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Dott. Carlo Govoni

Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia

Tel. 3358040811 dal lunedì al venerdì preferibilmente dalle 10,30 alle 12,00   

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Per rumorosità ambientale s'intende la rumorosità media presente in alcuni ambienti dove vive l'uomo. L'intensità sonora si esprime in decibel (dB).

Studi radiofonici e di registrazione      20 - 25 dB
Sale da concerto                                 25 - 30 dB
Camere di degenza di ospedali, sale per conferenze          30 - 35 dB
Dialoghi con voce sussurrata             30 - 35 dB 
Aule scolastiche vuote                        30 - 40 dB
Stanza in abitazione residenziale       30 - 40 dB
Ristoranti, negozi                                30 - 40 dB 
Grandi magazzini                               40 - 50 dB
Palestre, piscine                                 50 - 60 dB 
Locali con persone che conversano tra loro   70 dB
Stabilimento industriale di media rumorosità       70 - 85 dB 
Stabilimento industriale a rischio rumore             80 - 95 dB 
Spazio aperto con martello pneumatico in funzione           110 - 120 dB 

Soglia del dolore                                    120 - 130 dB 

Conoscere la rumorosità ambientale è importante soprattutto per quanto riguarda i luoghi di lavoro. Esistono apposite leggi in proposito e i lavoratori esposti a rumore devono essere sottoposti ad esami audiometrici periodici.

Il danno prodotto sull'uomo da una eccessiva rumorosità ambiantale si chiama socioacusia
Normalmente gli ambienti con rumorosità inferiore a 80 dB sono considerati non otolesivi. In questi ambienti l'uomo può vivere agevolmente, senza riportare danni. Purtroppo tutte le misurazioni vengono fatte analizzando un determinato periodo, per esempio un giorno o un'ora. Il rumore ha un andamento costante solo in casi particolari. Per esempio una persona che lavora in una stanza dove c'è una ventola per il ricambio d'aria e questa è l'unica sorgente di rumore. In questi casi il calcolo della rumorosità ambientale di un'ora rispecchia effettivamente il rumore assorbito da chi vive in quella stanza.
Nella pratica casi come quello descritto sono piuttosto rari. Un esempio classico è il lavoro del muratore, che quando costruisce un muro o fa un intonaco si espone ad una rumorosità molto bassa, spesso inferiore a 70 dB. Quando fa altre operazioni come le demolizioni con motopicco o con martello pneumatico, oppure quando usa il flessibile per tagliare materiale ceramico l'esposizione supera facilmente i 100 dB.
Qual'è la rumorosità ambientale? Spesso vediamo che la rumorosità è la risultante di una misurazione eseguita col fonometro e una successiva elaborazione matematica. Ipotizziamo che un muratore dedichi tre quarti del suo tempo a fare muri o intonaci, 13 minuti all'ora con strumenti con rumorosità di 100 db e per due minuti/ora faccia tagli con strumenti che producono una rumorosità di 120 dB.
Il calcolo viene fatto da tecnici o da ingegneri e risulta come segue.
70 dB x 45 min =  3.150        100 dB x 13 min = 1.300       120 dB x 2 min  = 240

3.150 + 1.300 + 240  =   4.690  / 60  =  esposizione media  78,16 dB 

In questo modo il lavoratore appare come se fosse esposto ad un rumore molto contenuto, perlomeno non otolesivo. Purtroppo il corpo umano non agisce in questo modo, ma sono molto pochi coloro che lo comprendono. I due minuti di esposizione a 120 dB sono molto importanti e molto dannosi. Un lavoratore esposto a questo tipo di rumore lavorativo è a rischio rumore. Alcuni medici sostengono, ed hanno perfettamente ragione, si deve guardare l'esposizione media, ma si devono osservare soprattutto i picchi. I picchi a 120 dB sono importanti e danneggiano l'udito.

Cerco di spiegarmi con un esempio. Se si trova una persona morta che ha dieci ferite da taglio, dove nove hanno la profondità di 1 cm ed una al torace che ha una profondità di cm 11 non si può fare la media.
Nello specifico la media sarebbe:
9 ferite da 1 cm pari a 9 cm +  una ferita di cm 11 = cm 20 / 10 (numero delle ferite) = cm 2
Si dovrebbe concludere che la media delle ferite è di cm 2, pertanto nessuna è mortale.

