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Dott. Carlo Govoni

Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia

Tel. 3358040811 dal lunedì al venerdì preferibilmente dalle 10,30 alle 12,00   

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Orecchio

L'oto-microscopia (o microotoscopia) è una indagine diagnostica che utilizza un microscopio binoculare per vedere ingrandito il condotto uditivo esterno fino alla membrana timpanica. Il primo vantaggio è il maggiore ingrandimento rispetto agli otoscopi a batteria. Il secondo vantaggio è costituito dal fatto che l'otomicroscopio è dotato di un sistema che lo fa star fermo con un proprio sostegno (stativo) e pertanto il medico ha le mani libere. Questo si vede bene nella terza immagine. Il fatto che la parte utilizzata per la visione stia ferma è molto utile. Con una mano il medico può rendere più rettilineo il condotto facendo trazione sul padiglione e con l'altra può compiere piccole manovre. Sotto visione microscopica sono possibili numerose manovre nella massima sicureza e l'operatore ha una maggiore precisione nella visione dei dettagli e negli interventi. La manovra dell'otomicroscopia non è invasiva, non provoca dolore, è incruenta. Al paziente si chiede solo di stare fermo. Normalmente il tempo di esecuzione è breve, meno di dieci minuti. Però nei casi complicati i tempi possono prolungarsi.

Non esistono limiti di età. Per esempio è possibile fare l'otomicroscopia anche in un neonato che sonnecchia sul lettino. E' quasi impossibile farla nei bambini dai due a cinque anni, irrequieti, che non hanno alcuna intenzione di stare fermi. Il fatto che il soggetto stia fermo è un requisito fondamentale, in quanto bastano piccoli movienti per rendere le immagini sfuocate. Una visione non perfettamente a fuoco è inutile. Alcuni scrivono sul WEB che l'otomicroscopia si fa quando c'è dolore nell'orecchio. Non è vero. L'otoscopia col microscopio si può fare sempre, l'unica condizione è che per alcuni secondi il soggetto deve stare fermo.

 

microscopio binoculare otoscopia fibraOtomicroscopio - oculari

 

microscopio otomicroscopia govoni otorinoIl corpo dell'otomicroscopio.

 

Il microscopio che si utilizza è un biomicroscopio che consente 6 - 10 - 16 ingrandimenti. E' uno strumento ben diverso dal microscopio tradizionale che si utilizza per vedere i microorganismi come i batteri o i lieviti. La caratteristica fondamentale è la visione binoculare e l'illuminazione coassiale. Con questo sistema quando si mette a fuoco lo strumento anche l'illuminazione è perfetta per il campo di manovra (il condotto uditivo) che si vuole esplorare.

 

microscopio binoculare otoscopia stativo

Otomicroscopio completo di stativo.

In questo articolo con otomicroscopia o microotoscopia (MOS) intendiamo la manovra a scopo diagnostico che viene eseguita in ambulatorio. L'otomicroscopia è anche il primo passo che si esegue per iniziare un intervento chirurgico dell'orecchio. L'oto-Microscopia è spesso correlata alla Video-Otoscopia. Quest'ultimo esame non è altro che una mirco-otoscopia dove lo strumento è stato collegato ad una videocamera per la registrazione delle immagini.

 

otoscopia da det 2016 8 govoni carlo otorinolaringoiatra

Otoscopia con otoscopio a batteria.

Nella foto qui sopra si vede una otoscopia eseguita con otoscopio a batteria. E' questo lo strumento più pratico in uso nell'ambulatorio otorinolaringoiatrico, come si può vedere una mano è sempre necessaria per reggere lo strumento, pertanto le possibilità di fare manovre endoauricolari sono molto ridotte. Altra differenza sostanziale con la microotoscopia sono gli ingrandimenti. Con un otoscopio a batteria si ha una visione di 1,5 - 2 ingrandimenti.

Cosa si vede con l'otomicroscopia?

Si vede il fondo del condotto uditivo e soprattutto la membrana timpanica come in questo disegno.

membrana integra paini

Membrana timpanica orecchio destro.

 

membrana timpanica paini

 

Le iniezioni endotimpaniche si fanno in otomicroscopia?
Una procedura terapeutica che alcuni medici propongono sono le iniezioni endotimpaniche. Il meccanismo è semplice: con un lungo ago si perfora la membrana timpanica e si inietta il farmaco. Questa manovra, perché possa avvenire in sicurezza, deve avvenire con controllo microscopico.

iniezione intratimpanica transtimpanica cortisone lidocaina carlo govoni otoneurologo audiologo

 In verde l'ago utilizzato per l'iniezione - 8 - membrana timpanica:
1 - condotto uditivo esterno.

