La conservazione dell'udito, soprattutto in età avanzata, è molto importante; qui cercheremo di capire quali rapporti esistono tra senilità, alimentazione e calo uditivo. E' questo un argomento di cui si parla poco, ma ritengo sia di particolare interesse, soprattutto perché l'età media della popolazione è in continuo aumento.
Da questo grafico si capisce come la percentuale di coloro che sentono poco (ipoacusia maggiore di 25 dB sulla media delle frequenze centrali) sia in continuo aumento col progredire dell'età.
E' questo un fenomeno inevitabile, tutte le persone col passare degli anni perdono capacità uditiva. C'è chi perde l'udito più rapidamente di altri, ma tutti, inesorabilmente, andiamo incontro a deficit uditivi. Un'altro problema che coinvolge molte persone è l'aumento di peso o peggio, l'obesità. Diversi studi medici riferiscono una correlazione tra deficit uditivo ed incremento di peso. Vedo questo come un problema reale.
Essere sovrappeso non si può definire una malattia, ma sicuramente predispone ad alcune disfunzioni che influenzano a loro volta la qualità della vita e in particolare l'udito. I tre problemi fondamentali di coloro che hanno un peso superiore alla media sono il diabete, le malattie cardiovascolari e l'ipercolesterolemia.
Un criterio semplice per stabilire se il nostro peso è corretto è utilizzare l'indice di massa corporea (BMI = Body Mass Index). Questo indice è dato dal peso corporeo espresso in Kg diviso per il quadrato dell'altezza espressa in metri. I risultati sono indicati nella tabella seguente.
Body Mass Index
minore 18,5 | sottopeso |
tra 18,5 e 24,9 | normopeso |
tra 25,0 e 29,9 | sovrappeso |
maggiore 30,0 | obesità |
Faccio un esempio per calcolare il Body Mass Index. Supponiamo che una persona sia alta metri 1,72 e il suo peso sia di Kg 79. Il calcolo è 79 / (1,72 x 1,72) da cui 79 / 2,9584 = 26,7036. Il valore ottenuto 26,7036 è superiore a 25,0 quindi la persona è sovrappeso.
Un altro parametro molto semplice da calcolare è la misura del girovita o circonferenza addominale. Questa si misura con un comune metro da sarto cercando, a muscoli rilassati, la misura più piccola in prossimità dell'ombelico. Qui i valori normali sono più semplici da indicare. Si considerano ottimali per una donna un girovita compreso tra 60 e 80 cm e si inizia a parlare di obesità da cm 88 in su. Per i maschi il valore medio normale è tra 70 e 95 cm e si parla di obesità oltre i 102 cm. Ovviamenti questi valori andrebbero interpretati anche in rapporto all'altezza.
Avere valori che vi classificano come soggetto obeso non significa che voi abbiate problemi uditivi. L'obesità predispone a due malattie importanti: diabete e malattie cardio-vascolari. Il vero problema è il diabete. Si è visto che circa il 50% dei diabetici ha problemi uditivi. Il diabete comporta un danno della piccola circolazione: microangiopatia diabetica. Si tratta di un danno a carico dei capillari. Gli organi più colpiti sono i reni, il sistema nervoso e quello cardiovascolare. Non si parla di uno specifico danno diabetico dell'apparato uditivo, ma la coclea, la parte più importante del sistema uditivo, ha una circolazione di tipo terminale, cioè un vaso va ad irrorare una determinata area colceare. La microangiopatia può causare un danno cocleare irreversibile. Purtroppo il giro basale della coclea è il punto più debole dell'apparato uditivo, su questo punto incidono il diabete, il rumore e l'invecchiamento. Si può dire che indirettamente l'obesità va a peggiorare la nostra capacità uditiva sulle frequenze acute, cioè in una zona dove incidono anche altri due fattori sui quali possiamo fare ben poco per difenderci: rumore percepito durante la vita ed età.
Allo scopo di rafforzare il concetto che all'obesità si associ un deficit uditivo superiore alla media ricordo una malattia ereditaria rara. E' la sindrome sordità-encefaloneuropatia-obesità-valvulopatia. E' una malattia rara di tipo autosomico recessivo che colpisce i mitocondri. Di solito si presenta con una encefalopatia, malattia con insufficenza renale (sindrome nefrosica), atrofia ottica e sordità con ipoacusia che insorge già nelle prime decadi di vita. A questi disturbi si associano l'obesità ed una valvulopatia cardiaca.
La microangiopatia diabetica e le malattie cardiovascolari
danneggiano soprattutto la coclea e il nervo cocleare.
Abbiamo citato le malattie cardiovascolari per diversi motivi. Innanzitutto alla base di molte di loro ci sono difetti nella circolazione capillare e la trombofilia. Per prevenire alcune di queste malattie molti soggetti sono in terapia con acido acetilsalicilico a basso dosaggio (es. 100 mg) e tra gli effetti collaterali di questo farmaco c'è prorpio la diminuzione della capacità uditiva e gli acufeni.
Un altro problema che caratterizza la diminuzione dell'udito è il consumo di alcolici. Uno studio eseguito in Cina sostiene che nei consumatori di alcoolici c'è una percentuale del 20% di ipoacusici in più rispetto ad una popolazione di pari età e pari caratteristiche, ma che non consumano alcol. Io e altri meidici italiani non abbiamo fatto studi così precisi, però nella partica emerge questo dato: i bevitori, mediamente, hanno un udito peggiore, a pari età e sesso, rispetto alle persone non bevitrici.
E' noto come gli alcolici possano danneggiare l'udito. Questi provocano danni alle cellule ciliate della coclea (sono le cellule denominate anche recettori cocleari, responsabili della trasduzione meccano-elettrica). Gli alcolici, come è noto provocano anche danni al sistema nervoso e pertanto danneggiano le vie nervose e corteccia uditiva. La corteccia è particolarmente importante per memorizzare i suoni e per la loro comprensione. Il consumo di alcolici, soprattutto dopo i 65 anni, andrebbe drasticamente ridotto.
Il mio consiglio è stare molto attenti a tutto ciò che si mangia e si beve. Non si deve mai eccedere. Nella vita ormai siamo sottoposti a numerose tentazioni, come potete vedere dalle foto della pasticceria che qui riporto.
Milano, Pasticceria Bastianello
All'interno del Columbus Clinic Center
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