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Dott. Carlo Govoni

Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia

Tel. 3358040811 dal lunedì al venerdì preferibilmente dalle 10,30 alle 12,00   

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Testi

Gli acufeni (ovvero i ronzii) nelle orecchie sono un enigma: hanno molte cause, ma alcune come il diabete, l'ipertensione, l'ipercolesterolemia e l'uso continuativo di farmaci meritano una trattazione speciale.

Esistono diversi studi che prendono in considerazione l'associazione di malattie generali con gli acufeni. La mia tesi è che gli acufeni sono un sintomo che si accompagna a quasi tutte le malattie dell'orecchio ed anche non poche malattie extraotologiche. Tra le malattie che non riguardano l'orecchio ci sono malattie che provocano danni alla microcircolazione oppure danni alla coclea. La coclea si rivela un organo molto sensibile a queste sollecitazioni patologiche. La difficoltà del sangue a circolare all'interno della coclea si manifesta in due modi: diminuzione dell'udito e acufene. Il danno uditivo è più spesso un deficit monolaterale di tipo neurosensoriale che interessa maggiormente le frequenze acute. L'acufene è quasi sempre un sibilo a tonalità acuta presente solo nell'orecchio interessato dalla diminuzione uditiva. Esiste anche un problema ancora difficile da chiarire. La presenza di un acufene che parte dalla coclea, percorre le vie nervose centrali e viene percepito dalla corteccia cerebrale come suono fastidioso. Se il fenomeno dura per molto tempo (acufene cronico) il fastidio supera la coclea e si stabilizza a livello corticale.

In rari casi il deficit neurosensoriale è limitato alle frequenze gravi.

Ritengo che sia molto frequente il danno sulle frequenze acute perché queste sono analizzate dai recettori (cellule ciliate) del giro basale della coclea. Questo è il punto più debole dove è più frequente il riscontro di disfunzioni. 

2021 novembre 08 acufeni govoni

 

In uno studio pubblicato su Journal of General Internal Medicine (2013) si è visto che 70.000 donne seguite per 20 anni che assumono regoalrmente acido acetilsalicilico (6 o 7 giorni alla settimana) come antiinfiammatorio o analgesico hanno il 16% di possibilità di manifestare un acufene. Non è così per chi assume acido acetilsalicilico a basso dosaggio (non più di 100 mg/die) come anticoagulante non hanno questo problema.

 

La vascolarizzazione dell'orecchio, in particolare l'orecchio interno, prende origine dal sistema arterioso vertebro-basilare. Le arterie vertebrali (n. 11 nel disegno) una per ciascun lato, sono un ramo della succlavia, queste penetrano nella fossa cranica posteriore e a livello del bulbo la destra si unisce con la sinistra dando origine al tronco basilare (n. 9 nel disegno).

Dal tronco basilare si dipartono le due arterie cerebellari anteriori inferiori (Dx e Sn - 10). L'arteria uditiva interna (o labirintica) è un ramo della cerebellare anteriore inferiore. In alcuni casi le arterie uditive si staccano direttamente dal tronco basilare. 

arterie della base encefalica e poligono del Willis


Il tronco basilare (9) si divide in due rami terminali che sono le arterie cerebrali posteriori (7). Un ramo importante della cerebrale posteriore è la comunicante posteriore (6) che si unisce alla carotide interna (3). Quest'ultima si continua con l'arteria cerebrale media (detta anche Silviana - 4). Altro ramo importante della carotide interna è l'arteria cerebrale anteriore (2). Le due arterie cerebrali anteriori si dirigono in avanti (verso la fronte) e decorrono parallele. Queste a loro volta presentano una arteria che le unisce: arteria comunicante anteriore (1). I vasi che ho descritto formano una sorta di eptagono denominato "poligono del Willis".   

L'orecchio interno è irrorato dall'arteria uditiva interna (o arteria labirintica). Quest'ultima può staccarsi direttamente dal tronco basilare oppure si presenta come ramo dell'arteria cerebrale anteriore inferiore (aica) (10). L'arteria uditiva interna affianca il pacchetto formato dal nervo acustico (VIII°) e dal nervo facciale (VII°), assieme a questi nervi percorre il condotto uditivo interno (cui) e qui si divide quasi sempre in due rami, uno per la coclea (arteria cocleare comune) ed uno per il labirinto membranoso (arteria vestibolare anteriore). L'arteria cocleare comune si divide subito in due rami, una destinanata al modiolo della coclea ed un altra che si distribuisce al giro basale della coclea e al labirinto.

