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Dott. Carlo Govoni

Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria
Chirurgia Testa e Collo
Master in vestibologia

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Testi

La detrazione della socio-presbiacusia nelle valutazioni medico-legali della funzione uditiva è un argomento spesso oggetto di controversie. Immaginiamo di essere di fronte a due persone di età diverse (30 anni e 70 anni) che hanno subito la stessa perdita uditiva, lo stesso giorno, per esempio a causa di una esplosione. Entrambi vengono sottoposti ad otoscopia. Se l'esame è negativo viene fatto loro un esame audiometrico e le soglie uditive sono identiche. Per entrambi non abbiamo esami audiometrici precedenti all'evento lesivo.

Possiamo dire che tutte e due hanno subito lo stesso danno? 
No, il danno è diverso. Si deve presumere che il giovane trentenne abbia avuto, prima dell'esplosione, un udito buono. La persona anziana aveva un udito scarso. Se dopo lo scoppio entrambi hanno per esempio una soglia pantonale di 60 dB è evidente che il giovane ha avuto un danno ben superiore perché prima dell'infortunio era normoacusico (soglia compresa tra 10 e 20 dB su tutte le frequenze). Il danno è minore per l'anziano perché prima dell'infortunio sentiva poco ed aveva una soglia uditiva più elevata rispetto al giovane.

Come si può calcolare il decadimento uditivo per effetto dell'età?

Il decadimento uditivo dovuto all'età è la somma di due fattori: presbiacusia (cioè il deficit acustico strettamente legato alla senescenza) e la socioacusia (cioè la perdita uditiva per effetto di tutti i rumori che caratterizzano la vita sociale di una persona, escluso il rumore professionale). Pertanto col termine socio-presbiacusia si intende il decadimento uditivo in conseguenza dell'età e del rumore occasionalmente percepito durante la vita.

Ritengo che per calcolare la socio-presbiacusia, cioè l'innalzamento della soglia uditiva per effetto dell'età sia molto utile la tabella predisposta da Giovanni Rossi che qui riporto.

       Anni              Maschi           Femmine    

         27

       0,75         --
         28        1,50         --
         29        2,25         --
         30        3,00         --
         31        3,75         -- 
         32        4,50         --
         33        5,25         --
         34        6,00         --
         35        7,10       0,25
         36        8,20       0,50
         37        9,30       0,75
         38      10,40       1,00
         39      11,50       1,25
         40      12,60       1,50
         41      13,70       1,75
         42       15,00       2,00
         43      17,50       3,62
         44      20,00       5,24
         45      22,50       6,86
         46      25,00       8,48
         47      27,50     10,10
         48      30,00     11,72
         49      32,50     13,34
         50      35,00     15,00
         51      37,50     16,85
         52      40,00     18,70
         53      42,50     20,55
         54      45,00     22,40
         55      47,50     24,25
         56      50,00     26,10
         57      52,25     27,95
         58      55,00     30,00
         59      56,85     32,50
         60      58,70     35,00
         61      60,55     37,50
         62      62,40     40,00
         63      64,25     42,50
         64      66,10     45,00
         65      67,95     47,50
         66      70,00     50,00

La presente tabella indica l'aumento della soglia uditiva
per effetto dell'età espresso in dB per ciascun orecchio
per le frequenze di 2000, 3000 e 4000 Hz determinato
dalla socio-presbiacusia.
Da Giovanni Rossi: Il danno uditivo da trauma acustico cronico: 
aspetti generali e problemi specifici. Collana di monografie sulle
malattie professionali. Ediz. INAIL, Roma, 1984.

 

Nel suo testo il prof. Rossi distingue la presbiacusia dalla socioacusia. Con la prima si intende la perdita uditiva determinata dal solo invecchiamento. Con il termine socioacusia si intende la perdita uditiva determinata dall'invecchiamento e dal danno provocato da tutti i rumori che un uomo assorbe nell'arco della sua vita. Lo scorporo della presbiacusia secondo la tabella Rossi è ritenuto legittimo dalla Suprema Corte di Cassazione a sezioni Unite con la sentenza n. 06846 del 1992. 

