La sanità pubblica presenta un problema importante costituito dalle lunghe attese dei pazienti sia per visite, sia per interventi e anche per urgenze al Pronto Soccorso. E' questo un fatto ben noto che travaglia la sanità da anni, forse già dal 1979. Sappiamo che la legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale è la n. 833 del 23 dicembre 1978. Rileggendo questa data penso che quel giorno non fosse tra i più fortunati perché nella notte, verosimilmente per un errore dei piloti, un DC-9 dell'Alitalia si schiantò su Punta Raisi durante la manovra di atterraggio. 108 furono i morti e solo 21 i sopravissuti.
Il principio ispiratore di questa rivoluzione sanitaria è stato e continua ad essere l'articolo 32 della Costitutizione che recita che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti." L'obiettivo era creare una sanità gratuita (o a basso costo) per tutti su imitazione del National Health Service Brittanico. Il Servizio Sanitario inglese era sorto nel 1946 e coinvolgeva i quattro stati che formano il Regno Unito di Gran Bretagna. Col passare degli anni entrambi i servizi, quello inglese e quello italiano, sono stati ampiamente ridimensionati e tutti e due stanno passando un periodo di crisi. Il problema reale è che non ha senso istituire un servizio sanitario dove l'utente paga pochissimo o non paga. Oggi il servizio inglese non funziona, ormai la sanità inglese è quasi tutta privata e in Italia, non per un disegno politico ma per semplice realismo, si sta sviluppando molto il servizio privato. Se analizziamo la sanità negli stati a noi confinanti dove è sviluppato il sistema privato (leggi Confederazione Helvetica), possiamo capire che il sistema assicurativo ha dei difetti, ma sicuramente regge nel tempo, soprattutto perché si sviluppa senza chiedere ai cittadini esborsi elevati con le imposte. Uno dei vantaggi del sistema svizzero è che l'assicurato può scegliere il tipo di assistenza. Chi ha molto timore o si sente malaticcio opterà per una formula che consentirà di avere molti servizi a basso costo. Chi si sente sano, è in salute, può decidere per una assicurazione sanitaria che lo tuteli solo dai danni fisici importanti. Ovviamente i contributi per l'assicurazione sanitaria saranno diversi in rapporto alla scelta effettuata. Il risultato lo si vede tutti i giorni. Gli svizzeri hanno massima fiducia nel loro sistema sanitario e non escono dai loro confini per farsi curare. Per gli italiani è vero il contrario.
Il servizio sanitario italiano non consente differenziazioni personali e questo è un errore gravissimo. Lo stato dovrebbe fornire una tutela che definisco "standard", uguale per tutti. Se una persona vuole una tutela maggiore, più celere e paga una assicurazione privata e utilizza quella dovrebbe poter avere uno sgravio fiscale consistente. Se si favorisse lo sviluppo e la diffusione delle assicurazioni private si ridurrebbero le richieste di prestazioni a carico del SSN e questo, inevitabilmente, sarebbe in grado di soddisfare meglio le esigenze dei cittadini.
Il vero problema lo individuo nella definizione della parola "diritto" che, secondo molti, si traduce in questo modo: "se essere sano è un mio diritto, io non devo pagare."
Il punto primo da affrontare è che si dovrebbe capire che una sanità reale non potrà essere gratuita se non per una piccola parte della popolazione (gli indigenti). La sanità ha sempre avuto costi molto elevati: occorre pensare ai costi per strumentario, per aggiornamento professionale, per gli edifici, per i trasporti ed anche per cercare di far arrivare le cure anche a chi è impossibilitato a muoversi. La medicina si evolve in continuazione, quindi gli strumenti e le conoscenze mediche vanno adeguate almeno di decade in decade. In pratica uno strumentario che è presente oggi in un ambulatorio, tra dieci anni dovrà essere quasi tutto sostituito. Se pensiamo a reparti chirurgici o di diagnostica per immagini dovremo pensare che tutto si dovrà rinnovare in tempi più brevi. Lo stesso discorso si deve applicare ai medici che devono essere preparati per poter utilizzare le nuove tecnologie, ma allo stesso tempo sappiamo che questa preparazione durerà poco, perché prima o poi le tecnologie saranno superate e sarà necessario un nuovo aggiornamento. Il primo ostacolo che ogni sistema sanitario deve superare sono i costi sempre più elevati per offrire prestazioni sanitarie adeguate.