 

Se hai letto questo articolo ti potrebbe interessare:

- L'otoscopia (visione della membrana timpanica)

- L'impedenzometria (una valutazione oggettiva della flessibilità della membrana timpanica)

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La malattia provocata dal virus Sars CoV 2 ha reso molto frequenti eventi patologici che prima erano rari; questo concetto è applicabile anche alle malattie dell'orecchio.

Dalla letteratura medica nei pazienti affetti da Covid-19 si riscontrano vertigini (12,2 %), acufeni (4,5 %) e ipoacusie (3,1)  [Jafari Z. et al. Hearing Loss, Tinnitus and Dizziness in COVID-19: a systematic review and meta-analysis. Can J Neurol Sci. 2021 Apr 12:1-12

Altri lavori scientifici hanno preso in consideraione gli stessi sintomi. Interessante è il lavoro di Almufarrij I e  Munro K j che esamina numerosi studi sull'argomento. Le vertigini rotatorie sono presenti nel 7,2% delle complicanze con una variabilità dallo 0,1% al 26,4% dei casi. Gli acufeni sono stati indicati con una presenza del 14,8% (range tra 6,3% e 26,1%). Gli acufeni sono un sintomo soggettivo e la loro incidenza è spesso variabile quando si confrontano diversi lavori scientifici. Il deficit uditivo è stato visto nel 7,6% dei casi. Nei vari studi esaminati si passa da 2,5% a 15,1%.  [Ibrahim Almufarrij and Kevin J Munro.  One year on: an updated systematic review of SARS-CoV-2, COVID-19 and audio-vestibular symptoms. Int J Audiol. 2021 Dec;60(12):935-945.]

Altri articoli vedono il Long-Covid (cioè gli effetti dell'infezione da Covid-19 caratterizzato da: fatica persistente, continua stanchezza, dolori muscolari e articolari. Tra i sintomi di carattere specialistico occorre ricordare la tosse e la dispnea (difficoltà respiratoria polmonare). Ci piò essere dolore al petto, senso di costrizione toracica, tachicardia e aritmie. Perdita di appetito. Diminuzione o perdita dellolfatto e del gusto. Disturbi del sonno: si alternano la difficoltà ad addormentarsi alla sonnolenza prolungata. Non esiste un test di laboratorio che ci possa dire che siamo affetti da Long Covid. Questa diagnosi è solo clinica, cioè viene formulata dal medico dopo che vi ha visitato. 

 Covid 19 Govoni Carlo otorinolaringoiatra Milano Modena Reggio Emilia Green

 

Sono a tutti noti i deficit a carico di gusto e olfatto e turbe dell'equilibrio dopo l'infezione da Covid-19. Si è visto che sia l'infezione e sia la vaccinazione possono provocare disturbi uditivi. A causa dell'infezione virale o degli effetti collaterali del vaccino sono aumentate di molto le ipoacusie dovute a danni della microcircolazione cocleare. La caratteristica fondamentale è una perdita uditiva che insorge in pochissimo tempo, a volte in alcune ore, a volte anche in minor tempo. Abbiamo il quadro clinico dell'ipoacusia improvvisa. E' noto che la parte della coclea più sensibile agli insulti ischemici è il giro basale, cioè quella parte dove vengono analizzati i suoni acuti. Pertanto è facile vedere ipoacusie rigorosamente monolaterali, più accentuate sulle frequenze acute. 

 

 1   Danno delle cellule nervose  
  dell'orecchio causato da infiammazione  
 Perdita uditiva neurosensoriale  
 2  Danno della parete dei piccoli vasi 
  cocleari e labirintici oopure formazione
  di piccoli trombi

  Ischemia dell'orecchio (impropriamente
  infarto dell'orecchio) con morte delle
  cellule ciliate della coclea.

 3  Danno del nervo vestibolo-cocleare o 
  di uno dei suoi rami dovuto ad affinità
  del virus per i nervi (neurotropismo)
  Perdita uditiva di tipo neurosensoriale
  cocleare e retrococleare, quasi sempre
  monolaterale.

I principali meccanismi con in quali il virus del Covid-19 danneggia
l'apparato uditivo e vestibolare.