 

Quello che è importante (nell'esempio) è la ferita da 11 centimetri. Quello che è importante nella valutazione di un ambiente di lavoro sono i picchi di rumorosità. Se questi sono presenti e sono elevati, per esempio 110 - 120 dB o oltre allora è chiaro che il soggetto è a rischio rumore, anche se la rumorosità media ambientale è inferiore a 80 dB.

La valutazione della rumorosità di un ambiente di lavoro o di altro ambiente di vita è un concetto che va interpretato, la sola media matematica non è sufficiente per comprendere la otolesività di un ambiente. 

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Gli ambienti legati alla musica: concerti, sale prova, discoteche sono ambienti particolarmente 
rumorosi che danneggiano l'udito. In questi casi i più danneggiati sono i giovani.

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Qualora un paziente o un lavoratore abbiano problemi legati ad una possibile otolesività sono strumenti fondamentali le fonometrie ambientali e la visita otorinolaringoiatrica con esame audiometrico. E' palese che non tutte le perdite uditive sono correlabili all'ambiente in cui si vive, ma alcune lo sono.

Negli ultimi anni il problema rumore è stato preso in considerazione anche da dirigenti d'azienda e ingegneri. Molti passi avanti si sono fatti in tema di prevenzione delle ipoacusie.

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Per inquinamento acustico s'intende l'esposizione a rumori di qualsiasi origine e di intensità media o elevata. Per intensità si intende il volume di un suono o di un rumore. Per quanto riguarda l'inquinamento acustico si è soliti parlare di rumore. Rumore e suono sono simili, semplicemente il rumore (NOISE) è un suono aperiodico, come si può vedere nel grafico sottostante.

 

differenza suono rumore diagramma temporale carlogovoniDifferenza tra suono (SOUND) e rumore (NOISE)

 

Ai fini dell'inquinamento è importante l'intensità o volume. Come tutti i fenomeni acustici se l'intensità è lieve i danni alla salute sono inesistenti. Se i suoni hanno una intensità tra 65 e 80 dB possono essere fastidiosi. Se l'intensità è superiore a 80 dB si considerano potenzialmente otolesivi per le persone più sensibili. Per poter parlare di potenziale otolesività per la maggior parte delle persone si devono superare 85 dB. Per determinare un danno all'apparato uditivo sono fondamentali l'intensità dei rumori e la durata dell'esposizione.
L'intesità di un rumore si esprime in decibel (dB) e corrisponde al volume. Per esempio noi possimo schiacciare un tasto di un pianoforte delicatamente (bassa intensità, cioè pochi decibel), oppure premerlo con forza, in tal caso il volume sarà alto e il rumore sarà intenso.  E' irrilevante l'intensità media di un rumore. Sono fondamentali i picchi che il rumore raggiunge. Se per 50 minuti un lavoratore è esposto ad un rumore di 60 dB e per 10 minuti ad un rumore di 100 dB non si può dire che la sua esposizione media è di 66,6 dB e pertanto quella esposizione non è otolesiva. Il danno è costituito dall'esposizione a 100 dB per 10 minuti ogni ora, ovviamente ci vorrà un tempo prolungato ma questa esposizione produrrà un danno al lavoratore.

Se in alcuni momenti un suono ha le caratteristiche di rumore esplosivo (per esempio 120 - 130 dB) è chiaro che sarà sufficiente una breve esposizione per determinare un danno. In questi casi non si parla di trauma acustico cronico (TAC), ma di trauma acustico acuto (TAA)

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Altro elemento importante per valutare l'inquinamento acustico è il luogo e il momento della giornata in cui il rumore è presente.
Per esempio un rumore di 60 dB all'interno di un ambiente di lavoro è sopportabilissimo e sarebbe ridicolo definire quell'ambiente rumoroso. Il problema cambia totalmente se quel rumore fosse presente in una camera da letto. Chi dovrà dormire in quella stanza avrà seri problemi per addormentarsi. Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) una rumorosità superiore 40 dB negli ambienti dove si dorme è lesiva per la salute.
Ricordo il caso di un paziente che vive in un condominio e per decisione assembleare sono state montate delle valvole ad ogni termosifone per misurare il consumo di calore. Queste valvole fanno un rumore minimo e questo signore non riesce a prendere sonno.

