Fumo di sigaretta e Covid-19 sono problemi clinici strettamente connessi in quanto entrambi comportano un danneggiamento della funzionalità polmonare.

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Che i due fenomeni siano correlati è intuitivo, però oggi ci sono interessanti studi clinici che lo dimostrano.

I dati statistici dimostrano in modo incontrovertibile che la prognosi per i pazienti fumatori affetti da Covid-19 (Coronavirus Sars-CoV-2) è peggiore rispetto ai non fumatori.

Dopo 2 settimane di polmonite infettiva da Covid-19 il 27,3% dei fumatori opportunamente trattati non mostra miglioramenti, per contro non migliorano solo il 3% dei non fumatori (1).

In Cina è noto che i fumatori sono soprattutto maschi [su cento fumatori solo 7-8 sono di sesso femminile (2)] e questo viene visto come un valido sostegno per spiegare l'elevata mortalità maschile. Al momento del ricovero in ospedale i fumatori cinesi presentavano condizioni di gravità superiori ai non fumatori, in oltre un terzo dei casi; metà di loro dovevano essere ricoverati in reparti di terapia intensiva.

 

 

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Nell'agosto 2020 in Spagna è stato vietato di fumare all'aperto perché si è pensato che attraverso le piccole particelle di fumo potesse anche diffondersi il Covid-19. A distanza di otto mesi (inizio aprile 2021) si è visto che la diffusione del Covid-19 in Spagna è stata minore rispetto a molti stati europei come l'Italia. E' presto per dire se questa è stata una precauzione utile, però non fumare in pubblico e non stare vicino a chi fuma sono dei divieti molto semplici da mettere in pratica. Sono dell'idea che qualche precauzione in più rispetto alle disposizioni ministeriali sia bene utilizzarla. 

 

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Le donne si difendono meglio dall'infezione da SARS-CoV-2. Si è pensato che gli estrogeni abbiano una azione protettiva, ma questa ipotesi non trova validi riscontri. Le donne si difendono meglio grazie ad un migliore stile di vita e soprattutto perché in maggioranza non fumano. Poi le donne fumatrici spesso si limitano a poche sigarette al giorno.

Un altro argomento che riguarda il possibile aumento di contagio del Covid-19 in coloro che fumano è la trasmissione del virus attraverso il contatto delle mani e delle sigarette stesse. Il fumatore quando mette la sigaretta in bocca si tocca le labbra con le dita, quindi c'è una maggior possibilità di contagio se la sigaretta è infetta oppure se, con le mani, ha toccato qualcosa di infetto. Su questa possibilità di incremento dei contagi nutro molti dubbi in quanto la mia opinione è che la propagazione virale avvenga quasi esclusivamente attraverso le "goccioline di Flügge", quindi attraverso aria espirata da una persona infetta. Vedo invece come pericoloso lo scambio di una sigaretta, per esempio una persona accende una sigaretta e un'altra da qualche "tiro", in questo caso c'è scambio di saliva, cioè di un mezzo umido nel quale il virus può vivere e può passare da una persona ad un'altra.

Si può ritenere certo che l'infezione da Covid-19 si manifesta in modo più grave nei fumatori, in particolare nei fumatori maschi. I fumatori maschi necessitano spesso di trattamenti intensivi e, nonostante questi interventi pagano un alto prezzo in termini di mortalità.

 

 

Note

1 - Gallus Silvano: Covid-19, i fumatori sono più a rischio. Istituto Mario Negri, 13 aprile 2020, Milano.

2 - In italia ci sono circa 7,5 milioni di fumatori contro 4,5 milioni di fumatrici. Su cento fumatori 63 sono maschi e 37 femmine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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