La medicina è un settore dello scibile umano fondato su conoscenze tecnico-scientifiche, però si sviluppa e si conclude in consigli terapeutici e interventi che sono espressione di un'arte.
«Che cos'è la medicina?» è un problema ed io ho cercato di rispondere. La mia opinione è che la medicina sia contemporaneamente una scienza ed un arte.
Tinsley Randolph Harrison (1900 - 1978) è l'autore di uno dei più importanti trattati di medicina interna ed ha scritto: "Per curare chi soffre il medico deve possedere capacità tecniche, conoscenze scientifiche e comprensione umana. Doti che dovrà utilizzare con coraggio, umiltà e saggezza per offrire al prossimo un servizio unico e per perfezionare il proprio carattere. Il medico non dovrebbe chiedere al proprio destino più di questo, nè accontentarsi di qualcosa di meno."
Condivido questa impostazione. Alla base dei ragionamenti di un medico deve esserci la conoscenza scientifica, ma da sola non basta. Questo perchè il medico deve intervenire. Interviene con farmaci e con la chirurgia. Gli interventi chirurgici richiedono manualità, quindi capacità tecniche che si sviluppano sia attraverso la conoscenza dell'anatomia, ma anche con l'esercizio. La chirurgia e anche la terapia sono un'Arte. Lo stesso discorso vale per la comprensione umana: comprendere, ascoltare e capire sono azioni importanti, sempre espresione di un'Arte.
La medicina è arte e scienza.
"Tuttavia, dirò esser la medicina arte congetturale; ed esser proprio della congettura, che, mentre il più delle volte corrisponde, talvolta pure fallisca." Questa è la definizione di Aulo Cornelio Celso (25 a.C circa - 45 d.C circa) tratta dal suo libro "De Medicina", il primo trattato in lingua latina sulla medicina. Il concetto di Celso è chiaro, la medicina è un'arte congetturale. Chiaramente le conoscenze scientifiche erano molto scarse, quindi ritenere che la medicina trovasse le sue fondamenta in supposizioni e su apparenze probabili era una considerazione che, per i tempi, era molto logica. Ai tempi l'evoluzione delle malattie era molto misteriosa, molti ammalati guarivano grazie alla forza della natura. Altri, che non venivano nemmeno giudicati in condizioni disperate, morivano senza una apparente motivazione.
Altro aspetto fondamentale della medicina, non sempre compreso dai medici, è che non si dovrebbe inseguire il sogno dell'originalità o del aver compiuto un fatto eccezionale, ma seguire il buon senso. Ritengo che un grande medico del passato Augusto Murri (1841 - 1932) abbia insegnato proprio questo.
Purtroppo i secoli ventesimo e ventunesimo sono una continua ricerca dell'originalità, penso che almeno la metà delle pubblicazioni scientifiche siano finalizzate solo a dire di aver fatto per primo una cosa che gli altri non hanno fatto. Sembra che serva a poco fare qualcosa di utile, l'importante è dire che si è brevettato un tal strumento, o che si è proposta la tal variante ad un intervento o ancora si è i primi a fare quella manovra o a esaltare le caratteristiche di un nuovo farmaco. Sono convinto che in molti lavori scientifici ci sia una carenza fondamentale: il buon senso.
In questo quadro della fine del XIX° secolo si vede col camice giallo
Theodore Bilrroth, il chirurgo che ha eseguito la prima laringectomia totale
in un epoca pionieristica: non esistevano antibiotici e nemmeno l'anestesia generale.
Il concetto di sterilità era aleatorio, ci si limitava a far bollire il materiale utilizzato.
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