Proporre di togliere le tonsille ad un bambino è sempre un momento importante. I genitori a volte esclamano: "finalmente!" ma ci sono molti casi in cui non vorrebbero mai accompagnare i loro figli in sala operatoria e restano stupiti da questa indicazione.
Questo stupore deriva dalla confusione esistente su questo argomento. Ci sono medici interventisti che toglierebbero le tonsille a tutti e i conservatori che ritengono le tonsille un organo di difesa, quindi non le toglierebbero mai.
Per decidere se togliere o non togliere le tonsille ad un bambino occorre fare una valutazione preliminare: se il bambino è molto piccolo (meno di tre anni) ed è di costituzione minuta è bene non operare. Si deve tener presente che la tonsillectomia non è mai un intervento d'urgenza. In questi casi i rischi anestesiologici sono superiori a quelli chirurgici. Quindi nei bambini molto piccoli è sempre bene consigliare la terapia medica.
Vediamo ora quali sono le indicazioni alla tonsillectomia.
Al primo posto ci sono le tonsilliti recidivanti. S'intende un bambino che soffre di frequenti tonsilliti e soprattutto nel periodo invernale si deve ricorrere a numerosi trattamenti antibiotici. In questi casi è pressochè certo che la funzione difensiva esplicata dalle tonsille è persa. Le tonsille si sono trasformate in un luogo d'infezione e, se le condizioni fisiche del piccolo sono adeguate, c'è l'indicazione all'intervento. Nei bambini è logico fare sempre una valutazione delle adenoidi (spesso si apprezza una ipertrofia adenotonsillare di III° o IV° grado) e l'intervento diventa di adenotonsillectomia.
Nei due disegni si vede un quadro di grado 3° (in alto) e sotto un grado 4°.
Come si può osservare in entrambi i casi le tonsille (palatine tonsil) sono nettamente ipertrofiche.
Con la diffusione degli antibiotici le tonsilliti resistenti all'antibioticoterapia sono sempre meno numerose.
Le linee guida suggeriscono:
- cinque o più episodi di tonsillite per anno,
- episodi invalidanti e tali da impedire le normali attività,
- sintomi che durano per almeno un anno.
Oggi c'è una diffusione continua di linee guida. Sono dell'opinione che ogni paziente sia un caso unico e completamente diverso dagli altri, pertanto ritengo importante che il medico faccia le sue valutazioni finalizzate al benessere del soggetto che ha di fronte.
Tant'è vero che le linee guida italiane proseguono nel modo seguente:
Utilizzare con maggiore elasticità i criteri sopra riportati in presenza di:
- adenopatia laterocervicale signficativa (> 2 cm)
- uno o più episodi di ascesso peritonsillare,
- convulsioni febbrili,
- patologie malformative dell'apparato respiratorio e cardiocircolatorio o altre gravi malattie croniche.
Posizionamento dell'apribocca per eseguire un intervento
di tonsillectomia.
Una prima indicazione sono le tonsille molto voluminose che creano problemi respiratori. In questi casi è bene che si valuti il piccolo paziente sia nella vita diurna che notturna. Il sospetto di una sindrome delle apnee (o ipopnee) nel sonno è elevato. Si distinguono quindi due condizioni: l'ipertrofia adenotonsillare associata alle apnee notturne e l'ipertrofia adenotonsillare senza apnee. Nel primo caso l'indicazione alla adenotonsillectomia è pressochè certa. Nel secondo caso è possibile prendere tempo e vedere se con trattamenti medici si ottengono dei miglioramenti. Se questi non ci sono anche qui c'è indicazione alla tonsillectomia (o adenotonsillectomia).
Una indicazione particolare è costituita dall'ascesso peritonsillare. L'ascesso è una raccolta saccata di pus attorno alla tonsilla. Situazione molto rara nel bambino, più frequente nell'adulto. Questi casi vanno valutati singolarmente dallo specialista otorino. Il trattamento immediato va fatto con antibiotici e con eventuale incisione dell'ascesso. A distanza si dovrà valutare se fare la tonsillectomia. Trattandosi spesso di adulti le adenoidi hanno già raggiunto la regressione spontanea.
Esiste un'altra indicazione dove la rimozione della tonsilla si impone. E' il cancro della tonsilla. E' una situazione rara, di difficile riscontro, ma resta un problema che lo specialista deve conoscere e aver presente nella sua mente. Nelle fasi iniziali il tumore maligno a livello tonsillare è subdolo e mal distinguibile da una tonsilla normale. Con l'evoluzione della malattia si capisce sempre meglio che non è una banale tonsillite che non guarisce ma una malattia molto più grave. Il primo passo per una diagnosi è il prelievo bioptico.
Vedi anche:
- otite sieromucosa
- cause di sindrome delle apnee notturne
- ipertrofia adenoidea (aumento di volume delle adenoidi)
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