La perdita uditiva è un problema che interessa tutti gli uomini e le donne, è noto che questo deficit inesorabilmente si aggrava col passare degli anni. Sono parecche le persone che si rendono conto che quando gli vien rivolta una domanda, non riescono a comprendere le parole. In alcuni casi i pazienti riferiscono di essere continuamente infastiditi da ronzii o fruscii che non permettono loro di percepire nitidamente la voce. Molte di queste persone non sanno che cosa devono fare e non seguono un corretto iter diagnostico e terapeutico.
Molte persone cercano di aproffittare di qualche opportunità per farsi misurare l'udito, per esempio da un tecnico presente in una farmacia oppure entrando in un negozio di protesi acustiche, Con queste persone si ottiene una misura della capacità uditiva, ma non una diagnosi e nemmeno una prescrizione medica. Il fatto che un tecnico dimostri con apposito strumentario che una persona sente poco è solo il primo passo di una visita otorinolaringoiatrica.
L'esame audiometrico ci da una indicazione di sede.
Da questo esame possiamo dedurre che il paziente ha una
perdita uditiva che interessa le frequenze acute in entrambe le orecchie
e la parte ammalata sono le coclee destra e sinistra.
Il passo successivo è individuare la malattia. Per individuarla sono utili esami complementari (ripetizione dell'audiometria, impedenzometria, potenziali evocati uditivi, TC, RMN, ecc.). Individuata la malattia occorre anche capire quale potrà essere la terapia più adatta. La protesizzazione è solo una delle possibili soluzioni e di solito viene consigliata quando non sono prospettabili altre terapie. Altro punto importante da valutare è la possibilità di ottenere un buon risultato con la protesi. Molti sanno che ci sono pazienti insoddisfatti. Hanno acquistato una protesi e poi l'hanno messa in un cassetto. Un buon otorinolaringoiatra è in grado di capire se una determinata sordità potrà beneficiare della protesi acustica e consigliarla solo se ci sarà un teorico vantaggio. Per esempio un paziente che ha un'esame audiometrico come quello sopra riportato non avrà alcun vantaggio dalla protesi acustica.
Se si ha l’impressione di sentire poco il consiglio è quello di chiedere una visita medica otorinolaringoiatrica corredata di esami audiologici. Questa è l'unica strada che permetterà di arrivare ad una diagnosi corretta. Nell’ipotesi che ci sia una diagnosi di sordità, non tutte le sordità si risolvono con un apparecchio acustico. Molte sordità si possono curare con farmaci, tra queste ricordo tutte le sordità che insorgono in brevissimo tempo (sordità improvvise) e le ipoacusie determinate da ristagno di secrezioni catarrali nelle orecchie.
E' importante fare un bilancio audiometrico per classificare l'ipoacusia e per capire se il paziente ha necessità di un apparecchio acustico.
Esistono perdite uditive molto diffuse dove l’unico presidio terapeutico resta l’apparecchio acustico. Si tratta delle forme lentamente progressive dove l’età gioca un ruolo fondamentale. La sordità determinata dall'invecchiamento si chiama presbiacusia o socio-presbiacusia. E' una riduzione dell'udito dove la protesi acustica può fare molto ed è bene che l’ apparecchio sia prescritto da un medico specialista, dopo una corretta valutazione audiologica.
Esempio di apparecchio acustico retroaricolare con chiocciola morbida.
Il medico specialista è in grado di dare consigli fondamentali nella scelta dell'apparecchio acustico. Si riconoscono apparrecchi da "indossare" e protesi ancorate all'osso. Quest'ultima è una scelta molto impegnativa e va affrontata con un medico specialista che si occupa di questi problemi.
Orecchio con protesi acustica tradizionale di tipo retroauricolare,
detta anche "protesi da indossare".
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