La detrazione della socio-presbiacusia nelle valutazioni medico-legali della funzione uditiva è un argomento spesso oggetto di controversie. Immaginiamo di essere di fronte a due persone di età diverse (30 anni e 70 anni) che hanno subito la stessa perdita uditiva, lo stesso giorno, per esempio a causa di una esplosione. Entrambi vengono sottoposti ad otoscopia. Se l'esame è negativo viene fatto loro un esame audiometrico e le soglie uditive sono identiche. Per entrambi non abbiamo esami audiometrici precedenti all'evento lesivo.

Possiamo dire che tutte e due hanno subito lo stesso danno? 
No, il danno è diverso. Si deve presumere che il giovane trentenne abbia avuto, prima dell'esplosione, un udito buono. La persona anziana aveva un udito scarso. Se dopo lo scoppio entrambi hanno per esempio una soglia pantonale di 60 dB è evidente che il giovane ha avuto un danno ben superiore perché prima dell'infortunio era normoacusico (soglia compresa tra 10 e 20 dB su tutte le frequenze). Il danno è minore per l'anziano perché prima dell'infortunio sentiva poco ed aveva una soglia uditiva più elevata rispetto al giovane.

Come si può calcolare il decadimento uditivo per effetto dell'età?

Il decadimento uditivo dovuto all'età è la somma di due fattori: presbiacusia (cioè il deficit acustico strettamente legato alla senescenza) e la socioacusia (cioè la perdita uditiva per effetto di tutti i rumori che caratterizzano la vita sociale di una persona, escluso il rumore professionale). Pertanto col termine socio-presbiacusia si intende il decadimento uditivo in conseguenza dell'età e del rumore occasionalmente percepito durante la vita.

Ritengo che per calcolare la socio-presbiacusia, cioè l'innalzamento della soglia uditiva per effetto dell'età sia molto utile la tabella predisposta da Giovanni Rossi che qui riporto.

       Anni              Maschi           Femmine    

         27

       0,75         --
         28        1,50         --
         29        2,25         --
         30        3,00         --
         31        3,75         -- 
         32        4,50         --
         33        5,25         --
         34        6,00         --
         35        7,10       0,25
         36        8,20       0,50
         37        9,30       0,75
         38      10,40       1,00
         39      11,50       1,25
         40      12,60       1,50
         41      13,70       1,75
         42       15,00       2,00
         43      17,50       3,62
         44      20,00       5,24
         45      22,50       6,86
         46      25,00       8,48
         47      27,50     10,10
         48      30,00     11,72
         49      32,50     13,34
         50      35,00     15,00
         51      37,50     16,85
         52      40,00     18,70
         53      42,50     20,55
         54      45,00     22,40
         55      47,50     24,25
         56      50,00     26,10
         57      52,25     27,95
         58      55,00     30,00
         59      56,85     32,50
         60      58,70     35,00
         61      60,55     37,50
         62      62,40     40,00
         63      64,25     42,50
         64      66,10     45,00
         65      67,95     47,50
         66      70,00     50,00

La presente tabella indica l'aumento della soglia uditiva
per effetto dell'età espresso in dB per ciascun orecchio
per le frequenze di 2000, 3000 e 4000 Hz determinato
dalla socio-presbiacusia.
Da Giovanni Rossi: Il danno uditivo da trauma acustico cronico: 
aspetti generali e problemi specifici. Collana di monografie sulle
malattie professionali. Ediz. INAIL, Roma, 1984.

 

Nel suo testo il prof. Rossi distingue la presbiacusia dalla socioacusia. Con la prima si intende la perdita uditiva determinata dal solo invecchiamento. Con il termine socioacusia si intende la perdita uditiva determinata dall'invecchiamento e dal danno provocato da tutti i rumori che un uomo assorbe nell'arco della sua vita. Lo scorporo della presbiacusia secondo la tabella Rossi è ritenuto legittimo dalla Suprema Corte di Cassazione a sezioni Unite con la sentenza n. 06846 del 1992. 

L'esistenza di due tabelle, una per i maschi ed una per le femmine, è una ulteriore prova che la perdita uditiva per effetto dell'età è diversa. Le femmine si sono sempre dimostrate più resistenti nel mantenere una buona capacità uditiva rispetto ai maschi. Non credo che si tratti di una condizione genetica, ma sia soprattutto un fenomeno acquisito. I maschi sono molto più facilmente esposti ai traumi acustici sia acuti che cronici. L'utilizzo di strumenti rumorosi, l'apprezzare una musica ad alto volume, l'uso di armi da fuoco sono tutti elementi che caratterizzano la vita degli uomini.

La perdita uditiva, come sempre, si evidenzia attraverso un esame dell'udito. Ecco qui sotto un esempio di tracciato audiometrico di un paziente affetto da presbiacusia

audiogram middle presbycusis

 

 

Bibliografia

Ralli Giovanni, Mizzoni, Clementi C, Caramanico C.  La presbiacusia - Presbycusis.  Italian Journal of Geriatrics and Gerontology 2014; 2(1): 17-24

 

 

Vedi anche:

- come si leggono gli esami audiometrici
 

Come è fatta e come funziona una protesi acustica

 

La protesi ancorata all'osso: BAHA

 

La sordità infantile

 

- La diminuzione dell'udito nell'anziano