale e sentirsi infelice semplicemente perchè quello è l'unico problema della sua vita. Una persona può avere parecchi problemi di salute, per esempio può fare terapie importanti, avere un acufene intenso e invalidante, ma non sentirsi infelice a causa dell'acufene.

Il mio consiglio è quindi di utilizzare questo test eliminando le risposte alle domande 8 e 22. Poi fare la somma delle risposte alle domande 1, 2, 7, 9, 12 e 13 per capire la gravità del vostro problema. Infine fare la valutazione di tutte le domande (escluso 8 e 22).


 Il Tinnitus Handicap Inventory è stato proposto nel 1996 da Newmann  CW, Jacobson GP and Spitzer JP.

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Per disfagia si intende la difficoltà a far passare i cibi e le bevande dalla bocca all'esofago. La disfagia per i solidi è più frequente rispetto a quella per i liquidi. Le cause sono numerose e vanno distinte in ostruttive/compressive e motorie.

A - Disfagie ostruttive / compressive - Una delle cause ostruttive più tipiche sono i corpi estranei esofagei. Più spesso si tratta di boli alimentari mal masticati, soprattutto negli anziani o nei bambini piccoli che non sono in grado di avere una corretta masticazione. In altri casi si tratta di corpi estranei accidentali come il nocciolo di un frutto o un ossicino o un frammento di protesi dentaria. Tra le cause ostruttive e compressive occorre ricordare i tumori, sia benigni che maligni. Questi possono crescere in ipofaringe o in esofago ma possono anche essere tumori che si accrescono all'esterno e comprimono la porzione inferiore del faringe o l'esofago.

B - Disfagie motorie

In base alla sede distinguiamo disfagie orofaringee (disfagie alte) e disfagie esofagee (disfagie basse).

Cause di disfagia orofaringea.
Danni alle funzioni nervose che muovono e coordinano l'attività dei muscoli della deglutizione. Questi danni sono da ricercarsi a livello encefalico o lungo la via nervosa fino agli effettori muscolari. Per le vie nervose specifiche della deglutizione vedi specifico articolo.
Danni ai muscoli della deglutizione.
Reflusso gastro-esofageo.
Esiti di interventi sulle vie aereo-digestive superiori. 

Cause di disfagia esofagea
Cause meccaniche che determinano una compressione estrinseca dell'esofago.
Cause intrinseche: processi espansivi o cicatriziali
Cause neuromuscolari. 

La deglutizione è un fenomeno complesso dove si riconoscono cinque diverse fasi. E' sufficiente che una fase sia alterata per avere una disfagia. Il cibo ovviamente viene introdotto in piccoli quantitativi. Ogni boccone costituisce un bolo alimentare. Le fasi sono indicate in uno specifico articolo che qui citiamo brevemente

Fase 0 - E' una fase extraorale, si tratta della preparazione alla deglutizione. In questa fase sono importanti gli stimoli sensoriali: olfatto, vista e tatto. 

Fase 1 - La seconda fase è orale. E' questa la prima fase della deglutizione propriamente detta. Si introduce il cibo in bocca e in virtù dell'apparato masticatorio e della saliva questo viene triturato e trasformato in un bolo, cioè in una massa tondeggiante in grado di poter agevolmente percorrere la via digestiva.

Fase 2 - Fase orale propulsiva. E' un'azione volontaria che consente al bolo di passare dalla cavità orale alla faringe (o meglio ipofaringe). Questa fase si svolge in bocca. 

Fase 3 - Fase ipofaringea. Si tratta di un movimento volontario e involontario col quale si chiude la laringe (il bolo non deve assolutamente percorrere la via respiratoria) e si allarga lo sfintere esofageo superiore. In questo modo il bolo alimentare raggiunge l'inizio dell'esofago. Contrazioni della muscolatura ipofaringea contribuiscono a far scendere il bolo nella giusta direzione.

Fase 4 - Fase esofagea. E' questa una fase del tutto involontaria; il bolo che raggiunge l'esofago lo percorre in tutta la sua lunghezza fino all'apertura dello sfintere esofageo inferiore. Così il bolo alimentare raggiunge lo stomaco. 


Sullo stesso argomento vedi anche:
Fasi della deglutizione 

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