Da diversi anni si parla molto di manovre per curare la vertigine, sembra che sia possibile far fare alcuni movimenti al paziente che non riesce a reggersi in piedi e in pochi secondi riacquisterà il suo equilibrio.
Come sempre la realtà, in particolare la guarigione da una malattia, non è un evento così semplice. Ritengo corretto fare diverse puntualizzazioni.
E' razionale pensare che con una manovra fisica si possa guarire da una vertigine?
Le manovre, denominate manovre liberatorie, trovano il loro razionale solo per la cupololitiasi ( o labirintolitiasi o canalolitiasi o vertigine parossistica di posizione) cioè per quelle vertigini caratterizzate dalla fuorisucita dal sacculo e dall'utricolo di uno o più otoliti. Lo scopo di queste manovre è, dopo un'accurata diagnosi sul lato e sul canale semicircolare colpito, cercare di far rientrare nella sede originaria l'otolita (o gli otoliti) responsabili della vertigine. E' questa una diagnosi molto difficile che solo un medico con esperienza in vestibologia riesce a fare. Ancor più difficile è selezionare tra le manovre possibili quella che potrebbe rivelarsi terapeutica.
Preciso che per tutte le altre forme di vertigine come la malattia di Ménière, la neuronite vestibolare, il neurinoma dell'acustico, le idropi endolinfatiche, ecc. le manovre non servono a nulla.
Su YouTube sono presenti diversi filmati con le manovre da fare per la terapia della vertigine; possono essere utili per un paziente?
Questi filmati hanno una utilità limitatissima, servono semplicemente a far capire alla persona quali manovre li potrebbe sottoporre uno specialista ORL nel corso della visita. Purtroppo alcuni operatori li propongono come metodi per un'autoguarigione. Su questo punto sono decisamente contrario. E' fondamentale affinchè una manovra funzioni che la diagnosi sia corretta. Un'autodiagnosi precisa nel settore delle vertigini la ritengo molto difficile da farsi.
Pur ammettendo che il paziente soffra di vertigine posizionale (VPPB), cioè della forma di vertigine che può migliorare con le manovre, esiste il problema di saper scegliere la manovra più idonea. Questo è un problema molto arduo che ritengo praticamente impossibile da affrontare per chiunque non abbia precise conoscenze specialistiche.
Cosa può fare il paziente sul piano fisico?
Ritengo che il paziente che soffre di vertigine può fare poco senza che ci sia una diagnosi specialistica precisa. Il paziente può cercare di fare una ginnastica generica per tenere in movimento il collo. Può alternare movimenti di estensione, flessione e lateralità del collo, ma questi movimenti attenueranno i sintomi, ma non porteranno ad una soluzione del problema vertigine.
Più utili sono gli esercizi di Brandt - Daroff, ma questi si potranno fare solo se c'è una precisa diagnosi di vertigine di posizione.
In definitiva è bene che il paziente vertiginoso cerchi di arrivare presto ad una diagnosi con l'aiuto di uno specialista e poi faccia solo quelle manovre che gli ha consigliato lo specialista.
Se uno fa manovre sbagliate potrebbero esserci dei danni?
Ritengo che danni importanti difficilmente si potranno verificare. Gli inconvenienti più importanti sono due.
1 - manovre errate o eccessive potrebbero comportare un aggravamento della vertigine.
2 - Un altro problema che ritengo ancor più importante è che i movimenti fisici possono portare ad un beneficio in molti casi e questo illusorio vantaggio potrebbe ritardare la diagnosi della vera malattia vertiginosa quando questa è diversa dalla vertigine parossistica di posizione benigna.
La visita otorinolaringoiatrica per un paziente affetto da vertigine si fonda soprattutto sull'esame vestibolare. Spesso si tratta di una valutazione clinica.
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