Riporto un articolo pubblicato sul settimanale "La VOCE di REGGIO EMILIA" del 6 dicembre 2019 nella rubrica LA NOSTRA SALUTE.
L'importanza di avere una buona respirazione attraverso il naso.
Ricorderete che il 20 marzo del 1800 Alessandro Volta annunciò l’invenzione della pila alla Royal Society di Londra. Per rendere visibile il fenomeno dell’elettricità aveva fatto degli esperimenti grazie ai quali riusciva a far muovere le zampe ad una rana. Tra i fisici ci fu entusiasmo per questa scoperta, ma non per la gente comune. Molte persone videro lo scienziato comasco come il classico “inventore pazzo” e hanno pensato “quale futuro potrà mai avere uno strumento che allarga le gambe di una rana morta?” Per fortuna al mondo ci sono state altre persone che hanno intuito le enormi potenzialità dell’energia elettrica. Dovettero passare anni ma presto ci fu l’invenzione del telegrafo con i fili (Weber, Gauss e Morse 1833), il telefono (Meucci e Bell 1870), la lampadina (Edison 1879) e poi un elenco interminabile di altre applicazioni dell’elettricità. Da circa due secoli possiamo dire che la nostra società grazie alla corrente elettrica sta vivendo una evoluzione continua, tutt’ora in pieno sviluppo.
Ogni trasformazione comporta delle insidie: la spinta verso il nuovo e la forza dell’originalità a tutti i costi devono mettere in guardia ognuno di noi. Questo pericolo era già stato intuito da Alessandro Manzoni (1785 – 1873) che scrisse: “Non sempre tutto ciò che è nuovo è progresso”.
Chi opera nel settore sanitario ha il dovere di stare al passo coi tempi. Le innovazioni sono continue, ma non tutte le novità costituiscono un passo avanti. Migliorare la salute e in particolare fare progressi nella chirurgia è molto difficile. Nella mia vita mi sono stati presentati strumenti che sembravano meravigliosi e poi nell’arco di un lustro sono scomparsi. Il medico deve essere aperto alle innovazioni, ma soprattutto deve analizzarle con senso critico. Ricordo che circa dieci anni fa in una clinica della Versilia vidi utilizzare per la prima volta le radiofrequenze per il trattamento dell’ipertrofia dei turbinati. Quel collega utilizzava un lungo ago e migliorava sensibilmente la respirazione dei suoi pazienti. In quel periodo io, come tutti gli otorinolaringoiatri, eseguivo quell’atto chirurgico con forbici apposite e pinza bipolare. C’erano sanguinamenti ed era indispensabile l’utilizzo dei tamponi. Era un intervento che facevo mal volentieri. I pazienti miglioravano, ma lo stamponamento costituiva un vero problema. Quando vidi operare con le radiofrequenze capii subito che questa tecnica meritava una conoscenza approfondita. Iniziai a cercare cliniche che mi potessero mettere a disposizione questo strumento e feci i primi interventi. Presto capii che la corrente elettrica in forma di radiofrequenze era un’autentica innovazione. Pensai che nel nuovo ci può essere il vero progresso.
La difficoltà respiratoria nasale è un problema che affligge oltre il 10% dei pazienti. Le malattie che la determinano sono quasi sempre la deviazione del setto o l’ipertrofia dei turbinati oppure la coesistenza di entrambi i problemi. Queste persone si rivolgono al farmacista o al medico di medicina generale e cercano dei rimedi immediati. Ci sono prodotti che servono per effettuare lavaggi nasali, non hanno effetti collaterali ma sono poco efficaci. Altri farmaci contengono sostanze vasocostrittrici, danno rapidi vantaggi, sono molto diffusi, ma perdono di efficacia nel tempo. Le persone che li usano tendono ad usarli sempre con maggiore frequenza. Si arriva ad un punto dove i vasocostrittori non fanno nulla. E’ questo il momento per proporre la chirurgia.
Se si respira male dal naso significa che si soffre per uno di questi problemi: deviazione setto nasale e/o ipertrofia dei turbinati. Sul setto la terapia è solo chirurgica, mentre sui turbinati è possibile utilizzare i farmaci. Si prescrivono prodotti che contengono cortisonici ed agiscono sulla componente infiammatoria dei turbinati. La loro azione è lenta e non sempre sono efficaci. Io credo che quando un paziente ha un problema si deve cercare di risolverlo in tempi ragionevoli.
Le soluzioni chirurgiche per i turbinati ipertrofici sono parecchie e vanno valutate caso per caso (Fig.1 – Turbinati ipertrofici).
La tecnica che applico quasi costantemente è la devascolarizzazione dei turbinati con radiofrequenze. Questa tecnica ha ampliato le indicazioni alla riduzione chirurgica dei turbinati, rendendo possibile l’intervento in anestesia locale. Anziani, cardiopatici, persone ansiose che non vogliono o non possono essere addormentate completamente oggi si possono operare. Si tratta di un intervento che dura di circa 20 minuti e non prevede un tamponamento nasale. La procedura consiste nell’introduzione di un elettrodo (strumento simile ad un lungo ago) che collegato ad apposito apparecchio crea una riduzione di volume del turbinato (Fig. 2 – Elettrodo in sede). Il chirurgo è libero di agire fino a quando non ha ottenuto il risultato voluto. Tra i vantaggi di questa tecnica ricordo lo scarso sanguinamento e la possibilità di poterla utilizzare anche in pazienti poco collaboranti.
