La vascolarizzazione dell'orecchio, in particolare l'orecchio interno, prende origine dal sistema arterioso vertebro-basilare. Le arterie vertebrali (n. 11 nel disegno) una per ciascun lato, sono un ramo della succlavia, queste penetrano nella fossa cranica posteriore e a livello del bulbo la destra si unisce con la sinistra dando origine al tronco basilare (n. 9 nel disegno).

Dal tronco basilare si dipartono le due arterie cerebellari anteriori inferiori (Dx e Sn - 10). L'arteria uditiva interna (o labirintica) è un ramo della cerebellare anteriore inferiore. In alcuni casi le arterie uditive si staccano direttamente dal tronco basilare. 

arterie della base encefalica e poligono del Willis


Il tronco basilare (9) si divide in due rami terminali che sono le arterie cerebrali posteriori (7). Un ramo importante della cerebrale posteriore è la comunicante posteriore (6) che si unisce alla carotide interna (3). Quest'ultima si continua con l'arteria cerebrale media (detta anche Silviana - 4). Altro ramo importante della carotide interna è l'arteria cerebrale anteriore (2). Le due arterie cerebrali anteriori si dirigono in avanti (verso la fronte) e decorrono parallele. Queste a loro volta presentano una arteria che le unisce: arteria comunicante anteriore (1). I vasi che ho descritto formano una sorta di eptagono denominato "poligono del Willis".   

L'orecchio interno è irrorato dall'arteria uditiva interna (o arteria labirintica). Quest'ultima può staccarsi direttamente dal tronco basilare oppure si presenta come ramo dell'arteria cerebrale anteriore inferiore (aica) (10). L'arteria uditiva interna affianca il pacchetto formato dal nervo acustico (VIII°) e dal nervo facciale (VII°), assieme a questi nervi percorre il condotto uditivo interno (cui) e qui si divide quasi sempre in due rami, uno per la coclea (arteria cocleare comune) ed uno per il labirinto membranoso (arteria vestibolare anteriore). L'arteria cocleare comune si divide subito in due rami, una destinanata al modiolo della coclea ed un altra che si distribuisce al giro basale della coclea e al labirinto.

Per completare la descrizione delle arterie della base del cranio col n. 8 viene indicata l'arteria cerebellare superiore; col n. 12 l'arteria spinale anteriore e col n. 13 l'arteria cerebellare posteriore inferiore (pica). 

 

angolo ponto cerebellare anatomia didascalieAngolo ponto-cerebellare destro visto da un approccio chirurgico retrosigmoideo.
1 - nervo trigemino;  2 - pacchetto acustico-facciale (il facciale è coperto dal
vestibolare e dal cocleare;  3 - arteria uditiva interna;
4 - arteria cerebellare anteriore inferiore;  5 - tronco basilare
6 - nervi misti (vago, accessorio e ipoglosso)

 

Alcune considerazioni pratiche. Lo studio della vascolarizzazione di un organo è importante per comprendere il suo funzionamento. Innanzitutto l'orecchio interno è un organo a circolazione terminale, ecco che piccoli danni possono creare lesioni irreversibili, per esempio molte ipoacusie monolaterali improvvise sono conseguenza di un difetto nella vascolarizzazione. 

Altra considerazione è la scarsa influenza della pervietà delle carotidi sull'orecchio interno. Molti medici continuano a chiedere esami doppler dei tronchi sopraortici. Questi esami li vedo piuttosto inutili in quanto le arterie uditive interne si staccano dal tronco basilare, quindi dall'unione delle due arterie vertebrali. La circolazione della coclea e del labirinto non è influenzata dal flusso ematico carotideo. Il danno circolatorio della coclea e del labirinto, per esempio inevitabile nella presbiacusia e nelle presbistasia, trovano la loro causa nella piccola circolazione di questi organi.

Importante è anche il difetto di vascolarizzazione come causa di acufene. Mi sento di affermare che tutte le volte che c'è un deficit circolatorio nell'orecchio interno c'è sempre la comparsa di un acufene monolaterale. L'acufene colpisce quindi un orecchio solo, può essere ad insorgenza improvvisa, ma in molti casi insorge lentamente e il paziente non si accorge quando è iniziato. Nel primo caso siamo di fronte a difetti di circolazione tipo piccole trombosi o microemorragie; nel secondo caso (insorgenza lenta) la causa la vedo nella microangiopatia. Quest'ultima spesso è conseguenza del diabete, dell'arteriosclerosi o dell'ipertensione. Un capitolo molto interessante è costituito dagli acufeni pulsanti in conseguenza di conflitto neurovascolare.

Bibliografia:
Varricchio A., Capasso M., De Lucia A.: Patologie vestibolari e ruolo del mesoglicano. Argomenti di Acta Otorhinolaryngologica Italica 2014; 8(3):1-8

Naviga tra le altre pagine della sezione "acufeni"

 

Potrai trovare altri articoli su questo argomento:
Acufene nei soggetti normoacusici


- La visita otorinolaringoiatrica per un paziente affetto da acufeni

 

 .