La protesi acustica è un apparecchio elettroacustico in grado di trasformare l'energia acustica in energia elettrica, amplificarla e poi trasformare l'energia elettrica amplificata in un suono.

I componenti fondamentali di una protesi acustica sono tre.
Microfono: trasforma il suono in energia elettrica.
Amplificatore: amplifica l'energia elettrica.
Ricevitore o altoparlante: trasforma l'energia elettrica amplificata in suono. 

Affinché un dispositivo elettroacustico funzioni è necessaria l'energia elettrica. Questa è fornita da una batteria o pila.

 protesi sordita infantile protesi acustica govoni 142In questo disegno del 1994 sono schematizzati i componenti di una protesi acustica.
Col passare degli anni è cambiato notevolmente in sistema di amplificazione (5).
Oggi le protesi hanno tutte un sistema di amplificazione digitale.

 

In pratica un apparecchio acustico è del tutto uguale ad un sistema di amplificazione di una sala per conferenze, con la differenza che ha le dimensioni di un fagiolo.

Il microfono è quella parte della protesi in grado di captare le vibrazioni delle molecole indotte dal suono e le trasforma in un segnale elettrico analogico.

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L'amplificatore è quel componente che amplifica l'energia elettrica. In passato quando le protesi erano elettroniche l'amplificatore conteneva elementi attivi ( i transistors) e passivi (le resistenze, i condensatori e i diodi). Questi circuiti erano piuttosto voluminosi e vennero sostituiti dai circuiti integrati. Tutte queste funzioni potevano essere svolte all'interno di una piastrina di silicio monocristallino di pochi millimetri quadrati. Una evoluzione ulteriore dell'amplificazione è data dall'introduzione delle protesi digitali, dove l'apparato che amplifica il suono è un microprocessore.
Attualmente le protesi sono quasi tutte digitali, pertanto il segnale sonoro viene trasformato in numeri binari e questi sono elaborati dal microprocessore. L'elaborazione del segnale è quindi digitale.

L'altoparlante o ricevitore è un dispositivo che svolge una funzione contraria a quella del microfono, cioè converte il segnale amplificato in un'onda sonora. 

Per poter funzionare un protesi acustica necessita di energia e questa viene fornita da una pila o batteria.  Le pile possono essere tradizionali (oggi sempre meno utilizzate) oppure ricaricabili. Molti apparecchi acustici moderni si mettono alla sera in ricarica e al mattino sono pronti per il loro utilizzo.

I dispositivi sopra indicati possono essere tutti racchiusi in un piccolo contenitore oppure essere contenuti nella stanghetta di un occhiale. In base alla forma si riconoscono tre tipi di protesi.

Protesi endocanalari - Sono protesi particolarmente piccole che stanno contenute interamente nel condotto uditivo esterno. Sono anche chiamate ITC che vuol dire "in the canal"

Protesi endoauricolari - Sono le protesi sempre molto piccole. Hanno le dimensioni di un fagiolo e sono praticamente invisibili in quanto stanno all'interno del condotto uditivo esterno e nella conca auris. Vengono anche indicate con l'acronimo ITE che significa "in the ear".

Protesi retroauricolari  (acronimo BTE : cioè "behind the ear")  - Sono dispositivi più grandi dei precedenti. La scatoletta che contiene il microfono, l'amplificatore e l'altoparlante si trova dietro al padiglione. Il suono viene convogliato nel condotto e poi contro la membrana timpanica da un tubicino di plastica che termina con una chiocciola.

 

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Nella fotografia un apparecchio acustico di tipo retroauricolare.
Sulla sinistra c'è il corpo che contiene i componenti della protesi
(ricevitore, amplificatore e batteria).
Da qui parte un tubicino di plastica che porta il suono amplificato alla chiocciola.
Prima di acquistare un apparecchio acustico è indispensabile
una visita otorinolaringoiatrica con esame audiometrico. 


Protesi ad occhiale - Sono molto simili alle protesi retroauricolari. Tutti i dispositivi sono contenuti nella stanghetta dell'occhiale e da questa si stacca il tubicino di materiale plastico con la chiocciola. 

Esistono anche protesi molto sofisticate denominate CROS  e  BICROS. La loro caratteristica è quella di essere posizionate su un lato (es. orecchio destro) e portare il suono amplificato nell'orecchio controlaterale o in entrambi. Ovviamente più l'apparecchio acustico è complesso e più è difficile da predisporre ed anche da utilizzare.

 

Bibliografia
Dillon H. Hearing aids. Thieme Editor, 2001
Cotrona U. e Livi W.: L'adattamento degli apparecchi acustici. Edizioni Oticon, 2006. 

 

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