L'inserimento sociale e scolastico del bambino sordo è indissolubilmente legato alla diagnosi precoce e alla capacità di apprendere il linguaggio verbale.

La storia dell'educazione al linguaggio dei sordi ha origini che risalgono al Rinascimento (secolo XVI°). Pertanto è un concetto antico, da diversi secoli si è compreso che subito dopo la diagnosi deve seguire una adeguata educazione al linguaggio del bambino (trattamento logopedico).

Per bambino sordo o ipoacusico si intende un bimbo che presenta un deficit uditivo superiore a 50 dB calcolato sulla media delle frequenze centrali (500 - 1000 - 2000 Hz), già presente alla nascita o insorto nei primi anni di vita.
Ovviamente i neonati non collaborano e riesce dificile fare valutazioni audiometriche precise. L'esame che oggi viene usato come test di screening nelle nursery sono le otoemissioni acustiche. Questo test è giustificato dalla relativa frequenza dei neonati sordi (circa uno ogni mille nati). Le otoemissioni (sigla TEOAE = Transient Evoked Otoacoustic Emissions = Emissioni Otoacustiche Evocate Transitorie) sono ora il test principale nello screening neonatale. Essendo un test di screening andrà successivamente completato con altri esami.
Oggi gli esami più importanti per la diagnosi audiologica precoce sono i potenziali evocati uditivi e l'impedenzometria.

 

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POTENZIALI EVOCATI UDITIVI

Le tecniche audiologiche si caratterizzano per l'impiego di strumenti che sono in grado, previa stimolazione acustica, di registrare potenziali elettrici di basso voltaggio (potenziali evocati uditivi). Questi potenziali si generano in siti specifici delle vie nervose acustiche in risposta ad opportuni stimoli sonori. La registrazione avviene per mezzo di elettrodi posti sulla testa o nell'orecchio del paziente da esaminare. Le variazioni elettriche registrabili hanno un'ampiezza molto ridotta e l'elettrodo registra, oltre al potenziale evocato dalla stimolazione sonora, anche tutte le altre attività elettriche del cervello. Ne consegue che vengono registrati un numero enorme di segnali, alcuni anche di ampiezza superiore al segnale provocato dalla stimolazione sonora. Per poter evidenziare solo le stimolazioni elettriche che ci interessano, cioè quelle provocate dallo stimolo acustico, è necessario inviare numerosi stimoli.

Di solito il tracciato viene ricavato dopo duemila stimolazioni. Per poter avere un tracciato accettabile si utilizzano appositi filtri e un programa computerizzato che eseguirà la somma algebrica e la media di tutti i segnali raccolti (averaging).  E' accertato che le onde provocate dallo stimolo sonoro sono tutte in concordanza di fase con lo stimolo e tendono ad annullarsi. Sono state proposte diverse tecniche di registrazione dei potenziali evocati uditivi, le più importanti sono l'elettrococleografia [ECoG], i potenziali evocati uditivi del tronco encefalico [ABR] e i potenziali evocati uditivi corticali.

Elettrococleografia  [ECoG]

Con questa tecnica si registrano le risposte elettriche a livello della chiocciola e del primo neurone, provocate da uno stimolo sonoro. Le risposte rappresentano tre diversi fenomeni elettrici uno detto "microfonico cocleare", un altro detto "potenziale di sommazione" e il terzo è il "potenziale d'azione del nervo cocleare". Questi fenomeni bioelettrici sono generati dalle cellule cigliate dell'organo del Corti e non hanno praticamente latenza. Derivano dalla prima fase del processo di trasformazione dell'energia meccanica in energia bio-elettrica (trasduzione meccano-elettrica). Presenta invece una latenza il potenziale d'azione del nervo cocleare, che è espressione dell'insieme delle risposte delle singole fibre all'interno del modiolo della chiocciola.

1992 educazione linguaggio ECoG govoni

 

Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico   [ABR]

Questa è la metodica più importante per diagnosticare una ipoacusia neurosensoriale infantile. Il segnale sonoro dopo essere stato trasformato in segnale elettrico dalla coclea, segue il nervo cocleare e percorre il tronco encefalico fino a raggiungere il talamo. Dopo lo stimolo neuroelettrico subisce processi fisico-chimici e arriva alle aree corticali uditive. Molti centri nervosi della via acustica hanno la funzione di siti generatori per i potenziali evocati uditivi.
L'ABR presenta un tracciato che si caratterizza per la presenza di pichi intervallati da deflessioni. Ciascun picco, detto anche onda, esprime l'attività di un sito generatore specifico.
Tali registrazioni nel bambino vengono utilizzate soprattutto allo studio della soglia uditiva.

 1992 educazione linguaggio ABR govoni

 Nella figura riportata qui sopra (figura 4 della pubblicazione) sono evidenziate le correlazioni più note tra onde e siti generatori.
Onda I - nervo cocleare (ottavo nervo cranico)
Onda II - deriva dal nucleo cocleare ipsilaterale e dalla porzione prossimale del nervo omonimo
Onda III - deriva dal complesso olivare superiore
Complesso IV e V - queste due onde derivano dall'attivazione di strutture comprese tra il complesso olivare superiore e il collicolo inferiore
Onda VI e VII - forse dovute ad una attivazione del talamo o ad una stimolazione del colicolo inferiore.

Molto significativo è il comportamento dell'onda V che ci permette di identificare la soglia uditiva.

 

 

 

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