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Per instabilità (o meglio instabilità posturale) si intende un disturbo caratterizzato da difficoltà nel mantenere la posizione eretta sia statica che dinamica. L'instabilità (che gli inglesi definiscono dizzness) è diversa dalla vertigine, quest'ultima si caratterizza sempre per una componente rotatoria. Nella vertigine la rotazione può essere dell'ambiente circostante (vertigine oggettiva) oppure è il paziente che si sente ruotare (vertigine soggettiva).
L'instabilità è un sintomo che caratterizza molte patologie come quelle labirintiche, ma comprende anche le malattie che alterano la circolazione cerebrale (ictus, ischemie, ecc.), e le malattie degenerative, 
Nell'anziano c'è anche un rallentamento dei riflessi posturali e una minor forza muscolare. Ricordo che l'uomo sta in piedi per un continuo susseguirsi di oscillazioni compensate da riflessi che agiscono in senso opposto. Inoltre i deficit di forza rendono meno efficaci i tentativi di rimediare ad una situazione di disequilibrio.

L'instabilità può portare a cadute a terra, soprattutto nella popolazione con età superiore a sessantacinque anni. Ogni caduta deve essere valutata come un "evento sentinella", cioè può essere la spia di una situazione più grave. Le cadute sono importanti per far scattare la prevenzione. Quando l'instabilità comporta una caduta diventa importante una valutazione sanitaria multidisciplinare che coinvolge i medici (otorinolaringoiatri, neurologi e fisiatri) e il personale della riabilitazione. E' anche importante una valutazione multifattoriale delle cause. Nella ricerca delle cause è importante la storia clinica e l'assunzione di farmaci (soprattutto i farmaci psicotropi possono aver favorito la caduta). Altri aspetti da tenere in cosiderazione sono le condizioni muscolari del paziente, le sue capacità visive e la reattività posturale.

L'instabilità posturale si può verificare ad ogni età ma si verifica con maggiore frequenza in chi ha superato i sessant'anni. Secondo l' European Network for Savety Among Eldery sono oltre 40.000 i casi di infortuni mortali che si verificano in un anno nella Comunità Europea tra i cittadini di età superiore a sessantacinque anni in conseguenza di cadute accidentali. Tutto questo ha indotto i medici che si occupano di sanità pubblica a parlare di Sindrome da Instabilità Posturale. Sempre secondo la stessa fonte in Europa, ogni giorno, quindicimila anziani vanno incontro ad incidenti con necessità di rivolgersi ad un pronto soccorso. Tra questi circa un terzo viene ricoverato in ospedale e 275 al giorno muoiono in conseguenza della caduta.

Le cadute nelle persone anziane sono un problema sociale importante perchè per molti soggetti sono causa di disabilità permanente con conseguente peggioramento nella qualità della vita. Alcune conseguenze di una caduta in un ultrasessantenne sono la perdita della sicurezza nel camminare, la depressione e l'isolamento.

Importanti sono le valutazioni multifattoriali: si dovrà tener conto dei farmaci, soprattutto dei farmaci psicotropi,della debolezza muscolare, delle turbe visive e vestibolari, delle variazioni di pressione (soprattutto nel senso di una ipotensione), del deterioramento cognitivo e della paura di cadere.

Nei maschi anziani la principale causa di morte in seguito a caduta accidentale è il trauma cranico (29%), la stessa percentuale incide come decesso in consgeunza di frattura degli arti. Nelle donne le percentuali sono molto diverse: la mortalità in conseguenza delle fratture degli arti è molto elevata (68%) e minori sono le morti per trauma cranico.

 

      trauma
    cranico

    frattura
      arti

  maschi           29%        29%
  femmine           14%        68%

Nella tabella è indicata la percentuale di mortalità in conseguenza di cadute accidentali
nella popolazione anziana ultrasessantacinquenne europea.

Nei soggetti che hanno superato i sessantacinque anni le cadute sono la prima causa di infortunio. La quasi totalità delle cadute viene inquadrata nella sindrome da instabilità posturale. Gli incidenti mortali per cadute (40.000/anno) incidono maggiormente sulla popolazione che ha superato gli ottanta anni. Questi ultimi casi sono circa 34.000 all'anno.

Il rischio caduta è oggetto di numerose ricerche in ambito medico. Si cerca di individuare dei test da sottoporre alle persone per poter prevedere questo rischio.

I test oggi presenti sono numerosi. Per esempio l'Activities Specific balance Confidence Scale (ABC) di Powell (1) e costituito da 16 items. Ricordo inoltre l'Hearing Handicap Inventory in the Elderly (HHIE) predisposto con lo scopo di individuare l'importanza del deficit uditivo nell'anziano nel rischio caduta. Molto nota ed anche molto utilizzata è la Berg Balance Scale (BBS) costituita da 13 items. Una analisi molto precisa di queste ed altre scale è stata fatta da S. Molinelli (2) che conclude per una estrema difficoltà nello stabilire questo rischio e nessuna delle attuali scale è in grado di portare a risultati utili per una buona prevenzione.

Il rischio di cadere è molto importante nella vita sociale. Sono stati identificati i seguenti fattori di rischio.

 - Storia di precedenti cadute a terra. Se un soggetto anziano cade ha una probabilità doppia di cadere di nuovo nell'arco di un anno.
 - Paura di cadere. Questa paura costituisce un mezzo di difesa, ma è anche un limite alla partecipazione alla vita sociale.
 - Assunzione di farmaci sedativi o altri farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale.
 - Disturbi visivi e uditivi. Vista e udito concorrono al sistema di orientamento spaziale e un loro indebolimento (molto frequente nella popolazione anziana) costituisce un notevole fattore di rischio.
 - Turbe dell'apparato vestibolare (presbistasia)
 - Presenza di fattori di rischio nell'ambiente domestico come scalini, tappeti, cavi elettrici, calzature non adatte, ecc.

Solo una estrema prudenza e la consapevolezza che col passare del tempo i riflessi e le reazioni sono sempre meno tempestive è il consiglio che si può dare per prevenire le cadute.

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 Bibliografia

1 - Powell LE et al.  The Activities Specific Balance Cofidence (ABC) Scale. J Gerontol A Biol Sci Med, 50A: M28-M34, 1995

2 - Molinelli S.  Il rischio di caduta nel paziente anziano. Analisi dei principali strumenti di valutazione in ambito internazionale. Luglio 2008.

 

 

 

 

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