L’educazione dei bambini sordi in Italia ebbe inizio in diverse città negli ultimi anni del dicciottesimo secolo.

Fu proprio alla fine del settecento che sorsero le prime scuole per sordi nel nostro paese. Importante fu la scuola di Roma aperta dall’abate Tommaso Silvestri nel 1784. Il Silvestri apprese le tecniche di educazione dei sordi in Francia. Studiò e poi insegnò le tecniche dei segni metodici create dall'abate De l'Epée, ma fu anche un sostenitore del metodo orale. Ulteriori notizie sulle prime scuole per bambini sordi in Europa sono in altro articolo sulla storia dell'educazione dei sordi.

Una seconda scuola venne aperta a Napoli (1788) ed un’altra a Genova. Quest’ultima sorse l'11 maggio 1802 per volontà di padre Ottavio Assarotti (1753-1829). Interessante fu il suo comportamento di fronte alle polemiche esistenti tra metodo mimico e metodo orale. Egli ritenne che non si doveva aderire ad un metodo, ma si doveva personalizzare il rapporto con ogni allievo e insegnare adattandosi alle esigenze dei discenti. Tutto questo fu possibile per padre Assarotti in quanto aveva solo sei allievi.

Sorsero nel secolo XIX diverse scuole per sordi e le disquisizioni didattiche, centrate soprattutto tra metodo orale e metodo mimico, coinvolsero molti insegnanti. Si arrivò nel 1873 al primo congresso degli insegnanti italiani dei bambini sordomuti, che si svolse a Siena.

Il congresso di Siena delineò i criteri fondamentali per una buona lettura labiale e per l’insegnamento dell’articolazione dei fonemi. La maggioranza degli educatori italiani che parteciparono a quel congresso era convinta della superiorità del metodo orale rispetto al linguaggio dei segni. Il motivo fondamentale fu che il linguaggio dei segni avrebbe costretto i sordi a dialogare solo tra loro e con poche persone in grado di comprenderli. Il metodo orale avrebbe migliorato senz'altro l'integrazione sociale.

Cinque anni dopo si tenne a Parigi un congresso internazionale per l’educazione dei ciechi e nell’ambito di questo congresso si organizzò una sezione riservata agli educatori dei sordi per affrontare le problematiche relative all’educazione dei sordi. Si rinnovarono le dispute tra sostenitori del metodo mimico e del metodo orale. Anche in questa circostanza venne ritenuto preferibile il metodo orale, cioè l’insegnamento della pronuncia dei vari fonemi, delle parole e della lettura labiale.
Tre deliberazioni prese dai delegati di questo congresso sono interessanti ed attuali.
Deliberazione n. 5 - Si afferma che è importante inserire i bambini sordomuti in una scuola normale, assieme ai bimbi normoudenti, per poi ammetterli in una scuola speciale. 
Deliberazione n. 8 - Si auspicano la creazione di corsi di preparazione del personale docente e la presentazione di metodi didattici precisi, da applicare sotto la guida di persone competenti.


Deliberazione n. 9 - Si afferma la prevalenza del metodo orale, che deve comprendere l'insegnamento dell'articolazione dei vari fonemi, la loro fusione in sillabe e parole e la lettura labiale.
 

Il congresso internazionale di Milano degli educatori dei sordi (1880) sancì la predominanza del metodo orale nella didattica per i sordi. Nel congresso di Milano si ribadirono molti dei concetti espressi nel congresso di Parigi e tra le conclusioni si ricorda la prima: "Il congresso, considerando la non dubbia superiorità della parola sui gesti per restituire il sordomuto alla società e dargli una più perfetta conoscenza della lingua, dichiara: che il metodo orale deve essere preferito a quello della mimica per l'educazione ed istruzione dei sordomuti."
Le problematiche sollevate in questo congresso sono numerose e nemmeno tutte risolte.
1 - Il riconoscimento dei diritti del sordomuto
2 - La scelta del tipo di scuola
3 - La preprarazione degli insegnanti
4 - La coeducazione dei sessi
5 - Gli studi statistici sulla diffusione del sordomutismo
6 - Gli studi medico-scientifici sulle cause della sordità infantile 
7 - Gli studi finalizzati all'insegnamento delle pronuncia dei fonemi e delle parole
8 - Gli sudi sulla psicologia del bambino con minorazione uditiva
9 - L'avviamento professionale
10 - Il ruolo della famiglia 

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Diagnosi precoce ed educazione al linguaggio
sono i cardini dell'insegnamento ai bambini sordi. 

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