Per completare la descrizione delle arterie della base del cranio col n. 8 viene indicata l'arteria cerebellare superiore; col n. 12 l'arteria spinale anteriore e col n. 13 l'arteria cerebellare posteriore inferiore (pica). 

 

angolo ponto cerebellare anatomia didascalieAngolo ponto-cerebellare destro visto da un approccio chirurgico retrosigmoideo.
1 - nervo trigemino;  2 - pacchetto acustico-facciale (il facciale è coperto dal
vestibolare e dal cocleare;  3 - arteria uditiva interna;
4 - arteria cerebellare anteriore inferiore;  5 - tronco basilare
6 - nervi misti (vago, accessorio e ipoglosso)

 

Alcune considerazioni pratiche. Lo studio della vascolarizzazione di un organo è importante per comprendere il suo funzionamento. Innanzitutto l'orecchio interno è un organo a circolazione terminale, ecco che piccoli danni possono creare lesioni irreversibili, per esempio molte ipoacusie monolaterali improvvise sono conseguenza di un difetto nella vascolarizzazione. 

Altra considerazione è la scarsa influenza della pervietà delle carotidi sull'orecchio interno. Molti medici continuano a chiedere esami doppler dei tronchi sopraortici. Questi esami li vedo piuttosto inutili in quanto le arterie uditive interne si staccano dal tronco basilare, quindi dall'unione delle due arterie vertebrali. La circolazione della coclea e del labirinto non è influenzata dal flusso ematico carotideo. Il danno circolatorio della coclea e del labirinto, per esempio inevitabile nella presbiacusia e nelle presbistasia, trovano la loro causa nella piccola circolazione di questi organi.

Importante è anche il difetto di vascolarizzazione come causa di acufene. Mi sento di affermare che tutte le volte che c'è un deficit circolatorio nell'orecchio interno c'è sempre la comparsa di un acufene monolaterale. L'acufene colpisce quindi un orecchio solo, può essere ad insorgenza improvvisa, ma in molti casi insorge lentamente e il paziente non si accorge quando è iniziato. Nel primo caso siamo di fronte a difetti di circolazione tipo piccole trombosi o microemorragie; nel secondo caso (insorgenza lenta) la causa la vedo nella microangiopatia. Quest'ultima spesso è conseguenza del diabete, dell'arteriosclerosi o dell'ipertensione. Un capitolo molto interessante è costituito dagli acufeni pulsanti in conseguenza di conflitto neurovascolare.

Bibliografia:
Varricchio A., Capasso M., De Lucia A.: Patologie vestibolari e ruolo del mesoglicano. Argomenti di Acta Otorhinolaryngologica Italica 2014; 8(3):1-8

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Potrai trovare altri articoli su questo argomento:
Acufene nei soggetti normoacusici


- La visita otorinolaringoiatrica per un paziente affetto da acufeni

 

 .

 

Continuo a commentare il testamento di Ludwig van Beethoven, in questa parte sottolineo gli aspetti psicologici in conseguenza della sordità. ...      Se non avete letto la prima parte potete leggerla cliccando qui.

 

.... "Pur essendo di un temperamento ardente, vivace, e anzi sensibile alle attrattive della società, sono stato presto obbligato ad appartarmi, a trascorrere la mia vita in solitudine. E se talvolta ho deciso di non dare peso alla mia infermità, ahimè, con quanta crudeltà sono stato allora ricacciato indietro dalla triste, rinnovata esperienza della debolezza del mio udito. Tuttavia non mi riusciva di dire alla gente: “Parlate più forte, gridate, perché sono sordo”. Come potevo, ahimè, confessare la debolezza di un senso, che in me dovrebbe essere più raffinato che negli altri uomini e che in me un tempo raggiungeva una grado di perfezione massima, un grado di perfezione quale pochi nella mia professione sicuramente posseggono, o hanno mai posseduto.