 

 

E' logico che un fenomeno trombotico possa colpire una coclea; è illogico che le colpisca entrambe nello stesso momento. E' anche giustificato il fatto che i danni siano più evidenti sulle frequenze acute, queste sono percepite dai recettori del giro basale della coclea. E' la zona più vasta dove è più facile il riscontro di fenomeni ischemici.

Ho provato ad identificare i tracciati audiologici di più frequente riscontro e li riporto partendo dal più lieve al più grave.

 audiometria covid 19 lieve vaccino carlo govoniQui vediamo una lieve perdita uditiva di tipo percettivo in orecchio destro,
limitata alle frequenze acute.

Il rumore è la più importante causa di inquinamento ambientale per la popolazione residente nei centri urbani e che vive seguendo i ritmi propri della civiltà occidentale. Le cause dell'inquinamento acustico sono numerose. La prima fonte di inquinamento sono i mezzi di trasporto sia pubblici che privati. Stare per ore su una autovettura o su un autocarro o anche su una motocicletta sono attività rumorose e anche otolesive. Si percepisce molto rumore anche se si viaggia in tram o in treno o in metropolitana o in aereo. 

In tutte le città dove circolano mezzi di trasporto a motore a scoppio o elettrici su rotaie anche gli abitanti soffrono per l'inquinamento acustico. Ovviamente il rumore del traffico è proporzionato alla zona, al piano e ai sistemi di protezione di cui dispone l'appartamento o l'ufficio. In un appartamento in una zona tranquilla il rumore ambientale è attorno a 30 - 40 dB. Ben diverso è il rumore in una zona di traffico, per esempio in un immobile accanto ad un incrocio con molto traffico il rumore è di 60 - 70 dB. E' importante precisare che 70 dB non sono otolesivi. Il danno acustico da rumore per essere otolesivo deve raggiungere gli 80 - 85 db.

Per quanto attiene l'inquinamento acustico sui luoghi residenziali è molto importante tenere distinte attività temporanee da quelle abituali. Se in una strada si deve interrare un cavo o una tubazione è logico che per alcuni giorni ci sarà un rumore molto elevato, ma per pochi giorni si cercherà eventualmente di utilizzare inserti antirumore e la situazione presto si normalizzerà.

otoprotettori govoni pixabayTappi antirumore - normalmente sono utilizzati negli ambienti di lavoro,
ma possono costituire l'estremo rimedio per l'inquinamento acustico residenziale

 

Il rumore intenso danneggia l'udito e il rumore esplosivo come quello di uno sparo costituisce sempre un pericolo. E' questa una affermazione incontestabile. Le armi da fuoco più diffuse sono senza dubbio le pistole ed i fucili. Occorre distinguere l'uso ai fini sportivi che si effettua all'interno dei poligoni di tiro rispetto all'uso all'aperto nelle battute di caccia.
Chi utilizza le armi all'interno dei poligoni e usa sistemi di otoprotezione difficilmente subisce traumi acustici. Per esempio molti militari o molti atleti che utilizzano le armi solo all'interno dei poligoni non hanno deficit uditivi. L'importante è utilizzare adeguati mezzi di protezione.


La paralisi del nervo facciale è un importante problema clinico, il suo trattamento è medico, ma in alcuni rari casi è necessario ricorrere all'intervento chirurgico.

Il farmaco di prima scelta è il cortisone. Sappiamo che esistono diversi preparati che contengono questo insostituibile prodotto. La preferenza va data al Prednisone da 60 a 80 mg al giorno per 6-7 giorni e poi si procede a scalare. Altro farmaco cortisonico che ritengo particolarmente utile è il Deflazacort. Questo è in commercio in compresse da 30 mg e ritengo che nella dose di attacco sia importante arrivare anche a 60 mg al giorno. Come per tutti i cortisonici il trattamento va fatto a scalare.

Alcuni autori propongono l'associazione con la pentossifillina. 

Altro farmaco che ritengo utile nei casi di paralisi del settimo nervo cranico è il complesso vitaminico B.

In alcuni specifici casi come la sezione del nervo facciale per un evento traumatico si deve ricorrere al più presto alla chirurgia. Gli eventi traumatici che portano a paralisi sono le lesioni della parotide (spesso provocate con oggetti taglienti) e i traumi cranici con frattura della rocca. Le possibili linee di frattura sono tre, come indicato nel disegno qui sotto. 

 nervo facciale fratture rocca govoni paini

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