La riduzione dei turbinati con radiofrequenze non cambia la morfologia del setto nasale. Se c’è un setto particolarmente deviato agire sui turbinati non è sufficiente, occorre prendere in considerazione un intervento più complesso: la settoplastica. Quasi sempre alla deviazione del setto si associano i turbinati ipertrofici e pertanto si corregge il setto nasale e si interviene con la devascolarizzazione dei turbinati in un'unica seduta chirurgica. E’ indispensabile l’anestesia totale (o narcosi) e si prevede un ricovero di due o tre giorni.
Per poter eseguire questi interventi, sia quelli in anestesia locale e a maggior ragione quelli in anestesia generale, è importante lavorare in un centro clinico che sia dotato dei più moderni presidi. La strumentazione per intervenire con radiofrequenze non è molto diffusa, da qui la necessità di avere a disposizione una idonea sala operatoria.
Ci tengo a sottolineare che in tutti gli interventi di chirurgia nasale i vantaggi respiratori non saranno immediati, è sempre necessario un periodo di 20 o 30 giorni per la cicatrizzazione. In tale periodo il soggetto dovrà eseguire lavaggi giornalieri delle fosse nasali.
Qualche lettore quando sente parlare di cliniche private pensa subito ai prezzi. Indubbiamente il problema esiste, ma è meno importante di quanto può apparire. Uno strumento sanitario ancora poco diffuso in Italia sono le Assicurazioni private. Oggi tutte le Cliniche agiscono in convenzione con le Assicurazioni. I vantaggi sono notevoli, non più attese di alcune settimane per una visita e alcuni mesi per un intervento. Il vantaggio è proprio nel poter essere visitati e operati presto, soprattutto nelle ore o nei giorni che il paziente desidera. Altro aspetto che pochi conoscono è che in molti contratti di lavoro sono comprese Assicurazioni per assistenza sanitaria, spesso sono estensibili ai familiari. C’è chi si assicura per le visite e per gli interventi chirurgici, ma sono soprattutto questi ultimi a preoccupare maggiormente ogni persona. Mi è capitato anche di incontrare qualche persona può usufruire di una assistenza che non conosce o non ricorda di avere.
Se la vostra preoccupazione fosse il prezzo parlatene col medico, perché per gli interventi importanti è possibile eseguirli fuori regione seguendo le regole del Servizio Sanitario Nazionale.
Una buona respirazione nasale è importante, da questa dipende la respirazione polmonare. Le persone che non fanno particolari sforzi fisici sono convinte di respirare bene anche se hanno il setto nasale deviato oppure i loro turbinati sono molto ingrossati. Il problema della buona respirazione nasale va visto nell’arco della vita. Quando si deve correggere una stenosi respiratoria la soluzione è spesso quella chirurgica. Gli interventi che ho citato sono interventi di elezione, cioè interventi che si fanno per migliorare una situazione patologica, senza urgenza. Sono quindi interventi dove si cerca di non far correre al paziente alcun rischio operatorio, pertanto è bene eseguirli quando il soggetto è giovane o è in età matura. Non si consigliano nella senescenza. Una buona respirazione dal naso è proprio utile quando si è anziani, quando il fisico è meno reattivo. In età avanzata respirare aria troppo fredda o inquinata sovraccarica di lavoro i polmoni. L’aria fredda facilita l’insorgenza delle tracheiti e delle bronchiti. Le polveri che raggiungono l’albero bronchiale stimolano la produzione di catarro e costringono la persona ad espellerlo in continuazione con la tosse.
Ritengo che gli interventi per migliorare la respirazione nasale fatti in età matura siano utili per migliorare la respirazione, ma soprattutto aiutano ad affrontare meglio la terza e quarta età.
In molti casi con questa chirurgia si ottengono anche vantaggi indiretti come il miglioramento dell’olfatto o la riduzione di una cefalea. Tutte considerazioni non trascurabili, da valutare caso per caso, perché possono elevare la qualità della vita.
L’otorinolaringoiatra è il medico che meglio di ogni altro è in grado di studiare la respirazione nasale anche in funzione della qualità della vita futura del paziente.
Da quella scoperta che in un primo tempo serviva solo a far muovere le zampe di una rana morta la fisica unita alla fisiologia del corpo umano ha fatto passi a dir poco giganteschi. Tocchiamo con mano e utilizziamo quotidianamente milioni di applicazioni dell’energia elettrica. Tra queste ci sono anche le applicazioni per ottimizzare gli strumenti chirurgici. Applicazioni innumerevoli, frutto di una ricerca continua che si perfeziona nel tempo. Gli strumenti a radiofrequenze ne sono un esempio. Quello che è importante è conoscerli, migliorarli e utilizzarli sempre nei casi più appropriati.
Dott. Carlo Govoni
Specialista in Otorinolaringoiatria
Columbus Clinic Center Milano
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.carlogovoni.it
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