Tali esperienze mi hanno portato sull’orlo della disperazione e poco è mancato che non ponessi fine alla mia vita. La mia arte, soltanto essa mi ha trattenuto. Ah, mi sembrava impossibile abbandonare questo mondo, prima di aver creato tutte quelle opere che sentivo l’imperioso bisogno di comporre; e così ho trascinato avanti questa misera esistenza – davvero misera, dal momento che il mio fisico tanto sensibile può, da un istante all’altro, precipitarmi dalle migliori condizioni di spirito nella più angosciosa disperazione.

No, non posso farlo; perdonatemi perciò se talora mi vedrete stare in disparte dalla vostra compagnia, che un tempo invece mi era caro ricercare. La mia sventura mi fa doppiamente soffrire perché mi porta ad essere frainteso. Per me non può esservi sollievo nella compagnia degli uomini, non possono esserci conversazioni elevate, confidenze reciproche. Costretto a vivere completamente solo, posso entrare furtivamente in società solo quando lo richiedono le necessità più impellenti; debbo vivere come un proscritto. Se sto in compagnia vengo sopraffatto da un’ansietà cocente, dalla paura di correre il rischio che si noti il mio stato. E così è stato anche in questi sei mesi che ho trascorso in campagna. Invitandomi a risparmiare il più possibile il mio udito, quell’assennata persona del mio medico ha più o meno incoraggiato la mia attuale disposizione naturale, sebbene talvolta, sedotto dal desiderio di compagnia, mi sia lasciato tentare a ricercarla. Ma quale umiliazione ho provato quando qualcuno, vicino a me, udiva il suono di un flauto in lontananza ed io non udivo niente, o udiva il canto di un pastore ed io nulla udivo.

stieler joseph karl Beethoven ridottoJoseph Karl Stieler - Ritratto di Ludwing van Beethoven

 

A Padova si è tenuto un interessante corso che ha coinvolto tutti gli aspetti della chirurgia plastica nasale e facciale. Il convegno si è svolto nei giorni di 21, 22 e 23 giugno 2013. Bridging the gap between nasal and facial plastic surgery. Colmare il divario tra chirurgia plastica nasale e facciale sono state le intenzioni degli organizzatori di questo congresso. Oggi c'è una richiesta sempre crescente di correggere inestetismi del volto e in particolare del naso (rinoplastica e rinosettoplastica funzionale). Il problema dominante trattato in questo convegno è che non sempre la chirurgia estetica nasale migliora in modo soddisfacente il viso di una persona. Esistono inestetismi degli zigomi o più spesso del mento che andrebbero anche questi trattati.

 

cefalea malessere torpore govoni otoneurolaringologia

 

Capire l'importanza dell'udito per ogni uomo normoudente è molto difficile, sono convinto che solo chi ha vissuto il dramma della perdita uditiva si renda conto di quale patrimonio ha perso. A questo proposito c'è un testo che tutti possono leggere ed è il testamento di Ludwig van Beethoven (1770 - 1827). Questo testamento è stato scritto a Heiligenstadt e reca la data del 6 ottobre 1802. E' anche conosciuto col nome di Testamento di Heiligenstadt.

"O uomini, voi che mi considerate un essere astioso, caparbio e misantropo, quanto siete ingiusti verso di me! Ignorate la ragione segreta che mi fa apparire così a voi. Il mio cuore e il mio animo fin dall'infanzia erano inclini al delicato sentimento della benevolenza e sono sato sempre disposto a compiere azioni generose. Considerate, però, che da sei anni mi ha colpito un grave malanno peggiorato per colpa di medici incompetenti. Di anno in anno le mie speranze di guarire sono state gradualmente frustrate, ed alla fine sono stato costretto ad accettare la prospettiva di una malattia cronica (la cui guarigione richiederà forse anni o sarà del tutto impossibile.)"

Il grave malanno è la sordità, i cui primi sintomi sono stati individuati dal grande compositore tedesco già nel 1796, cioè a 26 anni. Il testamento è stato scritto quando aveva 32 anni. Ci si chiede quale possa essere stata una malattia così importante che lo ha portato a sordità ad una età molto giovane. Noi non sappiamo nulla delle condizioni acustiche di Beethoven prima del 1796. Per capire meglio questa drammatica circostanza occorrerebbe sapere se Beethoven era in grado di sentire bene da entrambe le orecchie o fosse anacusico, cioè sentisse con un orecchio solo. Questo è un dubbio che non ha una soluzione, pertanto occorre tener presente le due ipotesi.

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