Carlo Govoni
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Dott. Carlo Govoni
Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia
Tel. 3358040811 dal lunedì al venerdì preferibilmente dalle 10,30 alle 12,00
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Le otiti esterne comprendono le otiti batteriche e micotiche; sono quelle otiti che interessano il condotto uditivo esterno fino alla membrana timpanica.
Si tratta di malattie provocate da germi o miceti che penetrano nell'orecchio in modi diversi, ma l'acqua è il veicolo di più frequente riscontro. Alcuni le chiamano anche otiti del nuotatore. Io ritengo che i problemi clinici che riguardano i nuotatori siano più complessi e mi sembra più corretto di parlare di "orecchio del nuotatore". Ovviamente un importante capitolo delle malattie otologiche che possono colpire i nuotatori è costituito proprio dalle otiti esterne. Non necessariamente queste otiti che interessano l'orecchio esterno colpiscono gli uomini dopo un bagno. Anche la polvere può essere un veicolo che porta germi nelle orecchie. In passato, quando non era obbligatorio il casco per chi usava ciclomotori e moto, osservare qualche motociclista non nuotatore affetto da otite non era un fatto eccezionale. Ovviamente anche oggi il vento e la polvere, per chiunque, possono essere un mezzo per portare germi o miceti nell'orecchio.
La diagnosi di otite esterna è, nella maggioranza dei casi, piuttosto semplice. Attraverso l'otoscopia o la microotoscopia, un esame che tutti gli otorinolaringoiatri eseguono, è relativamente facile arrivare alla diagnosi. Il problema è più complicato quando si esegue una otoscopia pediatrica. L'esplorazione otoscopica è molto difficile nei bambini, a causa della loro irrequietezza e anche per quei casi dove le pareti del condotto uditivo sono rigonfie (edematose).Quasi sempre un importante edema del condotto uditivo si associa all'otodinia, cioè ad un dolore che proviene dall'orecchio. L'otodinia è tra i sintomi più dolorosi sia per gli adulti che per i piccoli pazienti.
Altro segno importante è l'otorrea, cioè la fuoriuscita di secrezione dal condotto uditivo. Nei casi più evidenti l'otorrea si osserva solo guardando l'orecchio e si può anche vedere la federa del cuscino sporca. La presenza di questo segno impone una visita otorinolaringoiatrica perché occorre indagare sulla sua origine: può essere dovuta ad una otite esterna, ma anche essere un segno di una otite media.
Come avviene per quasi tutte le malattie dell'orecchio il paziente avverte un calo uditivo (ipoacusia). La perdita uditiva è quasi sempre limitata e confinata all'orecchio ammalato. In rari casi l'otite esterna è bilaterale e allora la diminuzione dell'udito interessa entrambe le orecchie. Il tipo di ipoacusia è di trasmissione. La diminuzione dell'udito si associa ad un altro sintomo: la sensazione di orecchio pieno, chiamata anche con terminologia inglese fullness.
L'orecchio esterno è qui indicato come EXTERNAL EAR
1 - padiglione auricolare o pinna; 2 - condotto uditivo esterno; 3 - membrana timpanica.
La presenza di corpi estranei nei condotti uditivi si osserva occasionalmente nei bambini e negli anziani; c'è un solo rimedio: cercare di asportare al più presto l'oggetto che è entrato nell'orecchio.
Qui di seguito troverete descritto un caso insolito ed eccezionale. La diagnosi di corpo estraneo auricolare è relativamente semplice per un otorinolaringoiatra: attraverso l'otoscopia o la microotoscopia il corpo estraneo è ben visibile e solitamente ostacola la visione della membrana timpanica. Nella realtà pratica il problema è meno semplice, perché non sempre la persona si accorge di avere un corpo estraneo. Questo avviene quando è molto piccolo o molto leggero. In questo articolo parlerò solo di corpi estranei inanimati. Un'altra possibile difficoltà è costituita dal cerume. Il paziente con corpo estraneo continua a produrre cerume e questo può rendere difficoltosa la visione dell'oggetto estraneo.
I bambini possono introdurre una pallina nell'orecchio (esempio pezzi di giocattoli oppure una pallina di polistirolo) e se questo avviene in assenza di adulti è facile che nessuno se ne accorga. Sarà il primo medico che eseguirà l'otoscopia a capire che c'è qualcosa di strano. In certì casi, soprattutto quando il corpo estraneo è nel condotto da giorni il paziente produce cerume e basta un velo di cerume per far pensare ad un banale tappo.
