Il 30 aprile 2023 il dott. Carlo Govoni è stato intervistato dalla giornalista Nina Sicilia nel corso del programma medicina 365 per parlare di diagnosi e terapia delle vertigini.
La vertigine è una disfunzione del sistema che regola l'equilibrio. Le malattie che portano a vertigine sono molto complesse in quanto per mantenere la stabilità e l'equilibrio concorrono diversi apparati. Come si può vedere il sistema comporta l'intervento degli apparati vestibolare, uditivo e visivo e del sistema propriocettivo. Tutte queste afferenze raggiungono i nuclei vestibolari. Il sistema viene definito: SISTEMA DI ORIENTAMENTO SPAZIALE. Il sistema è anche dotato di vie efferenti.
Per la complessità del Sistema di Orientamento Spaziale è logico pensare che le malattie che lo possono danneggiare sono tante, di conseguenza anche gli approcci terapeutici sono molto diversi. I trattamenti si possono classificare in quattro categorie: terapie con farmaci, manovre riabilitative, interventi chirurgici e fisioterapia riabilitativa.
Molto diffuse sono le manovre riabilitative eseguite dal medico. L'indicazione è una forma di vertgine molto diffusa: la vertigine parossistica di posizione. Proprio grazie alla diffusione di questa malattia è relativamente facile incontrare qualche vertiginoso che è stato guarito con l'applicazione di una o più manovre riabilitative. Desidero precisare che solo questo tipo di vertigine migliora con le manovre riabilitative.
Un argomento poco noto è la chirurgia della vertigine. Un lavoro completo sulla chirurgia della vertigine è stato pubblicato sul Trattato di Tecnica Chirurgica - Chirurgia Otorinolaringologica - nel 1989.
Una tecnica che negli anni ottanta veniva poco utilizzata erano le iniezioni endotimpaniche. Oggi queste metodiche sono ritornate alla ribalta. Come si può vedere nel disegno sottostante con un lungo ago (in verde) in microotoscopia si perfora la membrana timpanica si diffonde il farmaco nella cassa del timpano (in tratteggio nel disegno). Con questa tecnica si raggiunge la coclea.
I farmaci più usati sono i cortisonici e gli antibiotici ototossici. Questi ultimi sono utilizzati soprattutto nella malattia di Menière avanzata per provocare una labirintectomia chimica o soppressione labirintica.
Una tecnica molto raffinata è la microchirurgia del sacco endolinfatico. Attraverso una mastoidectomia si arriva ad esporre il sacco encolinfatico. L'approccio è rappresentato nel disegno sottostante, tratto dal Trattato di Chirurgia Otorinolaringologica - Chirurgia della Vertigine, UTET, Torino, 1989.
L'esposizione del sacco la si vede molto bene in questa figura che è stata ingrandita. Una volta che il sacco endolinfatico è stato individuato ed esposto sono possibili diverse manovre.
Nella diapositiva sottostante sono indicate quattro possibili interventi sul sacco endolinfatico. Sappiamo che alla base della malattia di Menière c'è l'idrope endolinfatica, cioè un eccesso di endolinfa. Queste procedure favoriscono il drenaggio dell'endolinfa.
1 - Applicazione di valvola di Shea. 2 - Apertura semplice del sacco.
3 - Valvola di Arenberg in sede.
4 - Drenaggio sub-aracnoideo (Hasegawa e Naito)
Vediamo ora un intervento molto complesso che trova pochissime indicazioni: la sezione del nervo vestibolare al fine di togliere ogni afferenza errata a partenza dal labirinto ammalato. Questo intervento (neurectomia vestibolare) è riservato a casi molto selezionati di malattia di Menière incurabile.
Vediamo ora un altro metodo terapeutico per guarire dalla vertigine molto diverso dalla chirurgia. Parlerò di RIABILITAZIONE VESTIBOLARE.
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