Carlo Govoni
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La salute non è tutto, ma senza salute, tutto è niente. (Arthur Schopenhauer)
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Dott. Carlo Govoni
Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia
Tel. 3358040811 NO SMS
IN QUESTO SITO NON C'E' PUBBLICITA'
L'otoneurologia o vestibologia è quella parte dell'otorinolaringoiatria che studia l'apparato uditivo e vestibolare e i suoi rapporti col sistema nervoso centrale. Studia quindi coclea e labirinto, vie nervose periferiche (nervi cocleare, vestibolare e faciale) e vie nervose centrali riferite ai suddetti nervi. Inoltre la materia si allarga a numerose interazioni con altri apparati. E' noto che il sistema che regola l'equilibrio è molto complesso ed ha numerose integrazioni con il sistema propriocettivo e l'apparato visivo.
L’otoneurochirurgia è quella parte dell’otorinolaringoiatria che comprende gli interventi di chirurgia dell’orecchio (otochirurgia o cofochirurgia) che si estendono fino alle meningi e le superano. Questa disciplina comprende la chirurgia della coclea, la chirurgia del labirinto e la chirurgia dei nervi vestibolare, cocleare e facciale. Gli argomenti che vengono affrontati nell’ambito dell’otoneurochirurgia sono:
- Chirurgia della vertigine (chirurgia del sacco endolinfatico, chirurgia distruttiva del labirinto e del nervo vestibolare, chirurgia funzionale della vertigine, chirurgia della malattia di Ménière.)
- Chirurgia delle paralisi del nervo facciale endotemporale ed endocranico
- Chirurgia del neurinoma dell’acustico e dell’angolo ponto-cerebellare (clinca neurinoma dell'acustico)
- Chirurgia dei tumori glomici
Carlo Govoni è co-autore dei quattro capitoli del Trattato di Tecnica Chirurgica – volume XII – Chirurgia otorinolaringoiatrica UTET, Torino, dedicati all'otoneurochirurgia. I capitoli sono: Chirurgia della Vertigine, Chirurgia delle paralisi del nervo facciale: endotemporale ed endocranico, Chirurgia del neurinoma dell’acustico e Chirurgia dei tumori glomici timpanici e giugulari.
Questa figura è tratta dal libro "La sordità infantile" di Carlo Govoni.
1 - coclea 2 - nervo cocleare 3 - nucleo cocleare del ponte
4 - area corticale uditiva 5 - aree di memoria e associazione
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- Master di secondo livello in vestibologia, Università "La Sapienza", Policlinico Umberto I°, Roma
Riporto una serie di consigli pratici per parlare ad un bambino che ha capacità uditive inferiori alla media.
Innanzitutto tenete sempre presente queste cinque considerazioni.
1 - La lettura labiale è essenziale nel dialogo col bambino ipoacusico.
2 - Il piccolo ipoacusico fa fatica a seguire una conversazione. Per questo dovrete fare dialoghi brevi e cercare di concluderli prima che diventi insofferente.
3 - Il suo vocabolario è limitato. Quindi usate solo parole che lui certamente comprenderà.
4 - Il fatto che porti una protesi acusitica non significa che percepisca suoni e parole come un udente.
5 - Evitare l'isolamento. Il bimbo con minorazione uditiva tende a isolarsi, è bene stimolarlo a partecipare alla conversazione.
Ecco ora una serie di accorgimenti pratici per migliorare la conversazione.
a - Protesi acustica. Verificate che la protesi sia funzionante e che la chiocciola sia ben inserita nel condotto uditivo esterno. Si ricorda che una protesi che funziona male, per esempio con batteria scarica, peggiora l'udito. Se non riuscite a rimediare, es. non avete una batteria di scorta, è meglio che il piccolo stia senza protesi.
b - Ambiente. L'ambiente dovrà essere silenzioso e ben illuminato. Se ci sono più persone o altri bambini dovrete fare in modo che stiano in silenzio quando voi parlate al piccolo audioleso.
c - Posizione di chi parla. Vi dovrete mettere di fronte al bambino, ad una distanza ragionevole. Meglio se vi mettete alla sua altezza, in modo che lui possa agevolmente vedere i movimenti delle labbra. Il vostro viso dovrà essere ben illuminato.
d - Quando e come parlare. Parlate quando il bimbo vi guarda in viso. Se è distratto richiamate la sua attenzione con un gesto. Parlate lentamente, a voce alta, senza però urlare e articolate bene la pronuncia dei vari fonemi. Cercate sempre di esprimervi con frasi brevi.
e - Verificare la comprensione. Accertatevi, per esempio con qualche domanda, se ha compreso il discorso che gli state facendo.
f - Se non capisce. Se il piccolo non capisce provate a ripetere la frase. Se ancora non vi comprende provate a cambiare qualche vocabolo. Se ancora non vi comprende aiutatevi con i gesti, o con immagini o scrivendo le parole più importanti.
g - Come aiutare il bimbo audioleso nelle conversazioni di gruppo, per esempio in classe. Il piccolo dovrà essere messo nelle posizioni più favorevoli come il primo banco.
h - Se si deve voltare le spalle al bambino, per esempio se si deve scrivere alla lavagna. Si dovrà parlare stando di fronte al piccolo e girarsi solo quando si è finito di parlare.