Negli anziani l'introduzione del corpo estraneo può essere accidentale, spesso capita in chi è affetto da demenza senile oppure anche in soggetti relativamente giovani ma non perfettamente sani mentalmente. Oggi, con la miniaturizzazione degli inserti in gomma delle protesi acustiche questo fenomeno lo si ricontra con una relativa facilità. L'inserto in gomma viene abitualmente inserito nel condotto uditivo dal paziente e col tempo si abitua ad averlo. E' importante che le persone, quando si tolgono l'apparecchio acustico, verifichino sempre che la protesi sia stata estratta completamente. L'insero auricolare, che qui vediamo sulla destra, di colore leggermente bruno, sia sempre aderente al tubicino di raccordo. Se togliendo l'apparecchio ci si accorge che c'è solo il tubicino, cercate pure per terra, ma pensate anche che può essere rimasto nel condotto uditivo. E' questo un evento molto più frequente di quanto non possiate immaginare. In questa eventualità dovete rivolgervi ad un otorinolaringoiatra. A tutti, anche ai medici, se non siete specialisti del settore, non dovete MAI cercare di far uscire un corpo estraneo dal condotto.
Qui riporto un caso che per me è eccezionale. Questa osservazione l'ho fatta nel mese di marzo del 2023 in un poliambulatorio specialistico. Per la prima volta ho rimosso tre corpi estranei auricolari nella stessa persona.
Nella fotografia che qui riporto sono presenti i tre inserti rimossi nella stessa donna. Ho visitato una signora portatrice di protesi retroauricolare binaurale che si è presentata dicendomi che un inserto dell'apparecchio acustico era rimasto all'interno del condotto uditivo destro e le creava fastidio. Una volta rimosso l'inserto ho visto che subito dopo ne era presente un altro. Due corpi estranei nello stesso orecchio non mi era mai capitato. Asporto il secondo e finalmente vedo la membrana timpanica. Questa è integra e solo un poco arrossata. Ho fatto l'otoscopia nell'altro orecchio ed ho trovato un altro inserto da protesi acustica. Tre corpi estranei in due orecchie. Credo che pochi medici abbiano visto qualcosa di simile. Il problema è che questi inserti sono leggeri e sono di plastica morbida, quando il paziente si toglie la protesi non si accorge che in fondo al tubicino manca l'inserto e così lo trattiene per lunghi periodi nel condotto.
Marzo, 2023 - tre inserti in gomma rimossi dalle orecchie della stessa persona
Due a destra e uno a sinistra.
Il mio grido d'allarme è rivolto a tutti coloro che usano le protesi acustiche. Se vi capita di vedere un apparecchio acustico senza l'auricolare morbido non pensate che vi sia caduto e che l'abbiate perso. Lo stesso discorso vale per i venditori di apparecchi. Se un vostro cliente vi porta un apparecchio acustico e vi dice che ha perso l'inserto, non limitatevi a venderne un altro. E' fondamentale esplorare l'orecchio del paziente. E' sufficente fare una otoscopia, cioè guardare l'orecchio con un otoscopio ed è facile capire che c'è qualcosa che non va. Potrete vedere del cerume che occupa il condotto uditivo, ma, se c'è un corpo estraneo, mai si potrà vedere per intero la membrana timpanica.
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L'otosclerosi cocleare è una malattia molto rara, di difficile diagnosi, porta ad una sordità neurosensoriale che può migliorare esclusivamente con l'uso della protesi acustica e pertanto non è operabile.
L'otosclerosi cocleare è una malattia molto diversa dall'otosclerosi stapediale, quest'ultima è spesso chiamata semplicemente otosclerosi. Come vedremo meglio in seguito con la parola otosclerosi si intendono tre malattie diverse tra loro. I primi casi di otosclerosi cocleare sono stati osservati come varianti dell'otosclerosi stapediale. L'otosclerosi stapediale è la forma classica di otosclerosi, la malattia si manifesta con la fissità della staffa. Più propriamente i primi casi di otosclerosi cocleare sono stati pazienti affetti da otosclerosi mista. Si trattava di persone che avevano una perdita uditiva di tipo trasmissivo, perchè la staffa non si muoveva, e presentavano anche un deficit neurosensoriale cocleare. Il quadro audiologico dei primi casi era quello di una ipoacusia mista (si definisce mista una ipoacusia di trasmissione con componente neurosensoriale).
Occorre tener presente che la diagnosi di otosclerosi è stata definita alla fine dell'ottocento, quando le prove audiometriche si facevano solo con i diapason, non esisteva l'impedenzometria e nemmeno la radiologia dell'orecchio. Nel 1894 Adam Politzer è stato il primo a descrivere accuratamente l'otosclerosi stapediale. Negli anni successivi si comprese che non tutte le otosclerosi erano caratterizzate da ipoacusie di trasmissione pure (queste erano e sono le otosclerosi stapediali). Con l'avvento dell'impedenzometria si capì meglio il movimento della staffa, ma fu necessario l'arrivo della TAC per comprendere esattamente che esistevano delle otosclerosi con danno cocleare. Da qui il nome di otosclerosi cocleare.
