La sordità infantile è un deficit sensoriale con implicazioni sullo sviluppo mentale e cognitivo del bambino, ma sono possibili soluzioni.
La diagnosi precoce è un passo importante, infatti è auspicabile poterla effettuare almeno nei primi 12-18 mesi di vita.
Un altro problema che suscita interesse è la vicarietà sensoriale nei bambini affetti da una grave perdita uditiva.
Si riporta l’introduzione tratta dal libro “La sordità infantile”, Edizioni Scientifiche Oppici, Parma, 1994, pagg. 240.
Introduzione
In questo libro esporrò alcuni dei problemi che caratterizzano le condizioni fisiopatologiche, il comportamento e le possibilità di recupero di un bambino affetto da minorazione uditiva. Quanto raccolto è il frutto delle mie esperienze di lavoro come otorinolaringoiatra e come docente nei corsi di specializzazione polivalenti per insegnanti di alunni handicappati.
Queste pagine sono rivolte ai genitori, agli insegnanti e a tutti coloro che lavorano per migliorare la vita di relazione dei bambini sordi. Questi bambini, pur avendo quasi sempre normali facoltà intellettive, hanno subìto una perdita uditiva che non ha permesso loro di acquisire un normale linguaggio verbale; questa duplice minorazione prende il nome di sordomutismo. Solo predisponendo un programma educativo specifico si potrà arrivare allo sviluppo del linguaggio anche in questi bambini.
Tra i vari handicaps che possono colpire l’uomo, quello della sordità infantile è senz’altro tra i più gravi.
I bambini con serie difficoltà uditive non sono casi eccezionali, diverse statistiche riferiscono la presenza di un bimbo sordo ogni mille/milletrecento nati.
A mio parere l’importanza dell’handicap uditivo è spesso misconosciuta dalla maggioranza delle persone. Non è raro osservare genitori che si preoccupano di una piccola macchia sulla pelle o di un lieve difetto visivo, mentre sottovalutano dubbie reazioni ai suoni o un ritardo nel linguaggio del loro figliolo. Questo atteggiamento è verosimilmente colpa di abitudini secolari: l’apparato uditivo era sempre stato relegato in una posizione secondaria. Niente di più sbagliato. L’apparato uditivo, come vedremo in questo libro è, unitamente al cervello e all’apparto fonatorio, essenziale per la futura vita di relazione del bambino.
Negli ultimi capitoli tratterò dell’apparato uditivo, apparato fonatorio e relativi centri nervosi nel suo complesso, considerandoli un’unica entità, perché questi organi sono funzionalmente correlati in modo inscindibile. E’ proprio in virtù di questi legami che l’orecchio viene ad assumere un ruolo di prioritaria importanza per lo sviluppo della capacità di comunicare e dell’intelligenza di ogni essere umano. Io ritengo che gli apparati uditivo e fonatorio, unitamente alle vie nervose e alle relative aree della corteccia cerebrale, siano le parti anatomiche essenziali per la vita di relazione di un uomo. Questi apparati sono fondamentali per l’apprendimento, per la memoria, per la formazione e lo sviluppo del pensiero, cioè per tutto ciò che rende l’uomo superiore a qualsiasi altro essere vivente. Infatti un bambino sordo non deve essere inteso solo come un bambino che non sente e che non parla. Egli, per effetto della sua incapacità a comunicare, presenta importanti modificazioni anche a livello neuropsichico. La sordità provoca profonde alterazioni nei processi di apprendimento, nella memoria e nell’intelligenza. Il sordomuto pensa e ragiona in maniera molto diversa rispetto ad un normoudente.
Spesso noi che abbiamo normali capacità sensoriali acustiche non ci rendiamo conto di quanto sia prezioso il senso dell’udito. Osservare il comportamento dei bambini sordi ci permette di capire quanto sia importante avere un apparato uditivo normale e ci aiuta a comprendere l’importanza sociale di tutte quelle attività rivolte al recupero e alla tutela di chi è affetto da questa minorazione. .....
(Omissis)
Oggi c'è la tendenza a non utilizzare la parola sordomutismo, perché il deficit è solo uditivo. Nel libro non si respinge questo termine. E’ vero che chi è sordo ha solo un deficit acustico e non ha alcun danno all’apparato fonatorio, ma per questi soggetti è molto difficoltoso potersi avvalere della fonazione.
L’integrità degli apparati uditivo e fonatorio permette al bambino di esprimersi nella modalità uditivo-verbale ed è questa una modalità importantissima. Il non poterla usare nella sua globalità obbliga chi assiste questi bambini a mettere in atto una serie di strategie necessarie per stabilire una valida comunicazione col piccolo paziente. La sordità infantile modifica il modo di pensare del bambino. Pensare senza linguaggio è molto diverso dal modo di pensare di chi ha acquisito il linguaggio. La sordità infantile non è solo la perdita dell'udito ma è un deficit importante che coinvolge molte interazioni umane. Questo concetto è stato più volte commentato nella sezione "otoneurolaringologia".
Un ruolo importante è svolto dai genitori e da diversi operatori professionali che lavorano per migliorare le condizioni sociali del piccolo audioleso. Questo argomento è il tredicesimo capitolo del libro che ho scritto e l'ho riportato nella sezione "Approfondimenti" di questo sito.
Indice del libro "La sordità infantile"
Introduzione
1 Il suono e la percezione sonora
2 Anatomia e fisiologia degli apparati uditivo e fonatorio
3 La comunicazione verbo-acustica e lo sviluppo del linguaggio
4 La minorazione uditiva infantile
5 La diagnosi di sordità infantile
6 Le cause di minorazione uditiva infantile
7 Cenni storici sui metodi didattici e tecnici per l'educazione dei bambini con minorazione uditiva
8 La protesizzazione acustica
9 L'educazione al linguaggio nel bambino affetto da minorazione uditiva
10 La rieducazione
11 La comunicazione extra-verbale
12 Presidi tecnologici speciali e recenti ricerche per migliorare l'handicap uditivo
13 Gli educatori del bambino affetto da minorazione uditiva
Conclusioni.
La Libreria Scientifica Oppici è diventata Libreria Santa Croce
https://www.libroco.it/dl/Carlo-Govoni/Santa-Croce/isbn/La-sordita-infantile/cw644611582988357.html
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