La vertigine post traumatica è un argomento di particolare difficoltà perché è difficile il suo trattamento e perché si deve eseguire una valutazione diagnostica certa. La certezza della diagnosi deve essere dimostrabile se si vuole pensare ad una richiesta di risarcimento.
Come ho spesso sostenuto il paziente deve, dai primi giorni dopo il trauma, rivolgersi ad uno specialista di fiducia che sappia affrontare il problema sotto i due aspetti appena descritti: quello terapeutico e quello medico-legale. La sanità pubblica spesso si limita a prestare le prime cure e i primi accertamenti diagnostici nel Pronto Soccorso; per i problemi specialistici si rimanda a visite ambulatoriali che spesso vengono effettuate dopo parecchi giorni dall’evento. Non è raro vedere pazienti con una vertigine post traumatica che fanno la prima visita otorinolaringoiatrica un mese dopo l’incidente. Per molte persone è normale, questi sono i tempi della sanità pubblica. Però questi ritardi si trasformano in argomenti molto forti nelle mani di un medico legale di una assicurazione che dovrebbe risarcire. Se avete ripreso il lavoro e la prima diagnosi di vertigine viene fatta dopo un mese dal fatto è difficile dimostrare i vostri problemi. Potete dire che quando eravate al lavoro vi venivano crisi vertiginose e dovevate fermarvi, ma in ambito medico legale sarà difficilissimo far riconoscere l’esistenza di una vertigine.
Passo ora ad affrontare i meccanismi attraverso i quali si manifesta la vertigine. Questi sono sostanzialmente due: concussione cerebrale (trauma cranico lieve) e trauma cranico moderato o grave.
Concussione cerebrale (o commozione cerebrale o trauma cranico minore). Si tratta di un forte scuotimento del cervello all’interno della teca cranica senza fratture. La gravità è data dalla forza che provoca lo scuotimento e in alcuni casi è facilmente dimostrabile, per esempio in un incidente stradale dove c’è un grave danno ai mezzi meccanici. La concussione può diventare un trauma grave quando ad un trauma ne segue in tempi brevi un secondo. Un caso non raro è il tamponamento a catena di autovetture. Un’altra eventualità è che esistono persone molto sfortunate che poche ore o un giorno dopo subiscono un secondo incidente.
Trauma cranico moderato o grave. Il trauma con frattura delle ossa del cranio è sicuramente un trauma grave, rientra tra i traumi cranici maggiori, ma il meccanismo della concussione esiste sempre. A questo si possono aggiungere ematomi ed emorragie cerebrali.
I meccanismi che possono portare a vertigini sono molteplici. La causa più semplice è il distacco di otoliti dalle macule di sacculo ed utricolo provocando una vertigine parossistica di posizione.
La concussione determina movimenti nei liquidi labirintici (perilinfa ed endolinfa). Questi liquidi come è noto sono gli stessi che circolano all’interno della coclea, quindi ai disturbi vestibolari (instabilità e vertigine) è facile vedere associati i sintomi del danno uditivo: ipoacusia ed acufeni. Il movimento dei liquidi può determinare la lacerazione delle sottili membrane presenti nella coclea. Il danno è notevole. Spesso la lacerazione interessa solo una parte della coclea, l’effetto è quello di una ipoacusia irreversibile, quasi sempre limitata alle frequenze acute.
Esempio di audiogramma di un soggetto sofferente
per ipoacusia improvvisa nell'orecchio destro
Dal punto di vista diagnostico con TC e con RMN non si vede nulla. Gli esami di imaging sono completamente negativi. Questo mette il paziente in difficoltà, lui soffre di vertigini, instabilità, acufeni, diminuzione dell’udito e gli esami dicono che non ha nulla. Si comprende facilmente come i medici che difendono le assicurazioni abbiano molte frecce al loro arco. Il medico dell’assicurazione difficilmente ammetterà che una paziente con esami negativi ha un danno provocato da un infortunio.
Ritengo che le persone che dopo un incidente hanno subito un trauma cranico, anche minore, debbano sottoporsi a visita neurologica e otorinolaringoiatrica in tempi ragionevolmente brevi dall’evento. L’otorinolaringoiatra dovrà eseguire in occasione della prima visita un esame audiometrico ed una valutazione vestibolare (esame cocleovestibolare).
Anche i bambini possono andare incontro a vertigini post-traumatiche. Sono situazioni rare, ma possibili.
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