Riconosciamo quindi tre forme di otosclerosi:
A) Otosclerosi stapediale - è la fissità della staffa, si caratterizza per una ipoacusia di trasmissione. E' la forma più frequente, circa l'80 / 90% di tutti i casi di otosclerosi.
B) Otosclerosi cocleare - è un danno a carico della coclea, si caratterizza per una ipoacusia neurosensoriale (o percettiva). E' un danno che colpisce le cellule nervose situate all'interno della coclea. E' molto rara. Secondo l'ospedale Humanitas di Milano le forme cocleari raggiungono il 5% di tutte le otosclerosi. Nella mia esperienza la ritengo molo più rara, penso che non superi l'1%di tutti i casi di otosclerosi.
C) Otosclerosi mista (stapediale e cocleare) - sono quei casi che presentano in uno stesso orecchio entrambe le forme di otosclerosi sopra descritte. C'è la fissità della staffa e il danno cocleare. L'ipoacusia è di tipo misto, cioè in parte trasmissiva e in parte cocleare. Nella maggioranza dei casi si tratta di otosclerosi prevalentemente cocleari.
Queste tre forme di otosclerosi sono riconoscibili dall'esame audiometrico, confrontando via aerea e via ossea (vedi Fig. 1).
Fig. 1
Nell'otosclerosi stapediale la via ossea (> > >) è normale, solo la via aerea è abbassata.
Nell'otosclerosi cocleare la via ossea abbassata come la via aerea.
Nell'otosclerosi mista la via ossea è un poco abbassata, mentre lo è di più la via aerea.
La perdita uditiva è un problema che interessa tutti gli uomini e le donne, è noto che questo deficit inesorabilmente si aggrava col passare degli anni. Sono parecche le persone che si rendono conto che quando gli vien rivolta una domanda, non riescono a comprendere le parole. In alcuni casi i pazienti riferiscono di essere continuamente infastiditi da ronzii o fruscii che non permettono loro di percepire nitidamente la voce. Molte di queste persone non sanno che cosa devono fare e non seguono un corretto iter diagnostico e terapeutico.
Leggi tutto: Sento, ma non capisco le parole … mi occorre un apparecchio acustico?
Gli infortuni sul lavoro sono variabilissimi. Le indicazioni qui riportate sono utili per tutti. Essendo questo il sito di uno specialista in otorinolaringoiatria si farà particolare riferimento a quei casi che interessano il distretto testa-collo.
1 – Mantenere la calma e capire che cosa è accaduto. Se ci sono situazioni di estrema emergenza prendere le decisioni del caso – chiamare soccorsi oppure, se il trauma non è grave, è bene farsi aiutare da un collega ed andare al Pronto Soccorso. Ricordatevi di comunicare sempre l'infortunio al datore di lavoro.
Tra gli infortuni occorre anche inserire il trauma acustico acuto, cioè l'esposizione ad un rumore improvviso, per esempio una esplosione. Di solito si avverte un forte dolore alle orecchie che piano piano si attenua. Può essere che dopo mezz'ora / un'ora da una esplosione il lavoratore non abbia disturbi o solo un ronzio nelle orecchie. Quando c'è stato uno scoppio è bene che il lavoratore si faccia subito controllare l'udito. Andare ad un Pronto Soccorso non è una precauzione eccessiva. L'importante è che entro due, al massimo tre giorni dallo scoppio il soggetto deve fare un esame audiometrico. Se ci sono oggettive difficoltà a farselo fare dall'ospedale pubblico, recatevi da un otorinolaringoiatra privato. L'iportante è verificare presto la funzione uditiva.
2 – Verificare che sul verbale del Pronto Soccorso sia scritto ciò che voi avete dichiarato al medico. In particolare state attenti ai traumi cranici. Se avete riportato un trauma cranico è fondamentale che questo sia scritto sul primo verbale. Spesso mi capita di leggere sul verbale "nega trauma cranico" poi il trauma c'è stato e diventa difficile far riconoscere che una conseguenza che si evidenzia bene il giorno dopo come una vertigine o una ipoacusia sono da mettere in relazione all'incidente che vi ha portato al Pronto Soccorso.
Ricordo che è compito del medico che effettua la visita fare la denuncia di infortunio all'INAIL.
oltre agli argomenti e approfondimenti, puoi trovare informazioni importanti sulle prestazioni offerte nelle sezioni:
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