Per inquinamento acustico indichiamo un rumore ambientale che, per generare fastidi o danni all'apparato uditivo, dovrà essere valutato in intensità e durata e soprattutto si dovrà tener conto in quali ore della giornata è presente e in quali luoghi.

Per valutare la rumorosità di un ambiente si utilizza un particolare strumento denominato fonometro

La socioacusia è l'indebolimento dell'apparato uditivo per effetto dei rumori ambientali presenti nei paesi industrializzati. Gli uomini e le donne del mondo occidentale sono costantemente immersi nel rumore. Nelle abitazioni ci sono numerose sorgenti di rumore come gli elettrodomestici, gli apparecchi radiofonici, il rumore che proviene dalle strade. Quando siamo in auto e molte volte anche sul lavoro siamo costantemente coinvolti in situazioni più o meno rumorose. Tutto questo viene anche definito inquinamento acustico.

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Il rumore è un fenomeno subdolo perchè danneggia l'apparato uditivo in modo molto lieve, ma irreversibile. Tipiche sono le lavorazioni che utilizzano motori a scoppio. Per esempio i lavoratori che sono tutto il giorno su un muletto raramente vengono considerati a rischio otolesivo, in quanto questi motori quasi mai superano gli 85 dB, e molte volte nemmeno gli 80 dB. Però questi lavori si fanno per molti anni e i danni uditivi si sommano sempre.  Spesso l'ambiente di lavoro è uno stabilimento industriale dove ci sono altri rumori come macchine utensili, presse, strumenti pneumatici che sollecitano in continuazione l'apparato uditivo del lavoratore.

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Suonare una chitarra classica non è una azione potenzialmente otolesiva, però se la si alterna al suono di chitarre elettriche con forti amplificazioni, poi la si utiizzano altri strumenti, il concetto cambia. Come ho già indicato è l'insieme di suoni intensi e la durata dell'esposizione che conducono alla otolesività. chitarra ragazza suonatrice musica govoni otorino otoneurolaringologia

 

 

La socioacusia è una perdita uditiva in rapporto con l'età. E' più corretto chiamarla socio-presbiacusia.

Per quanto attiene la durata dell'esposizione devo precisare che fanno eccezione casi di rumore esplosivo, quasi sempre accidentale, che porta ad un danno uditivo molto rapido. Scoppio di mine in galleria, uso o prova di armi da fuoco, prova motori a scoppio e a reazione sono le principali attività che espongono l'orecchio a rumori esplosivi e quindi danneggiano l'udito rapidamente.

Quando il rumore è persistente si parla di Trauma Acustico Cronico (TAC), mentre quando il rumore ha le caratteristiche di uno scoppio si parla di Trauma Acustico Acuto (TAA).

Vedi anche:


- fattori predisponenti allo sviluppo di un acufene

 

- quali sono gli effetti del rumore sull'uomo?

 

- la lettura di un esame audiometrico 

 

 

 

L'otite più frequente nei bambini è l'otite media effusiva. Questa viene anche chiamata "colla nell'orecchio" facendo riferimento alla definizione inglese "glue ear." Il termine più corretto è otite media sieromucosa (OMS).  Questa malattia si caratterizza per secrezioni particolarmente dense che si formano nelle cellule mastoidee e nella cassa del timpano e poi defluiscono molto lentamente causa la loro densità. Il normale deflusso delle secrezioni dipende dalla loro fluidità e deve avvenire attraverso la tuba di Eustachio. Spesso nei bambini è presente l'ipertrofia delle adenoidi (cioè un aumento di volume di tessuto linfatico rinofaringeo).

