L’acufene è un sintomo caratterizzato dalla percezione di un suono o di un rumore fastidioso che non esiste nell’ambiente.

I concetti di suono e di rumore sono, secondo la fisica, due concetti diversi. Quando si parla di un sintomo, cioè di una percezione soggettiva riferita da un paziente, questa distinzione è irrilevante.

L’acufene può essere percepito da un solo orecchio, o da entrambi oppure il paziente riferisce che lo sente come se fosse all’interno della testa.

Per poter parlare di acufene la percezione del suono o del rumore deve essere fastidiosa per il soggetto. Una percezione lievissima che non produce alcun fastidio per la persona non deve essere considerata come acufene. L'acufene che costituisce un problema per il paziente è un sintomo importante che deve essere valutato con molta attenzione dal medico. Il più delle volte l'acufene è un sintomo che accompagna una ipoacusia, in casi molto rari è un sintomo di una malattia importante.

Le condizioni fondamentali per parlare di acufene sono:
- l'acufene è un sintomo soggettivo
- l'acufene è la percezione di un suono o un rumore
- l'acufene è fastidioso
- non c’è una sorgente sonora nell’ambiente dove il soggetto lo percepisce.

Per sintomo soggettivo s'intende una percezione di un fenomeno che fa sospettare una malattia ed avvertito solo dal paziente. Esistono anche gli acufeni con sintomi oggettivi, ma sono rarissimi.

Una definizione più elaborata del termine acufene è stata proposta da Jastreboff nel 1995.

L’acufene è la percezione di un suono in uno o in entrambi gli orecchi o nella testa generato esclusivamente da attività del Sistema Nervoso Centrale in assenza di alcuna attività vibratoria o meccanica collegata a sorgenti esterne.

Ritengo che questa definizione sia limitativa in quanto alcuni acufeni possono essere generati da disfunzioni proprie dell'orecchio come gli acufeni nei pazienti con otosclerosi o in quelli con disfunzioni della tuba di Eustachio, oppure da cause più generali come l'ipertensione arteriosa.

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Una domanda che spesso il paziente si pone è questa: come è possibile percepire un suono quando non c’è la sorgente sonora?

Esistono due tipi di acufeni: soggettivi e oggettivi. Per gli acufeni oggettivi la sorgente sonora esiste ed è all'interno dell’organismo umano. Ci sono situazioni particolari dove il soggetto percepisce suoni prodotti dal suo corpo. Un esempio di acufene oggettivo è costituito dai tumori glomici timpanici. Questi piccoli tumori vascolari generano un suono all’interno della cassa timpanica, sono delle pulsazioni del flusso ematico. Le persone che sono affette da tumore glomico percepiscono molto bene questo suono. In alcuni casi anche il medico, utilizzando un fonenendoscopio, lo sente. Pertanto c’è la sorgente sonora, semplicemente si trova all’interno del corpo umano. Le persone che percepiscono acufeni oggettivi sono pochissime.

La grande maggioranza dei pazienti percepiscono degli acufeni soggettivi, cioè sono suoni o rumori che sentono solo loro. Questi acufeni sono espressione di due condizioni: a) acufene propriamente detto e b) sensazione di ovattamento auricolare.

 

a) acufene propriamente detto 

Occorre fare una distinzione tra meccanismi fisici che coinvolgono l’orecchio esterno e/o l’orecchio medio dai restanti acufeni. Per esempio il tappo di cerume che è una semplice occlusione del condotto viene avvertito dai pazienti come un suono. Il rumore che si percepisce quando c’è un tappo è simile al suono prodotto da una conchiglia o un bicchiere contro un orecchio.

Quindi ritengo che una prima distinzione da fare quando il paziente riferisce di percepire un rumore nella testa o nelle orecchio sia riconoscere ciò che è rumore o suono da ciò che in ultima analisi è sensazione di ovattamento. 
L'acufene propriamente detto esprime il concetto di Jastreboff che vede questo fenomeno come una esclusiva disfunzione del Sistema Nervoso Centrale. E' anche evidente che tutti gli acufeni devono essere percepiti dal nostro cervello, però non necessariamente la loro origine deve essere nelle vie nervose centrali.

Tra i siti dove si possono generare acufeni ricordo soprattutto la tuba di Eustachio e l'articolazione temporo-mandibolare. Il condilo della mandibola, come si vede dall'immagine, è un osso particolarmente robusto e i suoi movimenti si trasmettono facilmente alla tuba di Eustachio.

 

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b) sensazione di ovattamento auricolare

La sensazione di ovattamento auricolare è anche denominata fullness.  Il paziente descrive questa situazione come una fastidiosa sensazione di orecchio chiuso. Quasi sempre questa sensazione è secondaria ad una vera e propria occlusione del condotto uditivo (es. tappo di cerume), oppure ad una disfunzione tubarica (per esempio l'ototubarite o tubo-timpanite) o ad una malattia dell'orecchio medio come l'otite sieromucosa. Questa sensazione non è il vero e prorio acufene e va distinta da quanto descritto al punto a)

Esiste anche un terzo problema che interessa alcune persone affette da acufene: è la ridotta tolleranza ai suoni. Questo sintomo può interessare sia le persone normoudenti che le persone ipoacusiche. 

Alcuni potrebbero cheidere se sintomo e malattia sono la stessa cosa? Nello specifico potrebbero chiedere se l'acufene è una malattia?
La risposta è precisa: l'acufene non è una malattia. Per malattia si intende un problema clinico caratterizzato da sintomi ben definiti e da una patogenesi (cioè da una alterazione anatomica dell'organismo che determina la malattia). L'acufene è un sintomo, al pari del dolore, della cefalea, della diminuzione dell'udito. Si tratta di un sintomo estremamente diffuso che caratterizza quasi tutte le malattie dell'orecchio, ma anche fenomeni patologici che lo interessano indirettamente come le malattie della tuba di Eustachio oppure che colpiscono l'intero organismo come il diabete o l'ipertensione arteriosa. 

 

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