Instabilità e vertigine sono due sintomi molto simili, però è importante aiutare il medico a distinguerli affinché egli possa formulare una corretta terapia.

Per vertigine si intende una sensazione rotatoria che può essere della persona, oppure dell'ambiente. Si tratta pertanto di una condizione di disequilibrio con caratteristiche rotatorie.

Con la parola instabilità ci riferiamo ad una sensazione di difficoltà a mantenere la posizione eretta. Spesso i pazienti descrivono questa sensazione come se camminassero sulle uova o sopra ad un materasso. Si considera instabilità anche le sensazioni di insicurezza nel camminare o nello stare in posizione eretta. A volte i pazienti riferiscono di "stare per svenire".

L'equilibrio è un senso particolarmente complesso che coinvolge recettori sulle piante dei piedi, la vista, riflessi posturali e soprattutto il labirinto e le vie vestibolari. 
Come ho detto la vertigine, per le sue caratteristiche rotatorie, è un sintomo che nella maggioranza dei casi è espresione di una malattia del labirinto e delle vie vestibolari. L'instabiità è un sintomo meno specifico per l'apparato vestibolare, può essere espressione di variazioni della pressione arteriosa (soprattutto diminuzione), rigidità cervicale, sensazione psichica di insicurezza, ecc.

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Non è fondamentale che il paziente sappia distinguere correttamente l'instabilità dalla vertgine, in quanto i sintomi sfumano uno nell'altro e i medici sono pronti a valutare entrambe le problematiche. E' invece importante che il paziente riferisce correttamente di eventuali svenimenti. Lo svenimento (perdita di coscienza con caduta a terra o sincope) non ha nulla a che vedere con la vertigine, spesso è conseguenza di una diminuzione della pressione arteriosa.

Una delle forme di vertigine più frequente è la vertigine parossistica di posizione. Ricordo sempre che per inquadrare correttamente una vertigine il medico ha bisogno di conoscere la vostra storia clinica (anamnesi). E' importante che voi sappiate riferire da quanto tempo avete questi problemi e come li manifestate. L'anamnesi, soprattutto quella farmacologica, è importante per comprendere eventuali situazioni di instabilità. Infatti alcuni farmaci psicotropi, utilizzati sepesso nelle persone con oltre sessantacinque anni di età, possono avere come effetto collaterale l'instabilità, ed anche la caduta a terra.

Per quanto attiene alla diagnosi nei casi di vertigine sono fondamentali l'otoscopia, la visita otorinolaringoiatrica (o visita otoneurologica) e prove vestibolari. Queste ultime sono numerose e il medico sceglierà, caso per caso, quelle che riterrà più opportune. 

La terapia si avvale di una terapia fisica, le cosidette manovre liberatorie, ma anche di farmaci e integratori che hanno lo scopo di rendere meglio sopportabile il sintomo.

Purtroppo molte malattie vertiginose hanno la tendenza a recidivare e pertanto il trattamento deve mirare a curare la malattia, ma anche a prevenire le recidive.

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