Per Apparato Uditivo Centrale si intendono le vie nervose centrali, i nuclei per l'elaborazione dei messaggi sonori e la loro successiva elaborazione, percezione e memorizzazione a livello corticale.
Ricordo che il suono inteso come onde di rarefazione e compressione del mezzo è stato trasformato in segnale elettrico dalla coclea (n.1 della figura). A livello di coclea avviene la trasduzione meccano-elettrica, cioè la trasformazione del suono in un segnalle elettrico. Questo segnale percorre le fibre del nervo cocleare (VIII° nervo cranico - n. 2 nella figura). Quando si parla di apparato uditivo centrale non dobbiamo più pensare ad un suono come onda sonora (vedi che cos'è un suono?) ma il suono è solo un segnale elettrico.

Il nervo cocleare si forma all'interno della coclea, percorre il condotto uditivo interno ed esce dall'osso temporale attraverso questo condotto. Attraversa l'angolo ponto-cerebellare e penetra nel ponte (ponte di Varolio - parte del tronco encefalico). All'interno del nostro cervello le fibre raggiungono i nuclei cocleari. Le fibre nervose provenienti da un orecchio (per esempio il destro) si portano ad entrambi i nuclei cocleari (n. 3 nella figura). Avviene un fenomeno importante: il meccanismo di fusione del messaggio sonoro (detto anche fusione binaurale). Noi ascoltiamo i suoni con entrambe le orecchie e le percezioni sonore avvengono separatamente, però al nostro cervello giunge un solo suono, proprio grazie a questo meccanismo di fusione.
Ogni nucleo cocleare si divide in due parti: nucleo cocleare ventrale e nucleo cocleare dorsale.

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Sempre nel ponte si trova il complesso olivare superiore. Anche qui i complessi olivari sono due per ciascun lato: laterale e mediale. Interessante è l'azione del complesso olivare laterale che è in grado di percepire i diversi caratteri del suono, soprattutto la differenza d'intensità. Analaogo interesse riveste il complesso olivare mediale che è in grado di analizzare le differenze temporali con cui il suono ha raggiunto le due orecchie. Grazie a queste due azioni il nostro cervello è in grado di localizzare la provenienza di un suono.
Ipotizziamo che un suono venga da destra, questo raggiunge prima l'orecchio destro e poi il sinistro (analisi temporale svolta dal complesso olivare superiore mediale). Inoltre le onde sonore a destra saranno un poco più intense rispetto a quelle che raggiungono l'orecchio sinistro, questo perchè l'orecchio sinistro risente dell'azione mascherante della testa. Questa differenza d'intensità viene analizzata dal complesso olivare superiore laterale.
La capacità di localizzare la provenienza di un suono è una delle funzioni principali dell'ascolto binaurale.

A questo punto il segnale elettrico sonoro percorre la via del lemnisco laterale. Queste vie sono ben distinte in destra e sinistra e non ci sono fibre di interconnessione. I lemnischi arrivano al collicolo inferiore. I collicoli sono quattro, i due superiori servono per integrare le informazioni visive, mentre gli inferiori (destro e sinistro) hanno la funzione di integrare le informazioni provenienti dal nucleo cocleare dorsale e dal complesso olivare.

Dal collicolo inferiore le fibre che trasportano le informazioni sonore arrivano al talamo. Il talamo è un importante centro nervoso per le vie sensitive. Dal talamo partono fibre per attivare la corteccia cerebrale, inoltre questo organo svolge una funzione associativa tra diverse aere della corteccia cerebrale. La sensibilità acustica dal collicolo inferiore raggiunge il corpo genicolato mediale. Quest'ultimo è un nucleo che si trova nella parte posteriore del talamo. Ricordo l'esistenza del corpo genicolato laterale il quale ha funzioni visive. 

Dai corpi genicolati mediali partono le fibre nervose che raggiungono la corteccia uditiva. Viene chiamata corteccia uditiva primaria la zona dove arrivano direttamente i segnali elettrici provenienti dall'apparato uditivo. Brodmann ha suddiviso le varie zone della corteccia cerebrale in aree, quelle che ricevono i segnali acustici sono le aree 41 e 42 di Brodmann (indicate col n. 4 nella figura).

Nelle aree 41 e 42 arrivano le sensazioni acustiche dopo un lungo percorso e dopo essere state trasformate in segnali elettrici dalla coclea.

 

 

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