Cose da NON fare quando si parla con un bambino audioleso.
NON fumare
NON coprire la bocca con le mani o con il microfono o con altri oggetti.
NON usare parole in dialetto.
NON usare parole troppo ricercate e insolite.
Carlo Govoni, specialista ORL, ha scritto un libro sui problemi dei bambini ipoacusici e in questo sito ci sono un articoli sulla sordità infantile, sull'educazione dei bambini sordi, sulla diagnosi audiologica precoce.
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Le manifestazioni aftose del cavo orale sono un problema frequente. Sulla superficie mucosa, in particolare su quella del vestibolo orale e sui pilastri palatini si formano piccole ulcerazioni denominate afte. Sono di colore chiaro, leggermente escavate. Quasi sempre sono precedute da piccole vescicole che, rompendosi, provocano vivo dolore. Le afte sono una causa di odinofagia, cioè di dolore durante la deglutizione.
La stomatite aftosa, cioè la presenza di più afte nel cavo orale, è una malattia di origine virale che arriva a guarigione nello spazio di qualche giorno. In alcuni casi il dolore è molto intenso.
Non c'è una terapia specifica contro i virus. Si utilizzano farmaci sintomatici e collutori che possono rendere più sopportabile l'aftosi. Dopo è la forza risanatrice della natura (come onestamente affermavano gli antichi medici) che conduce a completa guarigione.
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Un argomento che presenta analogie con le afte è l'alitosi.
Vedi anche le infezioni da papillomavirus (HPV)
Se interessano le neuroscienze:Otoneurolaringologia - la percezione sonora
La malattia di Woakes è una particolare forma di poliposi nasale ereditaria. Si presenta in giovane età e la sua caratteristica è l'allargamento osseo della narice del naso. Questa deformazione spesso è già visibile all'ispezione. I ragazzi con malattia di Woakes si caratterizzano per una difficoltà respiratoria nasale estrema (respirano solo dalla bocca), hanno anche un evidente allargamento della radice nasale ed ipertelorismo, cioè gli occhi sono più lontani rispetto alla norma.La diagnosi si completa con una rinoscopia anteriore.
Ovviamente si possono eseguire anche indagini endoscopiche a fibre ottiche: rinofibroscopia, che offrono anche la possibilità di poter scattare immagini fotografiche o eseguire filmati dell'esplorazione nasale.
La malattia di Woakes s'inserisce nel grande capitolo delle poliposi nasali. La poliposi è stata trattata in altro articolo presente in questo sito.
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- chirurgia videoendoscopica del naso
- consigli comportamentali per i pazienti affetti da poliposi nasale
- la poliposi nasale e le allergie rino-sinusali
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Le ghiandole salivari si dividono in maggiori e minori. Le ghiandole salivari maggiori sono tre per ciascun lato della faccia: parotide, sottomandibolare e sottolinguale. Le ghiandole salivari minori sono numerose, si trovano sparse in tutta la mucosa del cavo orale, delle labbra, sul palato duro e sulla lingua.
La parotide è la ghiandola salivare più voluminosa, occupa una loggia di forma piramidale con base rivolta verso l'alto arrivando al processo zigomatico ed ha rapporti con l'articolazione temporo mandibolare. L'apice è rivolta verso il basso e si avvicina molto alla ghiandola sottomandibolare (detta anche sottomascellare). Ha un dotto escretore specifico: dotto di Stenone che sfocia nel vestibolo orale in prossimità del primo o del secondo molare superiore.
La ghiandola sottomascellare (o sottomandibolare) è accolta in una loggia specifica tra mandibola e muscolo digastrico. Ha un prolungamento anteriore che si continua col dotto di Wharton che termina sul pavimento orale dietro ai denti incisivi inferiori.
La ghiandola sottolinguale è formata da numerose ghiandole situate al di sotto della mucosa del pavimento della bocca. Di solito ciascun gruppo ghiandolare ha un suo piccolo condotto escretore. Raramente ha dotto unico, in questi casi prende il nome di dotto di Bartolini.
Su tutta la mucosa orale sono presenti le ghiandole salivari minori. Sono più frequenti nel contesto delle labbra, sulla faccia inferiore e punta della lingua.
Molto interessante è lo studio anatomico della parotide. All'interno di questa ghiandola decorre il nervo facciale, come si osserva nella seguente immagine.
Vedi anche
Sindrome di Sjögren
Prevenzione delle malattie delle ghiandole salivari
Come comportarsi se c'è un tumore della parotide?
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oltre agli argomenti e approfondimenti, puoi trovare informazioni importanti sulle prestazioni offerte nelle sezioni:
Nel sito sono inoltre disponibilil'elenco degli studi medici, delle cliniche e varie altre sezioni.
Se tu hai una mela ed io ho una mela, e ce le scambiamo, tutti e due abbiamo una mela. ... Ma se tu hai un'idea ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.
George Bernard Shaw (26 luglio 1856 - 2 novembre 1950)
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