L'esistenza di due tabelle, una per i maschi ed una per le femmine, è una ulteriore prova che la perdita uditiva per effetto dell'età è diversa. Le femmine si sono sempre dimostrate più resistenti nel mantenere una buona capacità uditiva rispetto ai maschi. Non credo che si tratti di una condizione genetica, ma sia soprattutto un fenomeno acquisito. I maschi sono molto più facilmente esposti ai traumi acustici sia acuti che cronici. L'utilizzo di strumenti rumorosi, l'apprezzare una musica ad alto volume, l'uso di armi da fuoco sono tutti elementi che caratterizzano la vita degli uomini.

La perdita uditiva, come sempre, si evidenzia attraverso un esame dell'udito. Ecco qui sotto un esempio di tracciato audiometrico di un paziente affetto da presbiacusia

audiogram middle presbycusis

 

 

Bibliografia

Ralli Giovanni, Mizzoni, Clementi C, Caramanico C.  La presbiacusia - Presbycusis.  Italian Journal of Geriatrics and Gerontology 2014; 2(1): 17-24

 

 

Vedi anche:

 
 
 
 
 
 
 
 
 

La percezione del suono da parte dell'orecchio umano è il risultato di vibrazioni meccaniche che raggiungono l'apparato uditivo attraverso l'aria. Tali vibrazioni sono prodotte dalle sorgenti sonore, cioè corpi che hanno la capacità di vibrare.

Non tutte le vibrazioni sono percepite come suono.  Per essere udibili le vibrazioni devono avere una frequenza ed una intensità comprese entro determinati valori minimi [per essere udibile una vibrazione deve raggiungere almeno le 20 oscillazioni al secondo].  Per frequenza s'intende il numero di vibrazioni, o meglio, di oscillazioni complete compiute in un secondo. Il suono è un fenomeno periodico, cioè si ripete in modo sempre uguale e mantiene un regolare ritmo. Per intensità s'intende la sensazione soggettiva determinata dall'energia dell'onda sonora. Si distinguono suoni a bassa energia (o deboli) e suoni ad elevata energia (intensi o forti). 

Le lesioni cutanee del viso sono un argomento di confine tra otorinolaringoiatria, dermatologia, oncologia e chirurgia plastica.

"Le più comuni lesioni cutanee sospette della faccia."  E' questo il titolo di un importante corso d'aggiornmento che si è svolto a Milano sabato 9 marzo 2013 presso la sala Girardi - PIME - via Mosè Bianchi 94. Il corso è stato coordinato dai prof Biglioli e Menni. Hanno partecipato chirughi maxillo-facciali, dermatologi ed otorinolaringoiatri. Si è parlato di epiteliomi, carcinomi cutanei, carcinomi basocellulari, carcinomi spinocellulari e melanomi.

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Digitale e analogico sono due metodi di elaborazione dei segnali sonori e non solo; questa distinzione è fondamentale per capire come funzionano gli apparecchi acustici.

Una volta gli apparecchi acustici erano tutti analogici, ora sono tutti digitali.

Protesi acustiche analogiche. 
Sono le prime protesi acustiche immesse sul mercato. Queste protesi si caratterizzano per un microfono che raccoglie il suono e lo trasforma in un segnale elettrico. Il suono è un onda di compressione e di rarefazione dell'aria e il microfono trasforma le variazioni di pressione in variazioni di tensione elettrica. La corrente elettrica viene poi amplificata e può subire anche altre trasformazioni ad opera di componenti elettronici dell'apparecchio. Il segnale così trasformato viene inviato ad un ricevitore (o altoparlante) che lo ritrasforma in suono, percepibile dall'orecchio umano. L'altoparlante esegue un'azione contraria rispetto a quella del microfono. Questo sistema di amplificazione è valido, sono state realizzate in questo modo praticamente tutte le protesi del XX° secolo. I problemi di questi apparecchi sono dovuti al fatto che nella trasformazione del suono in segnale elettrico, nella sua elaborazione e nella sua ritrasformazione in suono ci sono delle interferenze e il suono amplificato non è l'esatta amplificazione del suono d'ingresso. Occorre anche tenere presente che i sistemi di amplificazione e di compressione dei suoni di tipo elettronico producono delle minime distorsioni e possono anche interferire tra loro. Si suol dire che l'apparecchio acustico analogico è un sistema di amplificazione sonora a bassa fedeltà. Uno dei difetti principali degli apparecchi analogici è la scarsa personalizzazione nell'emissione del suono.

