Coloro che sentono poco (ipoacusici) sono molti, si parla di oltre sei milioni in Italia, si tratta in massima parte di persone anziane. Col passare dell'età la diminuzione dell'udito è fisiologica.
Più della metà di coloro che soffrono di ipoacusia presentano disturbi considerati lievi o moderati (cioè hanno perdite uditive da 25 a 40 dB). Queste persone, in ambiente silenzioso, dove parla una persona alla volta, comprendono tutto. Può sfuggire loro qualche parola. Però queste stesse persone, quando le condizioni d’ascolto non sono ottimali, presentano problemi di comprensione.
Sul piano sociale è più importante la fascia degli ipoacusici medio – gravi che comprende circa un terzo di tutte le persone ipoacusiche. In Italia si tratta di circa due milioni di persone. Per sordità media o grave s’intende una ipoacusia da 40 a 70 dB di perdita sensoriale acustica. Queste hanno difficoltà a comprendere un discorso anche quando chi parla lo fa in ambiente silenzioso. In questi casi il ricorso alle protesi acustiche (o apparecchi acustici) è fondamentale. Esistono anche ipoacusici molto gravi, sono coloro che perdono oltre 70 dB nella media delle tre frequenze centrali. Vengono definiti sordi profondi coloro che hanno più di 90 dB di perdita uditiva. In questo sito è presente un articolo sui livelli di perdita uditiva.
Le cause dell'ipoacusia possono essere le più svariate, ma, nella stragrande maggioranza dei casi, i deficit uditivi sono provocati dalla morte (o degenerazione) delle cellule ciliate dell'orecchio interno (situate nella coclea). La perdita uditiva per effetto della sola età è un fenomeno complesso che comprende la degenerazione delle cellule acustiche, ma anche altri fenomeni. La diminuzione dell'udito in conseguenza dell'età prende il nome di presbiacusia e si evidenzia facilmente con gli esami strumentali eseguiti sui pazienti già dall'età di 40 / 50 anni. La perdita uditiva tende a peggiorare progressivamente e le persone iniziano ad accorgersene di solito attorno ai 60 anni. I maschi sono leggermente più colpiti rispetto alle femmine. Infatti le tabelle di tipo statistico che valutano la perdita uditiva per effetto dell’età sono diverse per il sesso maschile e per quello femminile.
La protesi acustica è un presidio che va prescritto da un medico specialista in otorinolaringoiatria o in audiologia. Il primo passo che si deve compiere è una visita con esame dell’orecchio (otoscopia) e valutazione dell’udito (esame audiometrico). Un esame pure importante è l'impedenzometria. L'esame audiometrico è un esame soggettivo e va interpretato. Il medico non valuterà solo la perdita uditiva, ma dovrà capire la persona e le sue necessità uditive. Lo specialista sa che l’udito naturale è meglio di qualsiasi protesi acustica, anche la più raffinata, pertanto cercherà, se ci sono problemi curabili (es. cerume, catarro tubarico, perforazione timpanica, ecc.) di proporre le soluzioni più idonee per risolverli o per migliorare la situazione. Solo nei casi in cui la sordità è importante e c’è una necessità di sentire meglio si arriverà alla prescrizione di una protesi.
E’ con il referto scritto e con l’esame audiometrico firmati dallo specialista che il paziente dovrà entrare nel negozio del venditore di apparecchi acustici.
Esistono due tipi fondamentali di protesi acustiche: quelle tradizionali che si possono mettere e togliere tranquillamente (protesi retroauricolari, endoauricolari e ad occhiale) ed esistono anche protesi permanenti, dette protesi impiantabili o protesi ancorate all'osso.
Protesi acustica di tipo retroauricolare; si tratta di una protesi tradizionale che si mette dietro al padiglione auricolare, viene anche chiamata "protesi da indossare".
Protesi acustica di tipo retroauricolare con auricolare morbido
La protesi acustica tradizionale (vedi foto) è molto diversa da un paio di occhiali. L'oculista è in grado di dare al tecnico una indicazione precisa sul tipo di lenti che dovranno essere montate sull'occhiale. Non è così per la prescrizione fatta dall'otorinolaringoiatra. L'esame audiometrico e le indicazioni dell'otorinolaringoiatra non sono sufficenti per definire esattamente l'apparecchio. Una volta individuata la protesi acustica più idonea occorre procedere alla taratura e all'adattamento (fitting). Quest'ultimo procedimento è fondamentale per avere una buona resa protesica. Il tecnico audioprotesita dovrà effettuare questa fase coinvolgendo la persona.
La protesi acustica è necessaria quando c'è un vero deficit uditivo in entrambe le orecchie. In questi casi si consiglia quasi sempre una stimolazione binaurale. Per stimolazione binaurale si intende una condizione dove entrambe le orecchie sono state protesizzate allo stesso modo [ per esempio con due protesi acustiche retroauricolari ].
Diversa è la stimolazione bimodale dove un orecchio è stato operato ed è stato inserito un impianto cocleare (stimolazione elettrica), mentre nell'altro orecchio viene collocata una protesi acustica tradizionale (stimolazione acustica).
Ben diverso è l'adattamento di una protesi impiantata. Per farlo occorono audioprotesisti competenti in questo delicato settore. Una protesi impiantata nell'osso temporale è l'impianto cocleare. Il ruolo dello specialista otorinolaringoiatra è fondamentale per aiutare il paziente nella scelta tra protesi tradizionale, protesi impiantabile e impianto cocleare.
Impianto cocleare. Nella foto sopra la parte che viene impiantata,
con un intervento chirurgico si provvede ad inserire l'elettrodo nella coclea.
L'elettrodo è la parte più sottile, quella visibile a destra nell'immgine.
Nella foto qui sopra la parte esterna di un impianto cocleare.
Come si può vedere è molto simile alla protesi retroauricolare tradizionale.
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