La paralisi del nervo facciale è un importante problema clinico, il suo trattamento è medico, ma in alcuni rari casi è necessario ricorrere all'intervento chirurgico.
Il farmaco di prima scelta è il cortisone. Sappiamo che esistono diversi preparati che contengono questo insostituibile prodotto. La preferenza va data al Prednisone da 60 a 80 mg al giorno per 6-7 giorni e poi si procede a scalare. Altro farmaco cortisonico che ritengo particolarmente utile è il Deflazacort. Questo è in commercio in compresse da 30 mg e ritengo che nella dose di attacco sia importante arrivare anche a 60 mg al giorno. Come per tutti i cortisonici il trattamento va fatto a scalare.
Alcuni autori propongono l'associazione con la pentossifillina.
Altro farmaco che ritengo utile nei casi di paralisi del settimo nervo cranico è il complesso vitaminico B.
In alcuni specifici casi come la sezione del nervo facciale per un evento traumatico si deve ricorrere al più presto alla chirurgia. Gli eventi traumatici che portano a paralisi sono le lesioni della parotide (spesso provocate con oggetti taglienti) e i traumi cranici con frattura della rocca. Le possibili linee di frattura sono tre, come indicato nel disegno qui sotto.
Le fratture di più frequente riscontro sono quelle longitudinali (circa 70%), mentre più rare sono quelle trasversali (20%).
Il nervo facciale ha un decorso complesso e presenta tre porzioni: endocranica, endotemporale e parotidea. La porzione più periferica è quella parotidea e la chirurgia correttiva consiste nel regolarizzare e suturare i monconi del nervo danneggiato con tecniche del tutto simili a quelle della chirurgia della parotide. Le lesioni al nervo in sede parotidea sono determinate da ferite da taglio e neoformazioni nel contesto della parotide. A volte la paralisi del facciale è una complicanza della chirurgia parotidea. Quando si opera per asportare un tumore parotideo si può danneggiare il nervo.
Il disegno che segue è utile per comprendere il decorso del nervo facciale appena uscito dal foro stilomastoideo.
Decorso del nervo facciale extracranico.
Molto più delicati sono gli interventi chirurgici per aggredire il nervo quando passa all'interno dell'osso temporale o nel suo tratto intracranico nel condotto uditivo interno. La chirurgia del nervo facciale la si effttua solo in casi particolarmente selezionati. Si può fare se c'è un evento traumatico che ha portato ad una interruzione delle fibre all'interno della rocca petrosa. La rocca è l'osso che contiene l'orecchio e il nervo faciale passa all'interno in un canale: dotto di Falloppio. La chirurgia si utilizza anche nei casi di tumore del nervo facciale. Anche questa evenienza è del tutto eccezionale.
Riferimenti bibliografici
Govoni C., Imperiale A.: L'importanza della diagnosi topografica nel trattamento della paralisi periferica del nervo facciale. Verbano Medico, vol. X°, 1991, 61-71.
Govoni C., Savia G., Masi L., Imperiale A.: Studio clinico sui traumi cranio-facciali di competenza otorinolaringoiatrica. Verbano Medico, vol. XI°, 1994, 71-79.
Zini C., Govoni C.: Chirurgia delle paralisi del nervo facciale: endotemporale ed endocranico. In "Trattato di Tecnica Chirurgica - vol. XII° - Chirurgia Otorinolaringologica - UTET Torino, 1989, 86-100."
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