L'intervento di parotidectomia richiede sempre l'ospedalizzazione e pertanto è importante che il paziente sia informato su ciò che dovrà fare dopo l'intervento.
Come è stato illustrato in altri articoli l'intervento di parotidectomia, sia che si tratti di una asportazione totale o esofacciale, è un intervento delicato e richiede alcune precauzioni. Sappiamo che il problema più importante è la conservazione del nervo facciale.
Il nervo facciale (VII° nervo cranico) nel suo decorso
dopo essere uscito dal foro stilo-mastoideo.
La parotide è la ghiandola di colore rosa, davanti all'orecchio.
Quando il paziente operato rientrerà in camera avrà un bendaggio nella regione parotidea e quasi sempre ha un drenaggio che fuoriesce dalla ferita chirurgica. Il drenaggio è semplicemente un piccolo tubicino che serve per far uscire la saliva e altre secrezioni, in modo da facilitare l'aderenza tra cute e sottocute e piano profondo. Se l'intervento sarà a carico della ghiandola sottomandibolare è facile che la medicazione sia fatta solo con cerotti adesivi.
Il giorno dopo il paziente potrà riprendere l'alimentazione ed anche le sue medicine abituali, con alcune limitazioni per i farmaci che allungano i tempi di coagulazione.
Dopo alcuni giorni di degenza il paziente sarà dimesso.
Cosa fare a domicilio.
Quando sarà fuori dall'ospedale è importante che il paziente segua alcune precauzioni.
Non deve fare sforzi fisici nei sette giorni successivi o, almeno, fino alla prima visita di controllo. L'assenza di sforzi fisici è meno importante se l'intervento è stato l'asportazione di una ghiandola sottomandibolare.
Sempre nei primi giorni (almeno fino alla rimozione dei punti di sutura) dovrà tenere la medicazione. Potrà lavorare, ma solo attività che si possono eseguire in ambienti protetti come casa o ufficio.
Ecco come si presenta alla dimissione un paziente dopo parotidectomia destra:
la medicazione adesiva è indispensabile.
La sutura esterna può essere fatta con punti riassorbibili. Diversamente, se i punti non sono riassorbibili, si dovrà provvedere alla desutura che si consiglia di effettuare a distanza di sette o più giorni dall'intervento. L'importante è che il medico controlli che i margini della ferita chirurgica siano ben consolidati.
Trattandosi di un intervento sul viso, quindi con cicatrice molto visibile, è bene che il paziente non si esponga al sole e usi creme protettive antisolari almeno nei sei mesi successivi all'intervento. E' evidente che il medico durante l'intervento prenderà delle precauzioni per rendere la ferita poco visibile. E' importante fare l'incisione con bisturì in modo perfettamente lineare. Quando si opera non si devono mai fare trazioni sul lembo e mai utilizzare pinze chirurgiche sui margini dell'incisione. Questi accorgimenti favoriscono un'ottima cicatrizzazione.
Ovviamente se c'è stata una sofferenza del nervo facciale si dovranno prendere accorgimenti specifici come polivitaminici e massaggi (trattamenti fisioterapici specifici). Se la sofferenza colpisce l'occhio si dovranno utilizzare colliri o pomate oftalmiche.
Come in tutti gli interventi sono possibili complicanze, si dovrà avvertire subito il chirurgo se ci sarà febbre, aumento di volume nella sede d'intervento, arrosamenti o dolori. E' importante che il chirurgo sia informato tempestivamente in modo da contrastare subito il possibile evento sfavorevole.
Un problema particolare che può comparire anche mesi dopo l'intervento è una strana sudorazione nella zona che è stata sede dell'asportazione chirurgica. Questo fenomeno si chiama sindrome di Frey ed è caratteristico della fase di reinnervazione. Non sempre si manifesta. E' un fenomeno fastidioso, ma nulla di grave.
Qui vediamo una paziente operata di parotidectomia sinistra
a distanza di cinque anni dall'intervento.
I muscoli facciali si contraggono in modo simmetrico.
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