L’olfattometria è una metodica che valuta la capacità di percepire gli odori utilizzando sostanze odorose di svariata natura che vengono presentate al paziente. Questo esame prevede una standardizzazione degli odori e la registrazione ed elaborazione statistica delle risposte. Lo scopo è ottenere una valutazione realistica della capacità olfattiva. I test olfattometrici sono sostanzialmente soggettivi, cioè si basano sulle risposte del paziente. Interessanti sono i test psicometrici che consentono una valutazione utile anche per scopi medico-legali. In questi casi è importante riuscire a stabilire se il paziente è o non è un simulatore. Solitamente si eseguono due prove, una soggettiva ed un test psicometrico.

I recettori olfattivi sono raccolti nell’area olfattiva posta nella volta e sulle pareti laterali delle fosse nasali. Da quest’area si dipartono le vie olfattive che raggiungono l’area olfattoria centrale situata nell’encefalo. La funzione olfattiva può subire delle modificazioni qualitative e delle quantitative. Le alterazioni qualitative più note sono le parosmie e le cacosmie. Parosmia, il paziente percepisce un odore diverso da quello somministrato (le cause sono molteplici: tumori encefalici, influenza, gravidanza, diabete, ecc.). Cacosmia, il paziente riferisce di percepire un odore sgradevole. (Le cause sono tossiche, sinusiti croniche, corpi estranei nasali, tonsilliti caseose, bronchiti, affezioni gastriche ed epatiche). In alcuni casi la cacosmia è oggettiva, cioè la percepisce anche l’esaminatore. Qui spesso si nasconde una rinopatia importante.

Esistono anche modificazioni quantitative dell’olfatto. Iperosmia, cioè una esagerazione della sensibilità specifica olfattiva che può dar luogo a nausea, vomito, cefalea (per malattie del sistema nervoso centrale, gravidanza, menopausa, ipertiroidismo). Iposmia e anosmia, cioè una perdita parziale (iposmia) o completa (anosmia), transitoria o permanente, della capacità di percepire uno o più odori. Tale perdita può essere uni- o bilaterale e dipendere da numerose cause congenite (per deficiente o mancato sviluppo dei bulbi olfattivi o dei centri nervosi) o acquisite (come traumatiche, infettive, tossiche, disendocrine e processi morbosi del sistema nervoso centrale).

E' possibile ricercare il minimo odore identificabile (MIO). Questo test è poco utile nella pratica clinica in quanto non esiste un criterio standardizzato per la media delle persone.

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Nella fotografia un kit per prove olfattometriche.

 

Le iposmie e le anosmie sono le malattie più importanti per le quali è necessario ricorrere all’olfattometria. Ritengo che per ottenere una buona valutazione del paziente non si debba eseguire una olfattometria isolata, ma questa valutazione vada integrata nell'ambito di una visita otorino, con gli esami che sono già in possesso del paziente e con una accurata valutazione rinoscopica. Ritengo che si debba parlare di un esame clinico della capacità olfattiva e la prova olfattometrica si inserisce in questo contesto.

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L'olfattometria è la misura e la valutazione della capacità di percepire odori. Per informazioni 3358040811  preferibilmente dalle 10:00 alle 12:00 dei giorni feriali da lunedì a venerdì.

 

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