Il secondo punto importante sono le modificazioni nella formazione dei medici di famiglia. Già negli anni settanta, alle origini della riforma sanitaria italiana i medici di famiglia eseguivano numerose prestazioni nel loro ambulatorio; oggi, per numerose ragioni, le prestazioni offerte sono modificate. A volte viene a mancare il filtro dei medici di base, il risultato è: a) il ricorso alle consulenze specialistiche (con conseguente incremento delle liste di attesa); b) l'invio degli assistiti ai Pronto Socorso (con attese lunghissime); c) richieste di esami strumentali (anche queste richieste che molte volte potrebbero essere sostituite dalla consulenza specialistica, comportano un allungamento delle liste d'attesa). Lo spirito di queste richieste, mi riferisco agli esami strumentali come TAC e RMN, rispetto alle richieste di consulenze, per esempio visite otorinolaringoiatriche e neurologiche, ha dei buoni motivi per esistere. Se un medico di famiglia ha un paziente che sta sviluppando problemi neurologici sa benissimo che una consulenza da un neurologo gli potrebbe risolvere il problema; ma sa che il tempo di attesa potrebbe superare i tre o quattro mesi, allora contemporaneamente chiede RMN e visita neurologica. Molte volte l'esame strumentale, viene erogato prima della visita specialistica, e ovviamente questa duplice richiesta diventa quasi la regola. Negli anni settanta la TC e la RMN non esistevano, gli accertamenti radiologici della testa erano approssimativi, pertanto era logico che il medico insistesse nel richiedere consulenze specialistiche. Tutto questo si svolgeva con costi decisamente inferiori rispetto agli attuali.
Ritengo che la strada per garantire una buona assistenza sanitaria e che si arrivi ad una integrazione tra pubblico e privato. La struttura pubblica dovrebbe concentrarsi su quelle attività che sono importanti e che non può delegare, come l'attività di pronto soccorso (PS). L'attività ambulatoriale, cioè le visite mediche, dovrebbero essere ampiamente delegate alle strutture private. I poliambulatori privati hanno un vantaggio notevole rispetto al servizio pubblico: possono modificarsi in rapporto alle richieste. Le attività ambulatoriali hanno richieste molto variabili nei diversi periodi dell'anno e gli studi privati riescono a soddisfarle meglio.
Quando un cittadino ha un problema di salute richiede prestazioni alle ASL, ma queste richieste trovano un enorme ostacolo nelle liste di attesa. Se un medico ha un paziente con dolore ad uno orecchio. Non riesce a fare una diagnosi e chiede un consulto. Il consulto, se vogliamo che sia utile, deve essere rapido. Questo non avviene. Se il paziente non riesce a risolvere il problema col servizio pubblico è evidente che si rivolge al servizio privato.
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Temponews.it è un portale on-line legato a Radio Bruno soc. coop con sede a Carpi (Modena) e pubblica spesso articoli sulla attualità carpigiana e modenese. Il 31 dicembre 2023 ha pubblicato un articolo "PS, manca personale: le attese si allungano e la tensione nelle sale d'attesa." Nel testo viene sottolineato il fatto che gli organici sono all'osso. Mi sembra evidente che all'interno di una Azienda Ospedaliera, le attività che si possono delegare dovrebbero venire delegate, solo così sarà possibile non disperdere il personale in attività secondarie.
In questo modo la sanità pubblica potrebbe concentrarsi e migliorare le prestazioni urgenti, che sono quelle che maggiormente preoccupano gli utenti.
Il POLIAMBULATORIO CITTA' di CARPI
è in località Fossoli
qui esegue visite specialistiche otorinolaringoiatriche il dott. Carlo Govoni
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