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Protesi acustiche digitali.
Sono queste le protesi più recenti immesse sul mercato. Il microfono raccoglie il suono e lo trasfroma in un codice binario ( 0 - 1 ). Il messaggio così trasformato viene amplificato ed elaborato da un microprocessore. Il vantaggio è costituito da una migliore robustezza del segnale ed una migliore elaborazione del suono. Il microprocessore può essere programmato con algoritmi molto complessi e molto utili per l'adattamento del segnale amplificato ad ogni singolo individuo. Nei sistemi digitali anche la riconversione del segnale da digitale a sonoro è migliore e pertanto il risultato finale è preferibile.
Inoltre le protesi digitali, proprio grazie ad algoritmi specifici permettono una migliore personalizzazione dell'amplificazione, soprattutto si possono modificare in rapporto all'eventuale peggioramento uditivo del paziente. Purtroppo con l'avanzare dell'età la funzione uditiva inesorabilmente peggiora.

Ricordiamo che ogni forma di ipoacusia è diversa da un'altra. Le ipoacusie che si protesizzano più spesso sono quelle legate all'invecchiamento (presbiacusie) e pertanto tutte le persone invecchiano in modo diverso. Innanzitutto la presenza più o meno accentuata di una componente trasmissiva costituisce una differenza sostanziale. Si ricorda che le ipoacusie di trasmissione si possono protesizzare con amplificazioni lineari ed è quindi più facile ottenere buoni risultati. Coloro che soffrono di malattie che determinano una ipoacusia di trasmissione a lenta evoluzione, mi riferisco in particolar modo all'otosclerosi o otospongiosi, trovano un buon giovamento dall'utilizzo di protesi acustiche. 
Per molte forme di ipoacusia dell'anziano è necessario utilizzare amplificazioni non lineari. In questi casi è importante che l'amplificazione non superi determinate intenstà, perché suoni molto intensi rendono l'apparecchio acustico insopportabile. Anche per limitare l'uscita massima dell'amplificazione la protesi digitale si rivela tecnicamente superiore a quella analogica. 

L'evoluzione delle protesi acustiche è continua, oggi molte protesi hanno un sistema di multimicrofoni che permettono di captare molti suoni. Questo sistema è spesso associato ad un dispositivo che riduce il rumore ambientale. Questo perchè la protesi acustica, come tutto l'apparato uditivo, deve servire soprattutto per sentire la voce umana e non i rumori ambientali.

 

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Esempio di protesi acustica retroauricolare.

 

Il suono è un fenomeno meraviglioso. Ho sempre sostenuto l'importanza della comunicazione verbale, è questa la funzione che distingue l'uomo dagli animali. Il suono è qualcosa di più. Pensiamo alla musica. La musica non è un linguaggio, ma tutti ne restano affascinati. Ho citato più volte la sordità di Beethoven. Per chi ama la musica la perdita uditiva è un dramma. Oggi con le protesi digitali si è potuto compiere un passo avanti in questa direzione. 

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 .

 

A Carpi (prov. di Modena) si è tenuto nel novembre 2011 un interessante convegno sulle cure palliative in medicina.

Le cure palliative sono rivolte ai pazienti oncologici e ai malati cronici. I sintomi tipici della terminalità sono il dolore, l'agitazione, la dispnea, incontinenza o la stipsi. Tra questi la dispnea è molto importante per l'otorinolaringoiatra. Una visita a domicilio può essere utile per comprendere meglio alcune situazioni.

 

Carpi (MO) si dimostra una città molto attiva nel recepire discorsi innovativi in ambito sanitario. 
Il dott. Carlo Govoni visita a Carpi (Modena) presso il poliambulatorio CENTRO DI MEDICINA Città di Carpi, località Fossoli, via Ivano Martinelli, 8. 

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La porta d'ingresso al Centro di Medicina di Carpi 

 

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Carlo Govoni è stato intervistato da Sara Gelli.

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